Notizia dirompente: Volkswagen considera la chiusura di stabilimenti in Germania per ridurre i costi. Sarebbe la prima volta nella storia
Notizia potenzialmente epocale: Volkswagen sta prendendo in seria considerazione la chiusura di uno se non due stabilimenti in Germania per ridurre i costi. Sarebbe la prima volta nella storia dell’azienda creata nel 1937. La decisione, non ancora ufficiale ma preannunciata dal CEO del brand Thomas Schäfer al consiglio dei lavoratori, potrebbe rendersi necessaria per abbattere ulteriormente i costi di altri 2 o 3 miliardi di euro rispetto al piano risparmio di 10 miliardi già messo in conto entro il 2026.
PERCHÉ VOLKSWAGEN VUOLE CHIUDERE UNO O DUE STABILIMENTI IN GERMANIA
Più precisamente, Volkswagen sta valutando la chiusura di almeno due stabilimenti tedeschi: uno dove vengono prodotte automobili, e uno in cui si realizzano componenti, giudicandoli entrambi obsoleti. Allo studio c’è anche la rottura del patto stipulato nel lontano 1994 con i sindacati, per congelare i licenziamenti fino al 2029. “La situazione è estremamente tesa e non può essere risolta solo con misure di riduzione dei costi”, ha confermato Schäfer. Dichiarazioni corroborate dalle parole dell’AD del Gruppo VW, Oliver Blume, secondo cui “il clima economico è diventato ancora più difficile e nuovi operatori stanno entrando in Europa. La Germania come sede di produzione sta perdendo terreno in termini di competitività“.
SINDACATI IN RIVOLTA: DECISIONE VW IRRESPONSABILE
Le misure proposte, con la possibile chiusura di stabilimenti e la revisione degli accordi salariali, hanno già sollevato una forte opposizione da parte dei sindacati, in particolare IG Metall, che ha promesso una forte resistenza contro qualsiasi decisione che possa mettere a rischio i posti di lavoro e gli stabilimenti VW in Germania. Daniela Cavallo, direttrice del consiglio di fabbrica e membro di IG Metall, ha accusato i manager di Volkswagen di aver fallito nella gestione, rimproverando le “molte decisioni sbagliate” degli ultimi anni, tra cui quella di non investire nell’ibrido o di essere più veloce nello sviluppo di auto elettriche a prezzi accessibili. Il sindacato ha definito “irresponsabile” l’annuncio della possibile chiusura degli stabilimenti, e tale da “scuotere le fondamenta” dell’azienda.
LA CRISI VOLKSWAGEN NEI NUMERI
Volkswagen impiega circa 680 mila lavoratori in tutto il mondo, di cui quasi 300 mila in Germania. Tuttavia il gruppo ha perso quasi un terzo del suo valore di Borsa negli ultimi cinque anni, diventando il titolo con i peggiori numeri tra le principali case automobilistiche europee. E il ritardo sulla transizione verso l’elettrico ne ha eroso la quota di mercato in Cina, a vantaggio dei marchi locali che hanno rapidamente lanciato vetture accessibili ai consumatori. Da qui la necessità di abbattere i costi nel tentativo di razionalizzare le spese. Ma l’eventuale chiusura di uno o addirittura due stabilimenti andrebbe ben oltre, aumentando quel malessere sociale che sta causando la crescita dei partiti estremisti, sia di destra che di sinistra, come si è visto alle recenti elezioni in Sassonia e Turingia.
Tra l’altro gli analisti hanno indicato proprio gli stabilimenti di Osnabrück, in Bassa Sassonia, e di Dresda, in Sassonia, come potenziali obiettivi delle annunciate chiusure…