Data Act Automotive: la promessa mancata della Commissione UE

Data Act Automotive: la promessa mancata della Commissione UE

Il regolamento specifico sui dati connessi per l’automotive non ci sarà, al suo posto una modifica al Reg. 858/2018

7 Maggio 2024 - 14:20

Il tanto atteso regolamento sugli In-Vehicle Data non ci sarà nei modi e nei tempi promessi dalla Commissione europea. La norma che avrebbe regolamentato in modo specifico l’accesso ai dati on-board generati dai veicoli connessi, richiede tempi tecnici più lunghi di quanto a disposizione della Commissione UE uscente. Al suo posto però ci sarà un lavoro più intenso per aggiornare in tempi rapidi il Regolamento di omologazione 858/2018, in particolare l’Allegato X, sugli aspetti legali della cyber security. Cosa comporterà questa promessa mancata? Ne abbiamo parlato con Massimo Brunamonti, Vicepresidente di EGEA (European Garage Equipment Association) che fa parte di AFCAR (Alliance for the Freedom of Car Repair).

IL REGOLAMENTO DI SETTORE SUI DATI CONNESSI PROMESSO ENTRO IL 2023

La lettera della Commissione europea ad AFCAR, è una promessa mancata per l’Independent Aftermarket, che attendeva un provvedimento annunciato dal commissario per il mercato interno Thierry Breton, entro il 2023, come riporta anche un post di FIGIEFA. Inizialmente tutto era stato rinviato al 2024, come vi abbiamo spiegato in questo articolo. Ora invece è ufficiale che la Commissione non ha ritenuto opportuno portare avanti il lavoro sul regolamento specifico di settore relativo al Data Act, evidentemente per le difficoltà legate alla fase transitoria in cui si rinnoverà il Parlamento e quindi anche la Commissione UE. “La bozza che la Commissione aveva promesso di presentare non è stata presentata, e ci risulta sia ferma al tavolo della Presidente von der Leyen, ci spiega Brunamonti.

“Il motivo addotto è che non ci sono i tempi tecnici per renderla operativa”. In pratica sarebbe un provvedimento a metà, un lavoro sprecato. “Credo che le preoccupazioni della Commissione riportate nella lettera siano legittime, poiché, da un lato la Corte UE ha fatto giustizia per gli indipendenti con la sentenza ATU-Carglass. Dall’altro le implicazioni della sentenza secondo la Commissione li obbliga a fornire degli strumenti che permettano la cyber security nella certezza legale.

LA MODIFICA DELL’ALLEGATO X REG. 858, COSA CAMBIA

D’altro canto, la Commissione UE si è impegnata a riaprire i lavori sulle modifiche all’Allegato X del Reg.858/2018, in modo che includa disposizioni in materia di cyber security per i Costruttori. “Questo perché la sentenza della Corte di giustizia europea stabilisce che non si possono introdurre modifiche se non previste già dal regolamento 858. Quindi la Commissione sostiene di voler integrare le disposizioni per permettere ai Costruttori di aggiungere dispositivi di cyber security, senza ‘toccare’ le necessità della concorrenza e dell’Independent Aftermarket”.

QUALI EFFETTI SULL’AFTERMARKET INDIPENDENTE?

Sarà interessante capire se i Costruttori OE continueranno a sostenere motivazioni di “sicurezza” per ostacolare l’accesso ai dati di bordo dei veicoli da parte degli operatori IAM (Independent Aftermarket). “Finché non vediamo la bozza, rimane solo una preoccupazione, ci spiega Brunamonti. “La Commissione ha dichiarato di rendere disponibile una proposta di legge entro l’estate. Il loro obiettivo è di predisporre una bozza della modifica dell’allegato X, da adottare prima di passare il testimone alla prossima Commissione”. Restate collegati, poiché torneremo presto sull’argomento.

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