![Dazi Trump auto straniere: quale impatto sull’Italia?](https://www.sicurauto.it/wp-content/uploads/2025/02/Auto-diplomatica-italiana-a-Parigi.jpg)
Scopri i dazi di Trump sulle auto straniere e il loro impatto sul commercio internazionale, e sull'industria automobilistica italiana
In quest’epoca di dazi l’ultima trovata sono quelli ‘reciproci’ di Donald Trump, introdotti per rispondere ai Paesi che impongono tasse sui beni americani e risolvere così quelle che il presidente USA considera pratiche commerciali scorrette. Trump però non si ferma qui e ha già annunciato che a breve arriveranno anche i dazi sulle auto straniere, sottolineando che si andranno ad aggiungere alle tariffe reciproche. Superfluo sottolineare che l’impatto di questi dazi sarebbe devastante per l’industria automobilistica mondiale (per lo meno quella non statunitense) e anche l’Italia, nel suo piccolo, verrebbe coinvolta.
CONSEGUENZE DEI DAZI DI TRUMP SULLE AUTO STRANIERE
Il magazine economico Bloomberg ha calcolato che gli eventuali dazi di Trump sulle importazioni di auto dall’estero (non ancora quantificati, forse del 10%) colpirebbero innanzitutto i costruttori tedeschi e sudcoreani. Nel 2024, infatti, risultava importato l’80% delle Volkswagen vendute negli Stati Uniti, il 65% delle Hyundai-Kia, il 63% delle Mercedes-Benz e il 52% di Bmw (guarda le percentuali degli altri gruppi nella tabella in basso). Complessivamente, l’anno scorso le importazioni hanno rappresentato la metà del mercato automobilistico statunitense per un totale di circa 8 milioni tra nuove autovetture e camion leggeri e un valore superiore a 240 miliardi di dollari. Il maggiore importatore di auto negli USA è stato il Messico con 2,9 milioni di veicoli, dinanzi a Corea del Sud con 1,54 milioni, Giappone con 1,38 milioni e Canada con 1,07 milioni.
Sempre secondo Bloomberg, se Trump dovesse confermare i dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada (attualmente sospesi fino al 6 marzo ma che continuano a pendere minacciosi sui due Paesi confinanti) gli utili operativi di Stellantis, Volkswagen, Bmw e Mercedes-Benz si assottiglierebbero di 6 miliardi di euro. Tanto per capire le dimensioni del disastro, circa il 65% delle auto a marchio proprio vendute da VW negli Stati Uniti sono prodotte proprio in Messico.
DAZI TRUMP SU AUTO ESTERE: L’IMPATTO SULL’ITALIA
E l’Italia, invece, come sta messa? A dire il vero gli stabilimenti italiani non esportano molti veicoli negli USA. Tuttavia l’impatto non sarebbe indolore. Nel 2023, ultimo dato annuale completo disponibile, in base ai dati Anfia rielaborati da Motor1 l’Italia ha esportato verso gli Stati Uniti 74.731 auto, il 20,9% del totale di 358.203 auto made in Italy esportate in tutto il mondo, per un valore di 3.883.300.000 euro. Percentuale che tra l’altro è già vistosamente scesa nei primi dieci mesi del 2024, anno horror per la produzione italiana di autovetture, con appena 25.202 auto esportate dall’Italia negli USA, il 12,6% sul totale esportato dal nostro Paese, per una valore di 2.854.700.000 euro. Nello stesso periodo le auto statunitensi importate in Italia sono state appena 3.415 (0,3% delle importazioni di auto estere in Italia).
CASE AUTO ITALIANE PIÙ COLPITE DAI DAZI USA
Fatta questa premessa, quali sarebbero i marchi italiani più colpiti dai dazi di Trump? Probabilmente non la Fiat, che nel 2023 ha venduto negli USA appena 605 unità. Oggi l’unica vettura Fiat venduta negli Stati Uniti è la 500e, che viene prodotta a Mirafiori. Viceversa l’Alfa Romeo è molto popolare da quelle parti, anche se non a livello delle competitor tedesche, con 10.898 modelli venduti nel 2023. Nel caso del ‘biscione’ gli eventuali dazi americani risulterebbero molto più impattanti. Ad esempio se il dazio applicato fosse davvero del 10%, una Stelvio che oggi negli USA costa 45.950 dollari arriverebbe a costarne 50.545.
Discorso leggermente diverso per le supercar: è vero che per Ferrari, Lamborghini, Maserati e le varie realtà di nicchia (p.es. Pagani) quello nordamericano rappresenta il primo mercato globale. Ma è altrettanto vero che la clientela di queste vetture non perde troppo tempo col prezzo. In ogni caso un eventuale rincaro del 10% a causa dei dazi non passerebbe inosservato neppure per i marchi di lusso (specie per l’agonizzante Tridente che vende il 40% delle sue vetture negli USA).