Dazi USA del 25% su auto straniere: quale impatto sull’Europa?

Dazi USA del 25% su auto straniere: quale impatto sull’Europa?

Scopri nuovi i dazi USA del 25% sulle auto straniere e quale impatto avranno sul commercio internazionale e sull'industria europea e italiana

27 Marzo 2025 - 11:15

Il presidente americano Donald Trump ha dato seguito alle sue minacce annunciando ufficialmente l’applicazione di dazi del 25% su tutte le auto importate negli USA e prodotte all’estero, inclusi i pezzi di ricambio (ma con qualche eccezione). Le nuove tariffe doganali entreranno in vigore il 3 aprile 2025 per le auto e il 3 maggio per i componenti. Superfluo sottolineare che l’impatto di questi dazi rischia di rivelarsi devastante per l’industria automobilistica mondiale (inclusa quella statunitense, nonostante le intenzioni protezionistiche di Trump) e anche l’Italia, nel suo piccolo, sarà fortemente coinvolta. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha espresso profondo rammarico per la decisione di Trump, sottolineando che i dazi sono tasse dannose per le aziende e anche peggio per i consumatori, sia dell’USA che dell’UE.

I DETTAGLI DEI DAZI USA SULLE AUTO STRANIERE

Dunque, ricapitolando: i nuovi dazi USA del 25% riguarderanno tutte le auto e i veicoli commerciali leggeri importati negli Stati Uniti e prodotti all’estero, componenti compresi. Il dazio del 25% decuplicherà quello del 2,5% già presente sulle auto estere, mentre per gli autocarri leggeri fino a 3.860 kg di peso era già del 25%. Ricordiamo che attualmente l’Unione Europea applica dazi del 10% sull’import di auto americane.

L’eccezione sui componenti è temporanea e limitata a quelli che provengono da Messico e Canada e coperti dall’accordo di libero scambio nordamericano. In pratica, da quello che si è capito (non molto a dire il vero, perché in conferenza stampa non sono stati chiarissimi), questa eccezione dovrebbe riguardare solo la componentistica di origine statunitense e incorporata in vetture finite in Messico e Canada.

CONSEGUENZE DEI DAZI DI TRUMP SULLE AUTO STRANIERE: EUROPA IN DIFFICOLTÀ

Il magazine economico Bloomberg ha calcolato che dazi USA sulle importazioni di auto dall’estero colpiranno innanzitutto i costruttori tedeschi e sudcoreani. Nel 2024, infatti,  risultava importato l’80% delle Volkswagen vendute negli Stati Uniti, il 65% delle Hyundai-Kia, il 63% delle Mercedes-Benz e il 52% di Bmw (guarda le percentuali degli altri gruppi nella tabella in basso). Complessivamente, l’anno scorso le importazioni hanno rappresentato la metà del mercato automobilistico statunitense per un totale di circa 8 milioni tra nuove autovetture e camion leggeri e un valore superiore a 240 miliardi di dollari. Il maggiore importatore di auto negli USA è stato il Messico con 2,9 milioni di veicoli, dinanzi a Corea del Sud con 1,54 milioni, Giappone con 1,38 milioni e Canada con 1,07 milioni.

Sempre secondo Bloomberg, se Trump dovesse confermare i dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada (attualmente sospesi ma che continuano a pendere minacciosi sui due Paesi confinanti) gli utili operativi di Stellantis, Volkswagen, Bmw e Mercedes-Benz si assottiglierebbero di 6 miliardi di euro. Tanto per capire le dimensioni del disastro, circa il 65% delle auto a marchio proprio vendute da VW negli Stati Uniti sono prodotte proprio in Messico.

Dati Bloomberg

DAZI USA SU AUTO STRANIERE: NEI GUAI ANCHE ELON MUSK?

Curiosamente i nuovi dazi USA del 25% rischiano di essere nocivi anche per Tesla, nonostante Elon Musk sia uno dei principali sostenitori del presidente Trump e abbia pure un ruolo nella sua amministrazione come responsabile del DOGE, il discusso Dipartimento per l’efficienza governativa. Lo stesso Trump ha detto che, proprio per evitare conflitti di interesse, Musk non ha partecipato alle discussioni sui dazi. Ma perché Tesla, un’azienda americana che produce prevalentemente negli Stati Uniti, rischia anch’essa pesanti ripercussioni dai nuovi dazi di Trump? Il motivo è presto detto: Tesla importa buona parte dei suoi componenti dall’estero (batterie dalla Cina, da dove provengono anche componenti per i sedili e del cruscotto, mentre altri pezzi di ricambio vengono prodotti in Belgio e in altri Paesi), che risulteranno quindi tassati e costringeranno probabilmente l’azienda ad alzare i prezzi delle auto.

DAZI USA SU AUTO ESTERE: L’IMPATTO SULL’ITALIA

E l’Italia, invece, come sta messa? A dire il vero gli stabilimenti italiani non esportano molti veicoli negli USA. Tuttavia l’impatto non sarebbe indolore. Nel 2023, ultimo dato annuale completo disponibile, in base ai dati Anfia rielaborati da Motor1 l’Italia ha esportato verso gli Stati Uniti 74.731 auto, il 20,9% del totale di 358.203 auto made in Italy esportate in tutto il mondo, per un valore di 3.883.300.000 euro. Percentuale che tra l’altro è già vistosamente scesa nei primi dieci mesi del 2024, anno horror per la produzione italiana di autovetture, con appena 25.202 auto esportate dall’Italia negli USA, il 12,6% sul totale esportato dal nostro Paese, per una valore di 2.854.700.000 euro. Nello stesso periodo le auto statunitensi importate in Italia sono state appena 3.415 (0,3% delle importazioni di auto estere in Italia).

C’è però da considerare l’impatto sui componenti, tenendo presente, come ricorda Quattroruote, che la nostra filiera è massicciamente integrata nelle attività produttive tedesche, al punto che oggi dal 10 al 30% di un’auto assemblata negli impianti Bmw, Volkswagen o Mercedes ha origini italiane. L’anno scorso, sempre secondo i dati dell’Anfia, la Germania ha importato ben il 19,9% dell’intera produzione di componentistica del nostro Paese. Pertanto se i dazi statunitensi danneggeranno soprattutto l’export tedesco, gli effetti negativi ricadranno a cascata anche sulle imprese italiane.

CASE AUTO ITALIANE PIÙ COLPITE DAI DAZI USA

Ma quali sarebbero i marchi italiani più colpiti dai dazi di Trump? Probabilmente non la Fiat, che nel 2023 ha venduto negli USA appena 605 unità. Oggi l’unica vettura Fiat venduta negli Stati Uniti è la 500e, che viene prodotta a Mirafiori. Viceversa l’Alfa Romeo è molto popolare da quelle parti, anche se non a livello delle competitor tedesche, con 10.898 modelli venduti nel 2023. Nel caso del ‘biscione’ gli eventuali dazi americani risulterebbero molto più impattanti. Ad esempio con un dazio del 25%, una Stelvio che oggi negli USA costa 45.950 dollari arriverebbe a costarne 57.437, risultando inevitabilmente ‘fuori mercato’.

Discorso leggermente diverso per le supercar: è vero che per Ferrari, Lamborghini, Maserati e le varie realtà di nicchia (p.es. Pagani) quello nordamericano rappresenta il primo mercato globale. Ma è altrettanto vero che la clientela di queste vetture non sta a vedere troppo il prezzo. In ogni caso un rincaro del 25% a causa dei dazi non passerebbe inosservato neppure per i marchi di lusso (specie per l’agonizzante Tridente che vende il 40% delle sue vetture negli USA).

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