Durante il Tavolo Automotive il Ministro Urso ha presentato un nuovo piano di incentivi auto per rilanciare la filiera nazionale
Il Tavolo Automotive, recentemente presieduto dal Ministro Adolfo Urso presso Palazzo Piacentini, ha segnato un punto di svolta significativo nella strategia di implementazione degli incentivi auto per l’acquisto e la produzione in Italia. La nuova rotta annunciata dovrà dare maggiore supporto alle famiglie con un reddito basso e alle imprese che producono veicoli con elevato numero di componenti realizzati in Italia o nell’Unione europea. Uno stravolgimento del paradigma di incentivazione finora utilizzato, che non ha restituito un effettivo aumento della produzione Made in Italy.
NUOVA VISIONE DI INCENTIVI PER L’ACQUISTO E LA PRODUZIONE AUTOMOTIVE
Al Tavolo Automotive hanno partecipato, assieme al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – noto, tra le tante iniziative promosse, anche per aver spinto Stellantis a cambiare nome all’Alfa Romeo Milano perché prodotta in Polonia, il Viceministro Valentino Valentini, i Sottosegretari Fausta Bergamotto e Massimo Bitonci, oltre ai rappresentanti delle principali aziende automobilistiche nazionali, delle organizzazioni sindacali e datoriali, delle Regioni e dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA).
Il Ministro Urso ha delineato una visione rinnovata per la politica degli incentivi auto, ponendo l’accento sulla necessità di sostenere la filiera produttiva nazionale e l’occupazione, senza trascurare il rinnovo del parco auto circolante e il supporto alle famiglie con reddito basso. “La prossima edizione dell’ecobonus deve presentare una significativa discontinuità. La priorità è il sostegno alla filiera nazionale e all’occupazione”, ha dichiarato Urso.
OBIETTIVO MANCATO IN ITALIA CON GLI INCENTIVI AUTO
I dati presentati durante l’incontro hanno mostrato qual è stato l’impatto degli incentivi dall’attivazione della piattaforma di prenotazione. In due mesi sono state registrate oltre 25.000 prenotazioni, con risorse dedicate alle auto elettriche rapidamente esaurite, pari a quasi 230 milioni di euro. Tra i richiedenti, il 77% delle risorse prenotate riguardano persone fisiche e circa il 25% di queste risorse è destinato a persone con un ISEE inferiore a 30.000 euro. “A questi dati incoraggianti, che evidenziano la buona riuscita del piano, non è corrisposto però un incremento dei volumi produttivi degli stabilimenti italiani, il quinto target stabilito.”, ammette il MIMIT in una nota stampa.
NUOVO PIANO INCENTIVI AUTOMOTIVE: A SETTEMBRE I LAVORI
Il piano presentato al Tavolo Automotive prevede una rimodulazione degli incentivi per i prossimi anni, spostando il focus sull’offerta e puntando su una programmazione pluriennale delle risorse. Questo approccio è studiato per consentire alle case automobilistiche una migliore pianificazione degli investimenti e per fornire alle famiglie maggiori certezze nella possibilità di acquistare un’auto nuova, non solo più efficiente e sicura. Il fondo automotive potrà contare su 750 milioni di euro per il 2025, aumentando a un miliardo di euro l’anno dal 2026 al 2030.
A partire da settembre quindi inizierà la definizione del nuovo schema di incentivazione della domanda e dell’offerta della filiera, che terrà conto delle indicazioni delle diverse Amministrazioni coinvolte (PCM, MEF, MIT, MASE) e delle proposte avanzate dai principali stakeholder presenti al Tavolo.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANFIA
Il Presidente dell’ANFIA, Roberto Vavassori, ha commentato la nuova direzione degli incentivi, esprimendo la necessità di focalizzare l’attenzione sulle politiche di sostegno alle imprese. “E’ giunto il momento di dedicare almeno altrettanta attenzione alle politiche di sostegno all’offerta, ha affermato Vavassori, quindi alle politiche industriali per accompagnare nella transizione energetica l’intera filiera produttiva automotive, che non è formata soltanto da Costruttori e componentisti, ma anche da comparti come le società di engineering e gli allestitori di veicoli commerciali e industriali, che vantano un alto grado di competenze e specializzazione. A tutti dobbiamo offrire soluzioni e nuove opportunità di business. La nostra è l’unica filiera a cui è richiesta, a livello europeo, un’impegnativa e obbligatoria transizione energetica entro tempi più brevi rispetto ad altri settori”.