Dazi UE sulle auto elettriche cinesi: definite variazioni piuttosto minime ma con misure particolari per Tesla e altri produttori
In attesa della ratifica definitiva che avverrà, nel caso, tra ottobre e novembre 2024, la Commissione europea ha aggiornato, divulgandoli alle parti interessate, i dazi aggiuntivi sull’import nell’UE di auto elettriche prodotte in Cina, introdotti a decorrere dal 5 luglio come conseguenza dell’indagine anti-dumping. Si tratta in realtà di variazioni piuttosto minime, mentre spicca la misura ad hoc adottata nei confronti di Tesla, che produce a Shanghai un vasto quantitativo di Model 3 destinate al mercato europeo.
COME CAMBIANO I DAZI UE SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI
Originariamente, le aliquote erano state definite in questa maniera: BYD al 17,4%, Geely al 19,9%, SAIC (che controlla il marchio MG) al 37,6%. Ad altri produttori che avevano collaborato all’indagine era stato applicato un dazio del 20,8%, mentre per le società che non avevano collaborato si era deciso per il 37,6%. Attenzione: queste percentuali vanno tutte sommate all’aliquota fissa del 10% che era già prevista.
Ma dopo l’adeguamento contenuto nella bozza conclusiva della Commissione UE, le aliquote hanno subito un leggero ritocco: ora BYD è al 17,0%, Geely al 19,3%, SAIC al 36,3%, le altre società che hanno collaborato sono al 21,3% e quelle che non l’hanno fatto al 36,3% (a queste percentuali va sempre aggiunto il 10%).
TESLA PRODOTTE IN CINA: ALIQUOTA DEL 9% SULLE IMPORTAZIONI IN EUROPA
A Tesla è stata invece applicata un’aliquota del 9% sui veicoli esportati dalla Cina in Europa. Il dazio aggiuntivo è stato introdotto dopo che i tecnici della Commissione hanno potuto esaminare con estrema attenzione il caso della società di Elon Musk, concludendo che la percentuale del 9% equivale alla quantità di sussidi che Tesla riceve da Pechino, in particolare forniture di batterie a prezzi inferiori al mercato. Occorre dire che il marchio americano si era portato avanti aumentando di 1.500 euro il listino della Model 3.
A parte Tesla, la nuova bozza prevede la possibilità per diversi esportatori cinesi e per alcune joint venture realizzate con costruttori dell’UE (che nel periodo dell’inchiesta non esportavano ancora) di beneficiare dell’aliquota sui dazi più bassa. Ad esempio la Cupra Tavascan, costruita da Seat in Cina, sarà soggetta a una tariffa del 21,3%, anche se la casa spagnola sta lavorando per ridurre ulteriormente la tassa. Si è deciso infine di non riscuotere retroattivamente i dazi compensativi.
DAZI UE BEV CINESI: COSA SUCCEDE ADESSO
Le parti interessate hanno adesso la possibilità di richiedere audizioni con la Commissione UE il prima possibile e di fornire osservazioni ‘entro 10 giorni’. Successivamente, dopo aver preso in considerazione le osservazioni delle parti interessate, la Commissione presenterà la decisione finale agli Stati membri, che voteranno per l’adozione definitiva dei dazi (la proposta della Commissione viene adottata a meno che non vi sia una maggioranza qualificata contraria). Il voto avrà effetto vincolante e le misure definitive, se confermate, dovranno essere istituite entro 4 mesi dall’istituzione dei dazi provvisori (in vigore dal 5 luglio scorso) e saranno in vigore per 5 anni, salvo proroghe. Un regolamento di esecuzione della Commissione, contenente le conclusioni definitive dell’inchiesta, sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale entro il 30 ottobre 2024, cioè entro 13 mesi dall’apertura dell’indagine.