3° Autopromotec Talks: “Made in Italy, l’eccellenza da tutelare”

3° Autopromotec Talks: “Made in Italy, l’eccellenza da tutelare”

Il Made in Italy, eccellenza del Postvendita Automotive protagonista del 3° Appuntamento degli Autopromotec Talks

11 Dicembre 2024 - 17:00

Roma ha ospitato il terzo appuntamento degli Autopromotec Talks, un ciclo di eventi organizzato per anticipare i temi cardine di Autopromotec 2025, la più prestigiosa esposizione internazionale dedicata all’aftermarket automobilistico. Con il titolo Quando ogni pezzo conta: il valore del Made in Italy nella componentistica e postvendita automotive, l’incontro a cui abbiamo partecipato, ha messo in luce il ruolo centrale del comparto italiano della componentistica nella scena internazionale raccontato da autorevoli esponenti e rappresentanti dell’industria della componentistica automotive.

AUTOPROMOTEC: UNA STORIA DI ECCELLENZA E INNOVAZIONE

Il tema centrale di questo appuntamento è stato commentato da Renzo Servadei, Amministratore Delegato di Autopromotec, che sottolineato in questo periodo più che mai l’importanza di fare rete. “Si vince se si lavora insieme”. Servadei ha anche ripercorso i sessant’anni di storia della fiera, che nel 2025 celebrerà la sua trentesima edizione a Bologna dal 21 al 24 maggio. Con circa 1000 espositori italiani e circa 400 stranieri e più di 100.000 visitatori B2B attesi, Autopromotec si conferma un punto di riferimento unico per la filiera aftermarket. La manifestazione si distingue da 60 anni come vetrina internazionale per le eccellenze italiane, contribuendo a rafforzare il prestigio del Made in Italy, comune denominatore degli interventi del terzo Autopromotec Talks.

CRESCITA E INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL MADE IN ITALY

L’importanza dell’internazionalizzazione è stata sottolineata dall’intervento di Alessandra Pastorelli, rappresentante del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. La “Diplomazia della Crescita”, un’iniziativa strategica voluta dal Ministero, promuove il sistema Italia attraverso progetti di promozione integrata, fondamentali per accedere a mercati emergenti in Africa, Asia e Sud America. “In questo contesto, il settore fieristico rappresenta una leva cruciale: i dati dimostrano che le aziende del comparto tecnologico che partecipano a fiere internazionali registrano performance superiori del 5,4% rispetto a chi non lo fa.”

L’INDUSTRIA DELLA COMPONENTISTICA: NUMERI E SFIDE

Gianmarco Giorda, Direttore Generale di ANFIA, ha delineato i numeri importanti del settore: in Europa, la componentistica investe 30 miliardi di euro l’anno in ricerca e sviluppo, generando 40.000 nuovi brevetti. In Italia, la bilancia commerciale del comparto è positiva da oltre 20 anni, con un avanzo superiore ai 5 miliardi di euro. Tuttavia, la transizione industriale imposta dall’elettrificazione e l’aumento dei costi produttivi richiedono misure politiche e industriali urgenti per mantenere la competitività del settore. “Il 70-75% del valore di un’auto nuova è dovuto alla componentistica, ha spiegato Giorda, per raccontare come l’andamento delle vendite OEM, impatta enormemente anche sui produttori di componenti.

STORIE DI SUCCESSO DEL MADE IN ITALY

Il convegno ha dato voce a imprenditori che incarnano l’eccellenza del Made in Italy, dimostrando come l’innovazione e la qualità siano le chiavi del successo internazionale.

Luciano Palmitessa, CEO di Unigom, ha illustrato l’impatto strategico dell’Independent Aftermarket (IAM), che contribuisce con oltre 10 miliardi di euro al PIL e impiega 260.000 persone. Nonostante le sfide globali, aziende come Unigom continuano a investire nella produzione locale, preservando la qualità distintiva del Made in Italy. “Oggi un supporto motore di qualità può avere anche 32 componenti diversi, ma sarà solo simile nell’aspetto a un componente più economico.”

Cinzia Motta, responsabile commerciale di OMCN, ha evidenziato l’importanza della sicurezza nella progettazione dei ponti sollevatori, un settore dove l’Italia stabilisce standard normativi europei, come la nuova direttiva EN1493.

Marco Costamagna, Presidente di Federlavaggi, ha sottolineato il ruolo leader degli autolavaggi italiani, un settore che combina tradizione e innovazione, con tecnologie sostenibili e un focus sull’efficienza ambientale. “Spesso di pensa agli autolavaggi come un settore indipendente dal mercato delle auto nuove, in realtà secondo nostre indagini è emerso che in media gli italiani lavano le auto 18 volte l’anno nel primo periodo, poi questa media scende a 6 volte l’anno”, raccontando la competitività del settore che l’Italia ha inventando negli anni ’30, e fino ad oggi ha introdotto 150 brevetti, con un valore di 2,5 miliardi di euro l’anno.

L’innovazione è stata centrale anche nell’intervento di Francesca Paoli, CEO di Dino Paoli srl. Dalla Motor Valley emiliana, l’azienda ha rivoluzionato i pit-stop in Formula 1, imponendosi come leader mondiale nella produzione di avvitatori per il motorsport e, più recentemente, introducendo tecnologie sostenibili per ridurre il peso ambientale delle attrezzature. “Pensate che l’attrezzatura pneumatica di un team di Formula 1 arriva a pesare 900 kg. In Formula 2 e 3, dove si utilizzano attrezzature elettriche, siamo riusciti a ridurre il peso a 300 kg, abbassando così l’impronta carbonica degli spostamenti dei team”.

Antonio Cirillo, Responsabile commerciale e Marketing di Kimicar, ha raccontato come anche il settore italiano dei prodotti chimici per la detergenza e la cura dei veicoli rappresenti un’eccellenza industriale riconosciuta a livello globale, grazie alla sua qualità, innovazione e sostenibilità. “Molti importatori in diversi mercati anche emergenti, ci chiedono di mettere la bandierina italiana sulle confezioni, perché la qualità del Made in Italy è un valore altamente riconosciuto.

Gianni Menghini, Presidente Meclube, ha spiegato che ogni prodotto è il risultato di una cultura tramandata di generazione in generazione, dove l’attenzione ai dettagli e la cura per “le cose belle e ben fatte” sono pilastri fondamentali. “All’inizio ci siamo sempre confrontati con prodotti Made in Germany, ma a tutti i miei collaboratori ho sempre cercato di inculcare la volontà di creare un prodotto migliore. Tutti i componenti, anche quelli più piccoli, sono Made in Italy, perché vogliamo solo prodotti di eccellenza. Oggi l’86% della nostra produzione Made in Italy viene esportata all’estero.”

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