Radiazione per esportazione: dal 2016 diventerà più difficile

Radiazione per esportazione: dal 2016 diventerà più difficile La Legge Stabilità 2016 cambia le regole della radiazione per esportazione. Scatenando un putiferio

La Legge Stabilità 2016 cambia le regole della radiazione per esportazione. Scatenando un putiferio

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28 Dicembre 2015 - 07:12

La lotta all'elusione fiscale (macchine con targhe estere per non pagare il bollo auto) sta scatenando un putiferio. In due parole, l'articolo 103 del Codice della strada oggi dice: “La parte interessata, intestataria di un autoveicolo, motoveicolo o rimorchio, o l'avente titolo deve comunicare al competente ufficio del PRA, entro 60 giorni, la definitiva esportazione all'estero del veicolo stesso, restituendo il certificato di proprietà, e la carta di circolazione. L'ufficio del PRA ne dà immediata comunicazione all'ufficio della Direzione generale della Motorizzazione provvedendo altresì alla restituzione al medesimo ufficio della carta di circolazione”. Una regola che, secondo alcuni osservatori, favorirebbe i furbetti delle targhe estere, chi, cioè, circola in Italia con una vettura targata all'estero per non pagare il bollo auto (e per eludere la Rca, nonché per non pagare le multe). Così, la Legge Stabilità (appena approvata dal Parlamento) ha cambiato la norma, come SicurAUTO.it ha anticipato qui. Vediamo nel dettaglio cosa cambia realmente con le modifiche che potete leggere in grassetto e più avanti le critiche e le perplessità degli esponenti dai vari settori dell'automobile. “La parte interessata, intestataria di un autoveicolo, motoveicolo o rimorchio, o l'avente titolo deve comunicare al competente ufficio del PRA, entro 60 giorni, la definitiva esportazione all'estero del veicolo stesso, per reimmatricolazione, comprovata dall'esibizione della copia della documentazione doganale di esportazione ovvero, nel caso di cessione intracomunitaria, dalla documentazione comprovante la radiazione dal PRA, restituendo il certificato di proprietà e la carta di circolazione. L'ufficio del PRA ne dà immediata comunicazione all'ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri provvedendo altresì alla restituzione al medesimo ufficio della carta di circolazione”. Perché tutto sia operativo occorre anche che la Legge Stabilità venga pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

PRIMO PUNTO DI VISTA – La Legge di Stabilità ha introdotto rilevanti norme anti-elusione della tassa automobilistica e di contrasto del fenomeno delle radiazioni per esportazioni che negli ultimi anni ha messo in ginocchio l'intera filiera del recupero dei veicoli a fine vita e nascosto illegalità sotto il profilo fiscale, danneggiando green economy e industria siderurgica nazionale. A plaudire al lavoro svolto dal Governo sono le Associazioni di FISE UNIRE (Unione Nazionale Imprese Recupero), ADA (Associazione dei Demolitori di Auto) e AIRA (Associazione dei Riciclatori di Auto): “Grazie alla disposizione approvata nella Legge di Stabilità si chiarisce definitivamente che la radiazione per esportazione deve avere come unica finalità la re-immatricolazione per l'effettiva circolazione del veicolo all'estero e prevede, quindi, l'effettiva re-immatricolazione quale condizione obbligatoria affinché un veicolo venga cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico prima di essere esportato”.

UN ARGINE ALLE FRODI – La norma, questa la prima tesi, pone un deciso argine a una pratica che ha agevolato comportamenti illegali: non sempre il veicolo radiato per esportazione viene re-immatricolato all'estero, in certi casi nemmeno esportato, andando ad eludere la normativa fiscale, di responsabilità civile e ambientale. E che ha sottratto grandi quantità di materiale destinato ai centri di demolizione che re-immettono nel mercato ricambi usati e centinaia di migliaia di tonnellate di rottami di ferro che necessitano all'industria siderurgica nazionale e che la stessa è poi obbligata ad importare da altri Stati.

SECONDO PUNTO DI VISTA – Ma a far scoppiare la polemica, come riporta ilfattoquotidiano.it, è stata nelle scorse ore la reazione di diverse associazioni importanti: Ancma (ciclo e motociclo), Confcommercio, Unrae (Unione Case estere), Federauto (concessionari) e Unasca (autoscuole e studi di consulenza automobilistica). Così parlava l'Unasca prim'ancora che la Legge Stabilità 2016 fosse approvata dal Parlamento: “È una norma che esiste solo in Italia e che va a colpire soprattutto i meno abbienti, coloro che possiedono una vecchia auto che nessuno vuole comprare o ritirare in Italia. Sinora, questo tipo di veicolo poteva essere venduto all'estero, dove anche i mezzi vecchi hanno mercato. Con la nuova norma, invece, l'italiano dovrebbe mettersi completamente nelle mani di un soggetto straniero, consegnargli la macchina e poi sperare che questo si premuri di fargli avere un documento di reimmatricolazione. Chi mai farebbe circolare per l'Europa, in mano a uno sconosciuto, un mezzo intestato a suo nome? Con la nuova norma, chi vorrà liberarsi di un vecchio mezzo di scarso valore commerciale finirà per portarlo proprio dai rottamatori”. Anche Raffaele Caracciolo, esperto di automotive dell'Unione nazionale consumatori, contestava il provvedimento: “Il problema si risolve con un efficace accertamento della continuità di utilizzo del veicolo con targa straniera, che, dopo sei mesi, deve essere reimmatricolato in Italia, ponendo fine all'impunità. È questa la soluzione, che deve essere identificata coinvolgendo l'ACI, che gestisce il PRA, le associazioni di categoria e dei consumatori. Questa norma si limita a complicare la vita del cittadino, che anziché spendere 60-70 euro per demolire il suo veicolo, ne ricava 200-300 da un immigrato che lo farà reimmatricolare nel suo Paese. Inoltre, si azzera un canale di vendita dei professionisti che non potranno più esportare legittimamente lo stock di veicoli poco attraenti per il mercato italiano, senza parlare dell'attacco diretto agli autodemolitori che vedono sfumare una quota non trascurabile del loro giro d'affari. Insomma, un autogol, fatto in barba a una delle quattro libertà fondamentali dell'Unione europea, quella delle merci”.

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