Rigenerazione ricambi, REMANAUTO: “manca una normativa”

Rigenerazione ricambi, REMANAUTO: “manca una normativa”

La rigenerazione dei ricambi auto, da alternativa al nuovo a soluzione sostenibile per l’industria automotive: ce la racconta REMANAUTO

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28 Ottobre 2024 - 09:01

La sostenibilità ambientale e l’efficienza guidano sempre più le scelte industriali orientate al Green Deal europeo. L’industria automotive è sicuramente uno dei settori che attraverso la rigenerazione dei ricambi, ha il potenziale per contribuire a raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. Recuperare i ricambi auto usurati per salvarne alcune parti o ridargli una nuova vita, come fa il network LKQ nel mondo, permette di ridurre le emissioni e i costi di riparazione. Ma quanto si possono ritenere affidabili e sicuri i ricambi rigenerati? In questo approfondimento, che fa parte del 4° Aftermarket Report di SICURAUTO.it “Connettività, Elettrificazione, SERMI e Sostenibilità: quali soluzioni concrete per l’Aftermarket del futuro?”, lo abbiamo chiesto a REMANAUTO, azienda italiana che da oltre 20 anni è specializzata nella rigenerazione di parti auto per molti ricambisti e distributori in Italia e in Europa.

CHI È REMANAUTO

L’idea di REMANAUTO di rigenerare ricambi auto, invece di destinarli allo smaltimento, nasce nel 2007, durante la sostituzione di un servosterzo difettoso. “Riparare le parti rotte, ridandogli nuova vita invece di buttarle, e rigenerare i pezzi usati, rendendoli più economici e meno inquinanti, è l’incipit da cui ha preso vita il progetto. In poco tempo – si legge sul sito dell’azienda – la domanda è cresciuta tra le officine italiane e si è estesa anche in 13 Paesi europei. Oggi REMANAUTO ha raggiunto standard che permettono di fornire alle officine ricambi auto rigenerati garantiti e, secondo l’azienda, equivalenti a quelli nuovi. Il tutto avviene attraverso il processo S.T.A.R.T. (Smontaggio – Test – Analisi – Rigenerazione – Taratura) che in alcuni casi, sempre secondo l’azienda, permetterebbe di ottenere performance superiori ai ricambi d’origine. A parlarcene è Antonio Lacirignola, amministratore della REMANAUTO che ha risposto alle nostre domande.

Quali tipi di ricambi auto vengono rigenerati dalla vostra azienda? Siete già specializzati anche in componenti ad alta tensione o pensate di farlo?

“Siamo specialisti nella rigenerazione dei servosterzo elettrici, ovvero di piantoni sterzo (EPS), pompe elettroidrauliche (EHPS) e scatole guida elettromeccaniche (EPSR); rigeneriamo anche scatole guida meccaniche e idroguida. Completiamo la gamma con la rigenerazione dei cambi robotizzati dualogic, DSG e delle pompe ABS. Ovviamente abbiamo altro in cantiere che non possiamo anticipare per una questione strategica.

Non abbiamo ancora preso in considerazione la rigenerazione di componenti ad alta tensione, ma non abbiamo neanche escluso la possibilità di farlo a breve-medio termine: la flessibilità e la rapidità di rispondere alle richieste del mercato sono da sempre tra i nostri punti di forza.

Qual è la % di ricambi maggiormente rigenerati e richiesti dalle Officine di riparazione? Avete accordi con network di officine indipendenti e o Reti Ufficiali dei Costruttori auto?

“In realtà il nostro cliente tipo è il rivenditore di ricambi piuttosto che direttamente l’officina e quindi gli accordi li abbiamo con i Distributori, ricambisti e consorzi di ricambisti. Sicuramente il maggior volume lo sviluppiamo con i servosterzi elettrici.

Quali sono i criteri di selezione per determinare quali ricambi possono essere rigenerati? 

“Affinché un ricambio possa essere rigenerabile, deve innanzitutto avere una struttura che si presti allo smontaggio e alla successiva riparazione. Che sia un problema di natura elettronica o meccanica, il nostro approccio non cambia. Questo spesso non è possibile per i ricambi non originali provenienti da Cina e Turchia.

I ricambi di partenza che vengono poi rigenerati sono resi di rotazione o vi rivolgete anche ad altre fonti?

“Le carcasse che rigeneriamo sono ricambi di rotazione: cerchiamo quindi di approvvigionarci di usati dai vari demolitori per poter disporre del maggior numero di carcasse possibile in modo da garantire un programma di scambio comodo sia per i distributori che per noi. In alcune circostanze acquistiamo anche del nuovo da stock al solo scopo di recuperare successivamente le carcasse”.

Quali certificazioni o standard di qualità segue la vostra azienda per garantire la conformità dei ricambi rigenerati alle normative di sicurezza e alle specifiche tecniche OEM?

“Il fatto è che, in realtà, per i ricambi rigenerati non esiste alcuna normativa di sicurezza a cui fare riferimento. Nei nostri processi di rigenerazione dunque, adottiamo delle specifiche di lavorazione che ci consentono di garantire oltre che la sicurezza, anche una qualità migliore rispetto a quella del primo impianto: con la rigenerazione riusciamo a colmare anche alcuni difetti progettuali.

Saremmo lieti di collaborare allo sviluppo di una eventuale normativa, così che tutti i rigeneratori debbano attenersi agli stessi standard e sicuramente ci sarebbe una naturale selezione nel settore. Chi vuole partecipare ad un tavolo di discussione?”.

Quali sono i vantaggi ambientali derivanti dall’utilizzo di ricambi auto rigenerati rispetto ai ricambi nuovi in termini di costi di produzione ed emissioni di CO2?

“Un ricambio rigenerato produce fino al 90% in meno di emissioni di CO2 rispetto ad un ricambio nuovo. Inoltre, riduce la produzione di alcuni rifiuti fino all’80% (ad esempio quelli elettronici). Per quanto riguarda i costi di produzione, in realtà non ci sono differenze abissali. Infatti, da un lato c’è il nuovo che viene prodotto in scala e in quantità industriali, dall’altro c’è il rigenerato che viene prodotto artigianalmente un pezzo alla volta. La differenza notevole si ha nel prezzo di vendita, dove il rigenerato costa almeno il 50% in meno del nuovo originale.

A livello di costi di produzione, i costi sono inferiori ma non in maniera netta, in quanto con la rigenerazione la carcassa è già pronta, abbiamo già tutto quello che ci serve per generare un ricambio ricondizionato. Tutto il lavoro si concentra nella parte di ricerca guasti e quindi nello sviluppo delle tecniche di riparazione e degli eventuali ricambi necessari. In termini di emissione di CO2 siamo praticamente a zero.”

Quali sono le politiche della vostra azienda riguardo alla garanzia e alla sostituzione dei ricambi rigenerati nel caso di eventuali difetti o malfunzionamenti?

“Il servizio di assistenza tecnica a 3 livelli è certamente il nostro fiore all’occhiello, così come confermato dai nostri clienti. Non basta infatti la qualità del prodotto, ma serve un servizio di assistenza rapido e competente per completare il concetto di efficienza. I nostri prodotti sono garantiti per 12 mesi e durante questo periodo siamo pronti alla risoluzione di eventuali segnalazioni di difettosità sia con la sostituzione che con il ritiro in conto garanzia.

Tra i nostri servizi ci sono anche quello di assistenza telefonica preventiva (gratuito), il cui scopo è quello di dare al cliente tutti i feedback necessari per individuare la reale natura del guasto (la sola spia del volante accesa non è la certezza che il guasto sia realmente nel servosterzo) e la perizia a banco.

Quali sono le sfide principali che la vostra azienda affronta nel processo di rigenerazione dei ricambi auto e come vengono superate?

“Il primo step è quello di sviluppare il relativo banco prova: prima ancora di avviare il processo di rigenerazione, occorre avere la possibilità di poter attivare il componente in maniera attendibile per poi proseguire con la ricerca guasti e la successiva ricerca ricambi. Quest’ultima rappresenta certamente la parte più complessa, motivo per cui spesso ci occupiamo direttamente della progettazione e dello sviluppo dei ricambi necessari”.

Come viene gestita la tracciabilità dei ricambi rigenerati, inclusa l’origine dei materiali utilizzati e il processo di rigenerazione stesso? Qual è la vostra posizione sulla proposta del nuovo regolamento europeo ELV (End of Life Vehicle)?

“Per garantire la corretta tracciabilità di tutto il ciclo di rigenerazione e quindi anche dei lotti di produzioni e di quelli relativi ai ricambi utilizzati, usiamo un sistema di codici a barre e QR code che ci consente di risalire sempre agli operatori, ai componenti e chiaramente al cliente a cui è stato venduto.

Per quanto riguarda il nuovo regolamento europeo ELV, la nostra posizione è assolutamente favorevole. E’ necessario che i costruttori del primo impianto tengano conto che qualsiasi mezzo arriverà ad un fine vita, per cui devono garantire che i componenti possano essere riparati e riciclati”.

Quali sono le prospettive future per il settore dei ricambi auto rigenerati e quali innovazioni o sviluppi tecnologici prevedete nell’ambito della vostra azienda?

“Il nostro punto di vista sulle prospettive future dei ricambi auto rigenerati è quello di una continua crescita. In primis legata all’economia circolare e alla necessità di dover rispettare l’ambiente in cui viviamo. In secondo luogo per la necessità di avere un’alternativa al ricambio nuovo, sia dal punto di vista normativo che da quello strettamente produttivo. Infatti, da un lato ci sono le norme sempre più stringenti legate alla riduzione delle emissioni di CO2, dall’altra invece alcuni ricambi diventano irreperibili a causa della dismissione delle produzioni da parte dei Costruttori. Dal canto nostro continueremo quindi a sviluppare ed ampliare la gamma adeguandoci alle tendenze e alle richieste del mercato”.

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