Quanti posti di lavoro in Italia dall’elettrico entro il 2030?

Quanti posti di lavoro in Italia dall’elettrico entro il 2030?

La transizione elettrica nelle aziende automotive italiane non sarà un terremoto: rischi e opportunità al 2030 nello studio della Ca’Foscari

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16 Novembre 2023 - 12:31

L’elettrificazione della mobilità sta rivoluzionando il mondo dell’automotive e avrà inevitabili implicazioni sull’occupazione nelle aziende italiane ed estere. I volumi di vendite globali di auto EV continuano a crescere mentre le immatricolazioni globali calano, questo mette in apprensione l’industria automotive che teme migliaia di licenziamenti e perdita di fatturato. Ma è davvero così? Cosa cambierà per i fornitori automotive in Italia? Il primo rapporto dell’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive (TEA), realizzato in collaborazione l’Università Ca’Foscari di Venezia, fa una stima su quanti posti di lavoro conterà il comparto automotive in Italia entro il 2030, tenendo in considerazione la transizione ecologica in atto.

CHI SONO I MEMBRI DELL’OSSERVATORIO TEA?

L’osservatorio TEA, analizza le trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano, nasce a fine 2022 per supportare istituzioni e industria nel processo di transizione verso una mobilità sempre più efficiente e sostenibile. Per farlo può contare su un database in continua espansione che mappa già oltre 2.500 aziende del settore, creato per produrre evidenze scientifiche inedite sulle competenze delle imprese e dei lavoratori. I suoi membri sono:

  • Il CAMI (Center for Automotive and Mobility Innovation) un network di ricercatori formato da accademici ed esperti nel campo dell’automotive e della mobilità sostenibile, guidato dal Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia. La sua missione è quella di produrre evidenze scientifiche e disseminarne i risultati.
  • Motus-E , che è la prima associazione italiana costituita su impulso dei principali operatori industriali, del mondo accademico e dell’associazionismo ambientale e d’opinione per favorire la transizione del settore nazionale dei trasporti verso l’adozione massiva di mezzi sostenibili, promuovendo la mobilità elettrica e divulgandone i benefici connessi alla tutela ambientale.
  • IRCrES, l’Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile del CNR, che ha la missione di svolgere attività di ricerca e sviluppo su tre principali aree tematiche: Evoluzione del sistema industriale italiano ed europeo; Organizzazione e sostenibilità dei grandi sistemi delle società contemporanee; Analisi socioeconomica dell’ambiente. Inoltre, lo statuto IRCrES indica due principali aree di ricerca orizzontale che si occupano di Innovazione e Valutazione delle politiche pubbliche.

ANALISI DELL’OCCUPAZIONE IN ITALIA AZIENDE ICE, BEV O MISTE

Le auto elettriche hanno meno componenti in comune con le auto tradizionali, è un dato di fatto. È anche vero che le parti strettamente legate al funzionamento del motore a combustione sono sostituite nelle auto 100% elettriche da componenti ad alta tensione e per la gestione termica, particolarmente importante. La ricerca realizzata dal CAMI con il contributo di Motus-E, stima quali effetti avrà la transizione elettrica sull’occupazione. Delle 2.400 imprese italiane analizzate, è emerso che di queste 199 (8,3% del totale) hanno nel proprio portfolio prodotti almeno un componente legato al powertrain endotermico e che, di queste, solo 93 (meno del 4%) hanno componenti automotive esclusivamente destinati al mercato ICE. Ne deriva che, complessivamente, per quanto riguarda la transizione tecnologica la filiera italiana dimostra una percentuale di imprese esposte al rischio di uscita dal mercato molto contenuta: le politiche di accompagnamento alla riconversione e alla diversificazione che potranno essere attuate con un orizzonte temporale di medio periodo potrebbero, viceversa, creare una opportunità per un rilancio della competitività del comparto, in particolare in Lombardia e Piemonte.

L’8% DEI FORNITORI AUTOMOTIVE ITALIANI PRODUCE ALMENO UN COMPONENTE ICE

L’impatto sull’occupazione dipende principalmente dalla tipologia della produzione, ma non sarà necessariamente negativo. I ricercatori sono partiti dal valutare lo scenario industriale attuale in Italia, individuando la numerosità dei dipendenti e la destinazione dei componenti prodotti (per veicoli endotermici, elettrici o misti), escludendo il comparto infrastrutture ed energia. Come anticipato, delle 2.400 imprese italiane analizzate dall’osservatorio:

Il 40% degli occupati è in imprese con fatturato superiore ai 250 milioni di euro relativo al 2020. La distribuzione geografica dei 43.000 dipendenti di aziende che producono almeno un componente specifico per motori endotermici vede in testa:

  • Piemonte, 36%;
  • Lombardia, 34%.

I 14.000 occupati più a rischio sono impiegati nelle aziende fornitrici automotive che hanno specializzato la loro attività esclusivamente sul motore endotermico. Si trovano prevalentemente in:

  • Piemonte, 50%;
  • Lombardia, 24%;

Il report sottolinea che “le imprese considerate a rischio in Piemonte, pur essendo numericamente il 30% in meno rispetto a quelle della Lombardia, generano un fatturato 8 volte superiore con 3,5 volte il numero degli occupati di quest’ultima”.

POSSIBILI SCENARI OCCUPAZIONALI IN ITALIA ENTRO IL 2030

Una volta elaborato il database sull’analisi delle aziende automotive italiane coinvolte nella produzione di componentistica automotive, lo studio ha formulato 4 potenziali ipotesi, basate sulle previsioni di mercato al 2030 di Boston Consulting Group, IHS Markit e Standard & Poor’s:

  • -42% occupati nelle aziende specializzare nelle ICE;
  • +10% occupati di aziende non ICE, mettendo in conto la possibile contrazione del mercato;
  • la produzione europea si ridurrà del 4% e le vendite dell’8%;
  • quota auto elettriche prodotte in Europa al 59%.

Per stimare il rischio delle aziende legato alla transizione elettrificata, gli analisti hanno valutato distintamente le imprese in funzione di produzione e occupazione, suddivise tra:

  • aziende multi-componente (ICE + BEV) con produzione e occupati divisi in modo
    • Basso
    • Medio
    • Trascurabile
  • aziende che producono esclusivamente componenti per ICE;
  • aziende che producono esclusivamente componenti per BEV;

COME CAMBIERA’ L’OCCUPAZIONE PER LA FILIERA AUTOMOTIVE ITALIANA?

Nell’ipotesi che le variabili stimante restino costanti, lo studio conclude che la transizione elettrificata non comporterà un impatto negativo sull’occupazione visto il basso numero di lavoratori in aziende che producono solo componenti per veicoli ICE. Inoltre non è stato considerato l’effetto positivo nei settori infrastrutture, energia e servizi connessi. Secondo i dati di BCG, solo da infrastrutture ed energia è previsto un aumento del +30% di occupazione entro il 2030, con la creazione di circa 7.000 nuovi posti di lavoro.

Negli scenari previsti dallo studio, l’occupazione cambierà così in base al rischio:

  • aziende mono-componente (ICE): rischio alto e occupazione -41%, da 14.139 (2020) a 8.285 (2030);
  • aziende multi-componente (ICE + BEV): rischio da medio a trascurabile e occupazione da -21% a -6%;
  • aziende che producono componenti “invarianti” cioè comuni sia ad ICE / BEV (esempio: freni, sospensioni, braccetti, etc) o esclusivamente BEV: rischio basso e occupazione +11%, da 214.998 (2020) a 239.819 (2030).

Oltre al saldo occupazionale, le aziende analizzate si possono suddividere in due gruppi, in base all’impatto immediato che devono affrontare:

  • impatto tecnologico, più un’impresa è specializzata nella produzione di componenti ICE, più è soggetta ad impatti occupazionali negativi nel caso in cui non riuscisse ad affrontare efficacemente la transizione verso nuove tecnologie;
  • impatto sulla competitività: più un’impresa è specializzata nella produzione di componenti EV più sarà esposta ad impatti occupazionali negativi in caso di contrazione di domanda e produzione europea e in presenza anche di una maggiore presenza di aziende competitor

Questo articolo fa parte del terzo aftermarket report di SicurAUTO.it Auto Connesse ed Elettriche: le opportunità di oggi e domani. Per leggerlo tutto clicca il banner sotto.

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