Auto aziendali: il 42% dei veicoli è connesso, i dati ARVAL

Auto aziendali: il 42% dei veicoli è connesso, i dati ARVAL

Nelle flotte delle auto aziendali italiane il 42% dei veicoli è connesso. Scopri i dati di ARVAL Mobility Observatory che fotografano un quadro tutto sommato positivo

3 Luglio 2023 - 18:00

L’edizione 2023 del Barometro delle Flotte Aziendali, indagine condotta da Arval Mobility Observatory Italia in collaborazione con Ipsos, che ha visto la partecipazione di oltre 5.800 aziende in Europa di cui 300 nel nostro Paese, fotografa un quadro decisamente positivo con le flotte di auto aziendali che continuano il loro sviluppo, la transizione energetica che avanza, la connettività che si diffonde supportando sostenibilità e sicurezza (ormai il 42% dei veicoli aziendali è connesso) e le opzioni di mobilità che aumentano, mentre cresce anche la platea dei potenziali beneficiari. E tutto questo nonostante il complicato contesto socio-politico-economico internazionale che da tre anni coinvolge e sconvolge il settore (superfluo ricapitolare tutto quello che è successo e che sta ancora succedendo a livello globale dal 2020 in avanti).

AUTO AZIENDALI: LE FLOTTE CRESCERANNO MALGRADO LE DIFFICOLTÀ

La fiducia nel futuro, malgrado le difficoltà, è confermata dal fatto che 9 aziende su 10 prevedono che il proprio parco veicoli rimarrà stabile o crescerà nei prossimi 3 anni. In generale, le aziende di più grandi dimensioni prevedono un aumento della propria flotta (25% rispetto a 21% medio per le autovetture e 18% vs. 16% per i veicoli commerciali leggeri), mentre le piccole-medie imprese mirano a una maggiore stabilità del proprio parco
(81% vs. 72% medio per le vetture trasporto passeggeri, 87% vs. 79% nei veicoli commerciali leggeri).

Per quanto riguarda le ragioni della futura espansione della flotta, è interessante notare il forte aumento legato alle considerazioni sulle risorse umane. Sebbene ‘crescita del business e sviluppo di nuove attività’ rimanga la prima e più forte motivazione (85%, +19 punti rispetto al Barometro 2022), ‘trattenere e attrarre talenti’ è diventata una sfida fondamentale per le aziende (44%), tanto da posizionarla al secondo posto della classifica. Al terzo posto, con il 29%, ci sono ‘ragioni fiscali’.

Infine, la volontà di progredire nella transizione energetica del proprio parco rimane centrale e si rafforza come direzione evolutiva, sia per gli effetti che si possono realizzare sull’impatto ambientale che come risposta alle politiche pubbliche restrittive imposte sui veicoli termici.

I NUMERI DELLE FLOTTE AZIENDALI IN EUROPA E IN ITALIA

Sempre secondo il Barometro delle Flotte Aziendali 2023 di Arval Mobility Observatory Italia, il 48% delle aziende partecipanti all’indagine ha dichiarato di avere meno di 10 mezzi in flotta, il 20% è rappresentato da aziende con meno di 100 mezzi (25% in Europa), il 15% ne ha meno di 1.000 (23% in Europa) e il 16% ha più di 1.000 mezzi in flotta.

Auto aziendali connesse

Il tempo medio di permanenza dei veicoli in flotta tra il nostro Paese e l’Europa non presenta sostanziali differenze. Per quanto riguarda le autovetture, in Italia si registra un cambio mediamente ogni 5,2 anni (era 5,3 nel 2022), mentre in Europa il rinnovo avviene ogni 5,7 anni, in linea rispetto ai 5,6 del 2022 quando invece erano risultati in crescita rispetto ai 4,9 anni registrati nel 2021, a testimonianza di come in quel momento le aziende abbiano allungato la durata dei contratti per far fronte a un periodo di forte incertezza. Scenario inverso per quanto riguarda i veicoli commerciali leggeri, che in Italia vengono tenuti in flotta per 6,1 anni, periodo leggermente superiore a quello riscontrato nel resto d’Europa (5,8 anni).

Il noleggio a lungo termine si conferma in Italia come il principale metodo di finanziamento della flotta, tanto che risulta utilizzato da quasi la metà delle aziende italiane, con un valore di ben 12 punti superiore alla rilevazione precedente (47% vs. 35% del 2022). Questa formula sembra oramai consolidata nella realtà italiana, non solo per le grandi aziende, ma anche per le piccole-medie imprese italiane che ne hanno capito l’importanza per gestire al meglio la propria flotta grazie alle caratteristiche: flessibilità, nessuna immobilizzazione di capitali e possibilità di avere a disposizione veicoli sempre in linea con le ultime innovazioni tecnologiche e a basso impatto ambientale. Altri metodi di finanziamento della flotta aziendale sono leasing (29%), acquisto diretto in proprietà senza finanziamento (14%) o con finanziamento (9%).

Nella foto Massimiliano Abriola, Head of Consulting & Arval Mobility Observatory.

L’IMPORTANZA DELLE AUTO CONNESSE NELLE FLOTTE AZIENDALI

La volontà di avere una flotta sempre in linea con le ultime innovazioni tecnologiche è testimoniata dall’aumento, all’interno di essa, delle auto connesse: quattro aziende italiane su dieci, precisamente il 42%, hanno dichiarato di avere veicoli connessi nella propria flotta di auto aziendali, ben 10 punti in più rispetto al 32% dello scorso anno. I valori registrati in Italia sono tendenzialmente in linea con quelli europei (44%).

La localizzazione dei veicoli (42%), il miglioramento dell’efficienza operativa (35%) e l’impegno a migliorare la sicurezza e i comportamenti dei driver (30%) sono le principali motivazioni per l’utilizzo di veicoli connessi, a dimostrazione di come la connettività giochi un ruolo fondamentale per aumentare da un lato la produttività aziendale e dall’altro il benessere individuale dei dipendenti.

Peraltro è evidente come le informazioni raccolte dai veicoli connessi risultino importanti anche per la transizione energetica, garantendo informazioni strategiche per comprendere aspetti determinanti come, ad esempio, stili di guida e consumi. Sapere raccogliere, organizzare e interpretare i dati scaturiti dalle auto connesse si rivela importantissimo per evolvere l’organizzazione delle flotte e delle rotte, assicurando maggiori livelli di efficacia, efficienza e soddisfazione.

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