Ban ICE 2035, Germania smentisce asse con l’Italia: “No al rinvio”

Ban ICE 2035, Germania smentisce asse con l’Italia: “No al rinvio”

La Germania smentisce l'asse con l'Italia sul rinvio del ban delle auto ICE dal 2035. Ma Urso rilancia con l'European Automotive Act

26 Settembre 2024 - 15:00

Negli ultimi giorni si era favoleggiato di una possibile intesa tra Italia e Germania per provare a rinviare il ban alle auto ICE (cioè con motore endotermico) che scatterà nel 2035. C’era stato pure un colloquio tra il nostro ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e il vicecancelliere e ministro dell’Economia e della Protezione climatica, Robert Habeck, che sembrava aver rinforzato il ‘patto’. Ma il nuovo asse italo-tedesco è durato poco: a margine del Consiglio competitività dell’UE andato in scena il 26 settembre, il segretario di Stato tedesco agli affari economici, Sven Giegold, ha dichiarato infatti che la Germania non ha come obiettivo rimettere in discussione lo stop del 2035. E che anzi, sulla questione, il suo Paese ha uno ‘spirito’ diverso rispetto all’Italia.

GERMANIA: “NESSUN RINVIO DEL BAN ICE 2035”

Giegold ha spiegato che le notizie apparse nelle ultime ore sono probabilmente frutto di un malinteso: “È vero che abbiamo avuto discussioni amichevoli con il ministro italiano Urso, ma non abbiamo lo stesso spirito sul target 2035 e non abbiamo intenzione di metterlo in discussione‘. Poi ha rincarato la dose chiarendo che la Germania è contro i nuovi biocarburanti, tanto cari invece all’Italia, perché “non sono a impatto neutrale sul clima“. Quanto al riesame del regolamento sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel nuove dal 2035, che sempre l’Italia vorrebbe anticipare dal 2026 al 2025, Giegold ha detto che è sicuramente previsto e che anche la Germania vuole che sia fatto, ma sulla base di una precisa raccolta dati.

URSO: “ITALIA FAVOREVOLE ALLO STOP BENZINA E DIESEL DEL 2035 SOLO A CERTE CONDIZIONI”

Evidentemente il ministro Urso aveva subodorato che l’ipotetico appoggio tedesco non era poi così solido, visto che proprio ieri, per la prima volta, è apparso meno rigido sul ban ICE del 2035, affermando che il Governo italiano potrebbe considerare quel termine, purché si realizzino alcune condizioni. Insomma, non più un ‘no’ categorico ma un ‘sì’ condizionato. È un passo avanti…

Urso ha presentato queste condizioni ai colleghi europei nell’ambito del Consiglio Competitività di Bruxelles, sostenendo l’introduzione di un ‘European Automotive Act‘, ed evidenziando nel contempo la necessità che la Commissione Europea anticipi dal 2026 ai primi mesi del 2025 la presentazione dei report sul settore previsti dal Regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri, attivando di conseguenza la clausola di revisione dall’articolo 15, al fine di riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. L’Italia, ha detto Urso, considera questo termine raggiungibile solo se si realizzano tre condizioni fondamentali:

  • istituire un fondo di sostegno per l’intera filiera e per i consumatori che acquistano vetture elettriche prodotte in Europa;
  • adottare un approccio che favorisca la neutralità tecnologica, riconoscendo un ruolo importante ai biocarburanti, agli efuels e all’idrogeno;
  • definire una strategia per garantire l’autonomia europea nella produzione di batterie, utilizzando materie prime critiche estratte e lavorate nel continente.

Consiglio UE 26 settembre 2024

PREOCCUPAZIONE PER LA CRISI DELL’AUTO

Il rischio concreto che corre il settore automotive“, ha detto Urso a margine del suo intervento, “è la scomparsa di interi segmenti industriali e la distruzione di numerosi posti di lavoro. Se non interveniamo subito, tra qualche mese troveremo in piazza gli operai dell’industria europea dell’auto, così come avvenuto qualche mese fa con gli agricoltori. È necessario, come dice Draghi, affrontare la tematica senza paraocchi, senza ideologie, ma con una visione di neutralità tecnologica, altrimenti l’Europa non reggerà la sfida. Dobbiamo quindi rivalutare il quadro in cui sono state assunte nel 2023 le decisioni correlate al settore dell’auto: i dati che emergono, gli allarmi che ci sono lanciati dall’industria automobilistica e dai sindacati, sono già eloquenti e sufficienti per trarre un primo bilancio. Per questo l’Italia intende accelerare il percorso creando nuove condizioni, affinché siano raggiunti gli obiettivi“.

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