Auto connesse: questi Brand vendono voce e video clienti australiani

Auto connesse: questi Brand vendono voce e video clienti australiani

L’indagine di un’associazione dei consumatori rivela che fine fanno i dati raccolti dalle auto connesse più vendute in Australia

23 Ottobre 2024 - 11:09

I Costruttori auto raccolgono, utilizzano e vendono i dati generati dalle auto connesse: siamo stati tra i primi a raccontare i vantaggi, i rischi e l’impatto delle auto connesse, negli Aftermarket Report di SICURAUTO.it. Nulla di preoccupante, finché si tratta di dati anonimizzati relativi allo stile di guida o alle preferenze di chi viaggia a bordo e quando non violano le norme e i regolamenti UE che valgono per i veicoli. Ciò che è emerso da un’indagine sui Brand delle auto più vendute in Australia è che alcuni Brand vendono o utilizzano anche dati biometrici. Lo sostiene l’associazione dei consumatori australiana Choice, che ha analizzato le condizioni contrattuali che riguardano il trattamento dei dati, che ogni acquirente è tenuto a sottoscrivere all’acquisto. Ma spesso queste condizioni non vengono neppure lette con attenzione o sono volutamente poco facili da consultare.

CONNETTIVITÀ E CONDIVISIONE DEI DATI: UNA NUOVA NORMALITÀ

Un recente studio condotto dall’associazione australiana per la difesa dei consumatori Choice ha rivelato che molte delle principali Case automobilistiche in Australia stanno raccogliendo e condividendo un’ampia gamma di dati sensibili degli utenti. Questi includono non solo informazioni legate alla guida, come l’accelerazione e la frenata, ma anche dati di tipo biometrico, come quelli provenienti dal riconoscimento vocale.

L’indagine ha preso in esame le informative sulla privacy di 10 Brand automobilistici più diffusi in Australia, con lo scopo di verificare come vengono gestiti i dati degli utenti e se tali informazioni sono condivise con terze parti. Secondo quanto riportato da Choice, 7 Brand analizzati adottano politiche preoccupanti che consentono di raccogliere e cedere i dati dei conducenti a terze parti, tra cui fornitori di servizi e partner commerciali.

I DATI DALLE AUTO CONNESSE CONDIVISI DAI COSTRUTTORI AUTO IN AUSTRALIA

L’indagine di Choice ha messo in luce come il monitoraggio e la raccolta dei dati di guida sia diventato una pratica diffusa tra i principali produttori automobilistici. Ecco di seguito una sintesi di quanto scoperto dall’associazione dei consumatori australiana:

  • Toyota, il marchio automobilistico più venduto in Australia, raccoglie una vasta gamma di informazioni tramite i suoi veicoli connessi, inclusi dati relativi alla posizione del veicolo e parametri di guida “DrivePulse” come accelerazione, frenata e comportamento in curva. Questi dati vengono poi condivisi con “società collegate” e fornitori terzi.
  • Ford raccoglie dati simili e li condivide con partner commerciali e fornitori di servizi. Tuttavia, l’azienda dichiara di non vendere tali informazioni a intermediari di dati.
  • MG dichiara la condivisione dei dati con fornitori di servizi solo per le funzionalità dei veicoli, ma senza specificare con chiarezza quali tipi di dati vengano condivisi. “Abbiamo ritenuto vaga quella clausola e MG si è rifiutata di rispondere alle nostre ripetute richieste di chiarimenti”, spiega l’associazione.
  • Mazda ha affermato che condivide dati di “voice consumption” con fornitori di terze parti non specificati. L’associazione sostiene che anche in questo caso, Mazda non ha fornito ulteriori risposte alle richieste di chiarimenti sul tipo di dati condivisi.
  • Mitsubishi, Subaru e Isuzu Ute, non hanno attualmente funzionalità di servizi connessi abilitate nei veicoli venduti in Australia, riducendo quindi la possibilità di raccolta e condivisione dei dati degli utenti. Ma è solo questione di tempo.

DATI CONDIVISI DALLE AUTO: HYUNDAI, KIA E TESLA PREOCCUPANO

Hyundai, Kia e Tesla sono considerati i più critici dell’indagine in termini di raccolta e condivisione di informazioni personali del conducente o dei passeggeri. Hyundai e Kia, in particolare, condividono dati relativi al riconoscimento vocale con Cerence, un’azienda statunitense specializzata in tecnologie vocali per l’industria automobilistica, che utilizzerebbe i dati per addestrare l’intelligenza artificiale. Tesla, invece, non solo raccoglie dati di comandi vocali, ma anche videoclip e immagini catturate dalle telecamere di bordo. Choice spiega che, sebbene l’azienda affermi che tali dati siano “de-identificati”, ovvero trattati per non essere collegabili all’utente, le rassicurazioni fornite risultano vaghe e insufficienti.

Vanessa Teague, ricercatrice della Facoltà di Ingegneria, Informatica e Cibernetica dell’Australian National University, ridimensiona le rassicurazioni delle Case auto sulla possibilità di rendere anonime le registrazioni video e vocali. “L’idea che si possa de-identificare un’immagine o che una voce sia de-identificata è una sciocchezza. “Quello che stanno facendo queste Case automobilistiche è totalmente inaccettabile. Dovrebbe essere illegale. Queste pratiche sono una buona prova del fatto che abbiamo bisogno di aggiornare il Privacy Act o di farlo rispettare, perché niente di tutto ciò dovrebbe essere accettabile nel nostro Paese”.

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