Arriva il decreto del Ministero per auto, moto e rimorchi: dal 2018 il documento unico al posto di libretto di circolazione e certificato di proprietà
“Libretto e complementare”: la formula di rito dei controlli della Polizia Stradale diversi anni fa suonava così. Anche se il foglio complementare è diventato in seguito il certificato di proprietà (leggi dei documenti da controllare prima di acquistare un'auto usata), la pratica tutta italiana del doppio documento d'immatricolazione/proprietà per i veicoli è rimasta graniticamente al suo posto. Le cose potrebbero però cambiare presto (su scala italiana questo equivale al 2018): una comunicazione ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri ci fa infatti sapere che l'iter del Documento unico procede regolarmente.
SI SEMPLIFICA, FINALMENTE Nel sito del Governo italiano si può infatti leggere un post che inizia con “Razionalizzazione dei processi di gestione dei dati di circolazione e di proprietà di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi, finalizzata al rilascio di un documento unico ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lettera d), della legge n. 124 del 2015”. Nel testo si legge che “Il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato, in secondo esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione della legge di riforma della Pubblica Amministrazione, introduce dal 1° luglio 2018 il documento unico di circolazione per gli autoveicoli, motoveicoli e rimorchi”.
DUALISMO ADDIO! Le conseguenze di queste poche righe, che possiamo già immaginare, sono esplicitate nel prosieguo del post: “la nuova 'carta di circolazione' sostituirà i due documenti attuali: il certificato di proprietà del veicolo, di competenza dell'Aci, e il libretto di circolazione prodotto dalla Motorizzazione civile, come previsto negli altri Paesi europei, e consentirà di tagliare i costi di produzione, archiviazione e controllo a carico dell'amministrazione”. Risparmi in vista, dunque, per la Pubblica amministrazione che non dovrà gestire 2 documenti relativi allo stesso veicolo, dovendosi inoltre interfacciare, per quel che riguarda il certificato di proprietà, con un ente semi privato come l'ACI.
Ricordiamo che dell'abolizione del certificato di proprietà se ne parla da tempo (per esempio leggi del PRA che doveva essere abolito dal 2016), un provvedimento che, fra diversi dubbi, dovrebbe porre fine ad un dualismo che dura da più di mezzo secolo. Nel corso di questi anni anni si sono succeduti “falsi movimenti” (Sicurauto scriveva che qualcosa si muoveva nella fusione ACI-PRA già nel 2014) ma forse ora siamo veramente in dirittura d'arrivo.
MINORI SPESE E SECCATURE Ma il Ministero enfatizza anche i risvolti positivi per gli automobilisti: nel sito si può infatti leggere che :”All'unico documento, inoltre, corrisponderà una tariffa unica, che sostituirà i diritti di Motorizzazione e gli emolumenti per l'iscrizione o la trascrizione di ogni veicolo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Tutti i risparmi saranno destinati a ridurre i costi per l'utenza”. Sembrano quindi concretizzarsi gli auspici di chi (SicurAUTO.it in testa) vedeva nell'unificazione anche la possibilità di un risparmio per gli utenti della strada, auspici più volte disattesi (leggi di come il documento unico è slittato insieme ai risparmi per i consumatori). Rimane tutto invariato per i documenti già emessi: nel sito si legge infatti che: “Le carte di circolazione e i certificati di proprietà già emessi alla data di entrata in vigore del documento unico manterranno la loro validità fino alla scadenza”. L'iter legislativo non è ancora concluso ma forse è questa la volta buona; a questo punto l'interrogativo si sposta sull'ACI e i suoi destini, messi in dubbio dall'esaurirsi dei diritti sui certificati di proprietà. Sarebbe nei desideri di molti che riuscisse a cambiare pelle, liberandosi della nomea di “sportello” per pagare le tasse di circolazione (leggi che il TAR ha sospeso la multa all'ACI per le commissioni sui bolli auto) per diventare un vero Club che possa fornire servizi utili agli automobilisti: un modello al quale ispirarsi potrebbe essere l'ADAC tedesco.
marco
07:12, 16 Maggio 2017Potreste almeno leggere il testo del decreto (sta sul sito della Camera dei Deputati) prima di dar retta alle bugie del Governo e alla sua propaganda e allora scoprireste che i cittadini continueranno a pagare la stessa cifra solo che chiudendo il PRA non avranno più un servizio pubblico visto che la Motorizzazione non funziona (ogni anno 1,3 milioni di cittadini vanno al PRA e solo 33mila alla MCTC), non avranno più lo sportello a domicilio gratuito per le persone svantaggiate o ricoverate perchè lo fa il PRA che verrà chiuso e così l'esito di questo decreto (che raddoppia l'imposta di bollo per far pagare la stessa cifra pur richiedendo un documento invece che due) sarà: + costi per i cittadini che dovranno andare alle agenzie private; – servizi per i cittadini perchè mancherà l'eccellenza del PRA; oltre 600 licenziamenti di lavoratori metalmeccanici (Aci informatica). Questo il capolavoro di Delrio e Madia