Autobianchi e Innocenti potrebbero tornare di moda? Scopri l'idea del Mimit per far rinascere questi storici marchi dell'auto italiana
Autobianchi e Innocenti, due storici brand dell’industria automobilistica italiana che sono ormai in disuso da decenni, potrebbero tornare prepotentemente di moda grazie a un’idea del ministero delle Imprese e del Made in Italy la cui fattibilità è ancora tutta da dimostrare, ma che comunque ha avuto il merito di riaccendere i riflettori su due marchi che hanno regalato vetture memorabili come la Bianchina, la A 112 e la nuova Mini. L’obiettivo del ministero (e del Governo) è quello di quello di cedere l’utilizzo dei due marchi ad aziende straniere, in particolare cinesi, per convincerle a produrre in Italia. La trovata è suggestiva ma si scontra con una realtà molto complessa, considerando che i due brand appartengono attualmente al gruppo Stellantis. Tuttavia il ministero avrebbe già trovato una ‘scorciatoia’.
AUMENTARE LA PRODUZIONE AUTO IN ITALIA
È noto che il Governo italiano vorrebbe alzare la produzione di autoveicoli in Italia, tra mezzi leggeri e pesanti, portandola a circa 1,3 milioni di pezzi all’anno. Nonostante le numerose dichiarazioni di intenti, Stellantis non sembra in grado di garantire quest’obiettivo da sola, né adesso né in futuro. Anzi le ultime statistiche sulla produzione di auto in Italia segnalano una forte regressione. Di conseguenza il Mimit vorrebbe affiancare a Stellantis un secondo produttore di automobili, e da tempo sta guardando con interesse al mercato cinese. Tuttavia le interlocuzioni non hanno per il momento portato a nulla di concreto, anche perché l’Italia resta un Paese poco attrattivo per chi vuole produrre automobili: e così Chery, che era tra i papabili, ha preferito la Spagna, così come BYD ha virato sulla Turchia.
AUTOBIANCHI E INNOCENTI AI CINESI PER CONVINCERLI A PRODURRE IN ITALIA?
Occorre dunque un’idea convincente per persuadere qualche casa cinese a produrre nel nostro Paese e, come riporta il Sole 24 Ore, il ministero delle Imprese e del Made in Italy sembrerebbe averla trovata inserendo nel portafoglio delle proposte anche l’uso di qualche marchio storico dal forte appeal, come sono appunto Autobianchi e Innocenti. Un po’ come accaduto, ad esempio, in Inghilterra con il passaggio del celebre marchio MG ai cinesi della SAIC. Ovviamente il Governo concederebbe l’utilizzo di brand storici italiani nel rispetto di precise condizioni, come l’impiego di componentistica nazionale.
C’È UN PROBLEMA: ENTRAMBI I BRAND APPARTENGONO A STELLANTIS. MA IL GOVERNO HA UN’IDEA…
Ribadiamo, l’idea non sarebbe neppure tanto sciocca, ma ci sono tanti ‘però’. Sui marchi Autobianchi e Innocenti c’è la titolarità del gruppo Stellantis e qualche tempo fa erano apparse anche ipotesi di un loro rilancio per segmenti di mercato low cost, poi rimaste nel cassetto. Il lungo periodo di non utilizzo attivo dei due marchi (Autobianchi è ferma dal 1995, Innocenti dal ’97) ha tuttavia acceso la fantasia del Governo: a breve, infatti, entrerà in vigore una nuova disciplina legislativa che legittima il possibile passaggio al ministero di marchi storici italiani inutilizzati da almeno cinque anni, oppure oggetto di un processo di cessazione da parte dell’azienda titolare. Ma la sua reale applicabilità per la cessione su licenza dei brand Autobianchi e Innocenti sarebbe tutta da verificare, con il rischio di un contenzioso legale con Stellantis che di fatto bloccherebbe tutta l’operazione.
In ogni caso, per non sapere né leggere e né scrivere, il ministero delle Imprese e del Made in Italy si è portato avanti registrando presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi un marchio ‘Innocenti‘ e un marchio ‘Autobianchi‘, con caratteristiche grafiche diverse però da quelli sui quali risultano tuttora diverse registrazioni con titolare Fca Italy o Fiat Group Automobiles (ora Stellantis). Entrambi i marchi sono stati registrati con titolarità Mimit il 28 marzo 2024, dopo domanda depositata il 10 novembre 2023. Resta da scoprire, si domanda il Sole 24 Ore, se resteranno lì nel cassetto oppure, al netto di possibili contestazioni, torneranno utili nei negoziati in corso con i costruttori cinesi (oppure con la stessa Stellantis).