Un sondaggio della VDA rivela che metà delle aziende automotive in Germania pianifica licenziamenti e la burocrazia scoraggia investimenti
Un recente sondaggio condotto dalla Verband der Automobilindustrie (VDA), l’Associazione dell’industria automobilistica tedesca, riporta le difficoltà del settore frenato dalla burocrazia. In un periodo caldo legato alle imminenti elezioni europee, la metà delle aziende si dice costretta a licenziare, mentre molte altre pensano che delocalizzare in altri Paesi UE o anche all’estero, sia la soluzione inevitabile.
TAGLI ALL’OCCUPAZIONE E AGLI INVESTIMENTI INTERNI
Secondo il sondaggio, il 50% delle aziende automotive in Germania si trova nella necessità di ridurre i posti di lavoro, con molte imprese che rinunciano agli investimenti pianificati nel Paese. Questa tendenza è accompagnata da una crescente delocalizzazione degli investimenti all’estero, con altre destinazioni come altri paesi dell’UE, l’Asia e il Nord America che riescono ad attrarre sempre più investimenti.
La mancanza di lavoratori e operai qualificati rimane un problema significativo per il settore, con il 68% delle aziende che dichiara questa carenza. Nonostante ciò, solo il 26% delle aziende fa affidamento al mercato del lavoro per soddisfare il proprio fabbisogno di manodopera qualificata, mentre il restante 45% si affida principalmente alla formazione interna.
La trasformazione verso la neutralità climatica e la digitalizzazione, sebbene promettente dal punto di vista ambientale e tecnologico, sta causando una riduzione dell’occupazione, secondo la visione degli operatori economici. Tuttavia, il 16% delle aziende dichiara di voler aumentare l’occupazione, mentre il 38% mantiene lo stesso numero di lavoratori impiegati.
BUROCRAZIA E COSTI PESANO SULLE IMPRESE AUTOMOTIVE
L’83,3% delle aziende intervistate indica la burocrazia come la principale sfida che affrontano. Nonostante i tentativi del governo federale di alleviare il carico burocratico tramite leggi specifiche, l’86% delle aziende non prevede alcun sollievo da queste misure. Poi ci sono i costi pressanti sostenuti dalle aziende:
- tasse e tributi (65%);
- elevati prezzi dell’energia elettrica continuano a gravare pesantemente o molto pesantemente sulle imprese (62%);
- Un’azienda su due (50%) ha dichiarato di essere messa a dura prova dai prezzi del gas in modo grave o molto grave;
VDA: POLITICA EUROPEA PER UN MERCATO LIBERO PIU’ EFFICACE
Inoltre, l’80% delle aziende ritiene che la politica commerciale dell’UE non contribuisce al benessere delle piccole e medie imprese industriali, mentre l’82% prevede che l’aumento dei conflitti commerciali avrà un impatto negativo sulle loro attività.
“Il commercio libero ed equo è fondamentale per la prosperità e l’occupazione, soprattutto per una nazione esportatrice come la Germania (davanti a USA e Francia per esportazione di autoveicoli, ndr). Nel nostro settore circa il 70% dei posti di lavoro dipende dalle esportazioni. Tuttavia, i progressi negli accordi di libero scambio sono troppo scarsi. L’UE e il governo federale devono sostenere l’apertura dei mercati in modo più chiaro e deciso”, ha dichiarato Hildegard Müller, presidente della VDA.