L’IAM scrive alla Commissione: “accelerare sugli In-Vehicle data”

L’IAM scrive alla Commissione: “accelerare sugli In-Vehicle data”

Le associazioni IAM europee tornano a bussare alla porta di Ursula von der Leyen e chiedono di accelerare una normativa sugli In-Vehicle data

16 Ottobre 2024 - 16:23

Le principali associazioni dell’Independent Aftermarket d’Europa, che rappresentano un’ampia gamma di operatori nel settore dei servizi di mobilità e post-vendita automobilistico, hanno preso una posizione decisa e critica riguardo al tema dell’accesso ai dati generati dai veicoli. L’annosa faccenda non nuova, ma tornata d’attualità con l’insediamento della nuova Commissione europea, è stata affrontata in una missiva alla Presidente Ursula von der Leyen, sottoscritta da ADPA – AIRC – CECRA – CLEPA – EGEA – ETRMA – FIA Region I – FIGIEFA – Insurance Europe – Leaseurope. La posizione delle associazioni IAM si contrappone apertamente a quella dell’ACEA contraria a un regolamento sugli In-Vehicle Data, evidenziando la necessità di accelerare sul quadro normativo che garantisca un accesso equo e trasparente ai dati dai veicoli.

L’IMPORTANZA DELL’ACCESSO AI DATI PER IL SETTORE IAM

Le associazioni IAM europee hanno da tempo evidenziato che l’accesso ai dati generati dai veicoli è fondamentale per garantire una concorrenza leale e promuovere l’innovazione nel settore dei servizi automobilistici. A differenza dei produttori di automobili, rappresentati dall’ACEA, che spesso vedono l’accesso ai “dati connessi” come un elemento da regolare in modo restrittivo per proteggere interessi di lobby, gli attori del mercato indipendente (IAM) richiedono una normativa che assicuri l’accesso ai dati dei veicoli in modo diretto e senza barriere artificiose. I lavori sull’approvazione di un regolamento verticale cosiddetto “In-Vehicle Data” si sono arenati, come si legge dall’agenda della Commissione UE.

“Nella sua lettera del 5 aprile 2023, lei ha confermato che la Commissione avrebbe proposto una legislazione per affrontare questa questione entro la fine dell’anno. La proposta è stata redatta in seguito a una consultazione approfondita con i portatori di interesse e supportata da evidenze basate su studi condotti da vari Direttorati Generali, incluso il JRC. Ha persino ricevuto un parere positivo dal Regulatory Scrutiny Board sulla sua valutazione di impatto. Tuttavia, comprendiamo che le tempistiche delle elezioni europee hanno impedito alla precedente Commissione di adottare questa proposta. Ora la esortiamo a portare avanti la proposta già pronta sull’accesso ai dati, alle funzioni e alle risorse generate dai veicoli come parte del suo piano per i primi 100 giorni. Siamo pronti a collaborare con lei e i suoi servizi per sostenere questa iniziativa cruciale per la competitività nei settori automobilistico e della mobilità europei.”

ACCELERARE UNA REGOLAMENTAZIONE SETTORIALE SPECIFICA

A differenza di quanto hanno manifestato le Case auto, le associazioni IAM sottolineano che l’attuale quadro normativo, in particolare “il Data Act non risolve le questioni specifiche legate all’architettura dei veicoli, che è regolata dalla Type Approval Regulation. Non risolve il problema sistemico di concorrenza nel nostro settore, né fornisce la base legale per investimenti economici in servizi basati sui dati generati dai veicoli. Il Data Act stesso prevede una legislazione settoriale complementare per consentire un accesso equo ai dati generati dai veicoli e sbloccare il pieno potenziale dell’economia basata sui dati a sostegno della competitività del settore automobilistico”.

IAM CONTRARIO ALLA DEREGOLAMENTAZIONE DEL MERCATO DEI DATI CONNESSI

Contrariamente a quanto spesso sostenuto dall’ACEA, le associazioni IAM respingono l’idea che una riduzione della regolamentazione possa favorire il mercato. Al contrario, sottolineano come un quadro normativo chiaro e preciso sia indispensabile per garantire una concorrenza leale e stimolare gli investimenti. La storia dei mercati regolamentati in settori come l’aviazione, le telecomunicazioni e l’energia ha dimostrato che una regolamentazione mirata può portare a benefici significativi per i consumatori e per le imprese.

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