Bain: Redditività Componentisti in calo, le Case auto fanno utili record

Bain: Redditività Componentisti in calo, le Case auto fanno utili record

Le Case auto sono diventate più flessibili aumentando la redditività, ma i loro fornitori non hanno gli stessi margini di manovra sui costi. L’analisi Bain

25 Gennaio 2023 - 13:11

La crisi dei chip e successivamente la pandemia, per la carenza di personale, hanno dato il via a un cambiamento dell’industri automotive che sembra inevitabile. Oggi chi vuole acquistare un’auto nuova e si collega ai siti web dei Costruttori scopre che molti modelli di auto elettriche sono ancora disponibili solo in stock e sugli allestimenti bisogna accontentarsi di quelli disponibili in concessionaria, ai prezzi che propongono i concessionari, ecoincentivi su elettriche e ibride a parte. Il motivo che generalmente viene attribuito alla “crisi” delle materie prime, dell’energia, pandemica, etc, è stato analizzato in uno studio di Bain&Company. L’indagine rivela come l’impatto del mercato auto sia molto diverso sulla redditività dei Costruttori e dei loro fornitori.

COMPRARE UN’AUTO NUOVA E’ DIVENTATO UN LUSSO, QUASI UN PRIVILEGIO

Dimenticate i tempi in cui si poteva entrare in concessionaria fieri di poter comprare un’auto nuova e fiduciosi di avere in tasca del potere contrattuale. Oggi se vuoi l’auto nuova e hai la possibilità di scegliere l’allestimento e qualche optional extra devi ritenerti fortunato. Un esempio? Come riporta InsideEVs, la crisi dei chip ancora in corso ha costretto Volkswagen a rimborsare i clienti che avevano prenotato le ID.3 e ID.4. Il motivo è che saranno consegnate senza la pompa di calore, accessorio indispensabile in inverno, che solo poche auto elettriche offrono come optional o non ce l’hanno proprio. Le crisi sono solo una concausa dell’aumento dei prezzi e della razionalizzazione di listini, con consegne auto rimandate. A proposito ecco come tutelarvi se l’auto non arriva e quando le Case possono appellarsi alla carenza di componenti. L’analisi di Bain&Company spiega come si è innescato questo cambiamento.

LA STRATEGIA DELLE CASE AUTO: REDDITIVITA’ IN CRESCITA NONOSTANTE LE CRISI

Il report pubblicato da Bain dimostra che non è cambiato solo il modo di comprare un’auto nuova per i consumatori, ma si è profusa una volatilità che impatta direttamente sui margini di profitto. Tuttavia i Costruttori hanno dimostrato di poter gestire le “minacce” dell’ambiente mercato meglio dei loro fornitori e adesso vi spieghiamo perché. “Per 20 anni e fino al 2019, la redditività dei Costruttori è stata in media di 1-2% più alta dei loro fornitori OE”. Poi la serie di turbolenze del mercato: crisi dei chip, delle materie prime, pandemia, inflazione, aumento dei prezzi. “I Costruttori sono stati in grado di superare la carenza di offerta concentrando la produzione sui modelli con i margini più elevati e aumentando i prezzi, ma i fornitori non avevano tali opzioni strategiche”. Da un lato i Costruttori cercano di diventare più flessibili per poter gestire i cambiamenti legati alla transizione della mobilità e alla riduzione delle emissioni. Dall’altro i componentisti e fornitori stanno invece lottando con una redditività in calo. Clicca l’immagine sotto per vederla a tutta larghezza.

BAIN: FORNITORI DI COMPONENTISTICA AUTOMOTIVE ALLE STRETTE  

Secondo i dati del report di Bain la redditività di componentisti e fornitori nei primi 3 mesi 2022 è circa 4,8% (9,8% per i Costruttori). “Molti fornitori del settore automobilistico stanno soffrendo per l’interruzione delle catene di fornitura, la carenza strutturale di semiconduttori e il forte aumento dei costi dei materiali e dell’energia, soprattutto a causa del contesto geopolitico europeo”. A differenza dei Costruttori che hanno reagito razionalizzando le forniture, hanno puntato ai maggiori profitti, i fornitori OE hanno meno margini di manovra. “Molte imprese devono ancora recuperare, anche perché i fornitori non possono ribaltare sui propri clienti (le Case) il 100% degli incrementi. In questo senso, la dimensione conta, e i componentisti italiani hanno una scala dimensionale inferiore a quella dei grandi componentisti stranieri”.

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