L’IAM punta i piedi sull’accesso ai dati connessi e alle funzioni digitali: i rischi dell’automotive indipendente spiegati in 6 punti chiave
L’ecosistema automobilistico e della mobilità europea si trova attualmente in una fase critica, caratterizzata da un rapido progresso tecnologico e la diffusione dei veicoli connessi. Questa evoluzione richiede un intervento normativo immediato per garantire un accesso equo ai dati, alle funzioni e alle risorse dei veicoli. E’ quanto richiedono a gran voce le principali associazioni europee che rappresentano la filiera dell’Independent Aftermarket (ADPA, AIRC, CECRA, CLEPA, EGEA, ETRMA, FIA, FIGIEFA, INSURANCE EUROPE e LEASEEUROPE) che hanno spiegato importanti punti critici in merito alle normative esistenti e sottolineato l’inefficacia degli investimenti effettuati negli ultimi 15 anni, se vanificati dalle Case auto. Le auto connesse sono state oggetto di studio nel nostro 3° Aftermarket Report Auto Connesse ed Elettriche: le opportunità di oggi e di domani, che presenteremo in anteprima al FuturMotive il 16 novembre 2023.
SBLOCCARE IL POTENZIALE INESPLORATO DELL’INDEPENDENT AFTERMARKET (IAM)
Un comunicato stampa congiunto delle associazioni IAM spiega che negli ultimi 10-15 anni, i fornitori di servizi automobilistici e di mobilità indipendenti europei hanno investito in soluzioni di retrofit per accedere ai dati generati dai veicoli. Questo ha promosso l’innovazione e la diffusione di servizi che migliorano la riparazione e la manutenzione dei veicoli, la sicurezza, la gestione delle flotte, promuovono nuovi servizi di mobilità, intrattenimento a bordo e molto altro. Tuttavia, questa è solo una piccola parte del potenziale che si potrebbe sbloccare se l’accesso ai dati fosse garantito.
L’accesso equo ai dati generati dai veicoli – inclusi i mezzi pesanti su cui incombe un nuovo regolamento in arrivo – alle funzioni e alle risorse, è fondamentale per lo sviluppo dei servizi digitali che possono trasformare l’industria automobilistica e della mobilità. Tuttavia, i Produttori di veicoli godono attualmente di una posizione privilegiata come custodi dei dati dei veicoli, una dichiarazione che abbiamo raccolto anche nell’intervista a Laurianne Krid, Director General FIA Region I, questo vantaggio è utilizzato per limitare l’accesso ai dati attraverso il design dei veicoli stessi.
IL DATA ACT: UNA LEGGE GENERALE E INADEGUATA ALL’AUTOMOTIVE
Sebbene il Data Act dell’Unione Europea stabilisca importanti principi di condivisione dei dati, la proposta non affronta in modo adeguato il problema fondamentale della concorrenza tra OEM (Original Equipment Manufacturer) e IAM (Independent Aftermarket). Le norme orizzontali del Data Act risultano inadeguate per affrontare i problemi di concorrenza specifici dell’industria automobilistica secondo le associazioni IAM.
“L’Europa ha bisogno di un quadro regolamentare per l’accesso ai dati dei veicoli, che garantisca un accesso equo ai dati per tutti i soggetti di mercato che possono sbloccare investimenti in servizi tradizionali e innovativi. Uno studio recente ha dimostrato che l’assenza di tale regolamentazione comporterà potenziali perdite significative, pari a 26 miliardi di euro entro il 2030 e 95 miliardi di euro entro il 2050 per il settore automobilistico indipendente”.
L’APPELLO DELL’IAM IN 6 PUNTI SUI DATI GENERATI DAI VEICOLI CONNESSI
- “Attualmente ci sono circa 56 milioni di veicoli connessi sulle strade europee. Entro il 2030, questo numero supererà i 115 milioni. I produttori di veicoli intendono sfruttare la connettività per sviluppare i propri servizi per i consumatori”.
- “I produttori di veicoli stanno sempre più collaborando con i giganti informatici, noti anche come “GAFAs” – (Google, Apple, Facebook e Amazon, ndr) per sviluppare nuovi veicoli e servizi basati sul software in Europa. Questi colossi sono presenti a tutti i livelli del veicolo, dai sistemi operativi e software alle app e all’assistenza vocale. Insieme, potrebbero catturare la quota più grande del flusso di dati automobilistici di domani”.
- “Il settore automobilistico e della mobilità possono dare un contributo significativo alla transizione verde. Operatori indipendenti stanno sviluppando servizi di mobilità più sostenibili, come la manutenzione ottimizzata dei veicoli, la manutenzione predittiva, il training dei conducenti e l’assicurazione basata sulla guida”.
- “Il Data Act è una legislazione orizzontale e manca delle sfumature necessarie per affrontare problemi di concorrenza sistemica unici in settori specifici. Inoltre, il suo campo di applicazione si limita all’accesso ai dati. Numerose applicazioni automobilistiche dipendono anche dall’accesso alle funzioni e alle risorse dei veicoli, che esulano dal campo di applicazione del Data Act”.
- “I rischi legati alla sicurezza informatica sono spesso citati come scusa per non consentire l’accesso ai dati, alle funzioni e alle risorse dei veicoli, il che è ingiustificato. Gli operatori indipendenti sono pienamente impegnati a fornire soluzioni sicure e a basarsi sulle implementazioni di sicurezza informatica dei produttori di veicoli”.
- “Per oltre 30 anni, la porta OBD (On Board Diagnostic) è stata utilizzata per fornire l’accesso ai dati necessari del veicolo, consentendo lo sviluppo dei primi servizi automobilistici basati sui dati. Tuttavia, i costi iniziali degli investimenti e la complessità operativa legati a tali dispositivi hanno limitato la gamma delle applicazioni e ostacolato la scalabilità dei modelli di business. Con l’interconnessione crescente dei veicoli, le interfacce over-the-air (OTA) e le piattaforme di applicazioni a bordo si apre la porta a una nuova era di servizi automobilistici e di mobilità. In assenza di misure regolamentari proattive dell’UE, i fornitori di servizi indipendenti rischiano di perdere l’accesso a set di dati del veicolo critici o di essere sottoposti a condizioni di accesso dettate esclusivamente dai produttori di veicoli”.
“L’urgenza della situazione non può essere sottovalutata. L’azione regolamentare immediata è imperativa per sbloccare l’ecosistema europeo dei dati automobilistici, promuovendo la concorrenza, l’innovazione, la scelta del consumatore e l’accessibilità. Chiediamo alla Commissione europea di agire in modo deciso e proporre una legislazione settoriale specifica sull’accesso ai dati dei veicoli, alle funzioni e alle risorse entro la fine di quest’anno”, scrive il partenariato di associazioni IAM.