
Il mancato pagamento del bollo auto espone il proprietario del veicolo a sanzioni e interessi. Ma per quanto tempo va conservata la ricevuta del bollo?
A meno che non si rientri in un caso di esenzione, il pagamento del bollo auto è una tassa da versare ogni anno. E allo stesso tempo bisogna essere pronti a dimostrare il corretto versamento dell’importo richiesto. Non conta se il veicolo sia utilizzato o meno ovvero quanti chilometri vengono percorsi. Che siano 10 o 10.000 all’anno, il proprietario del mezzo deve pagare il bollo auto per il solo possesso. Lo deve fare alla regione di appartenenza che fissa la tariffa dell’imposta sulla base dei dati tecnici del veicolo (potenza, peso, portata), della classe ambientale, della sua destinazione e dell’uso. Fanno eccezione Friuli Venezia Giulia e Sardegna in cui la gestione è nelle mani dell’Agenzia delle entrate. Il mancato versamento del bollo auto espone l’automobilista a sanzioni e interessi di mora variabili sulla base del ritardo accumulato. Se il proprietario ha regolarmente versato quanto richiesto, ma alla Regione o all’Agenzia delle entrate non risulta, deve comunque essere in grado di dimostrarlo. L’onere della prova spetta all’intestatario del mezzo sotto forma di ricevuta del pagamento bollo auto. Non è insomma sufficiente la parola o qualunque tipo di rassicurazione verbale ma servono documenti scritti e incontestabili.
RICEVUTA PAGAMENTO BOLLO AUTO E TEMPI DI CONSERVAZIONE
Da una parte il proprietario del veicolo deve conservare la ricevuta del pagamento del bollo auto che si rivela preziosa per dimostrare la puntualità del versamento. Dall’altra la Regione e l’Agenzia delle entrate non possono risalire troppo indietro nel tempo per scovare eventuali irregolarità. Lo possono fare fino a 3 anni, ma con il termine che decorre dal primo gennaio dell’anno successivo e non dal giorno di scadenza del bollo. In questa fascia di tempo, l’automobilista deve conservare la ricevuta. Non importa la modalità con cui ha effettuato il pagamento del bollo auto. Qualunque sia l’intermediario – tabaccherie abilitate, sportelli e bancomat degli istituti di credito aderenti alla piattaforma pagoPA e sportelli di Poste Italiane, ricevitorie Sisal, agenzie pratiche automobilistiche autorizzate, altri canali collegati al nodo dei pagamenti pagoPA a favore delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi in Italia – i tempi non cambiano. In ogni caso l’automobilista può sempre controllare di aver effettuato il pagamento dell’imposta, ad esempio attraverso lo strumento online sviluppato dalla stessa Agenzia delle entrate.
LA RICEVUTA BOLLO AUTO VA CONSERVATA ANCHE CON PAGAMENTO ONLINE?
Stessa cosa per il pagamento online del bollo auto sulla piattaforma pagoPA. L’automobilista deve conservare la ricevuta dell’operazione che può essere richiesta come prova nei tre anni successivi. Dal punto di vista pratico, il sistema rilascia infatti un’attestazione che ha il valore di ricevuta a tutti gli effetti. Alle medesime disposizioni sono soggetti coloro che, laddove possibile, scelgono l’opzione della domiciliazione bancaria con pagamento automatico di anno in anno. In questo caso il contribuente riceve l’attestazione di pagamento all’indirizzo di posta elettronica indicato al momento dell’attivazione del servizio. Tuttavia, l’automobilista può provare di aver effettuato il versamento del bollo auto anche mostrando l’estratto conto con l’esatta indicazione dell’importo e della data dell’operazione. In alcun caso ovvero in qualunque modo il proprietario del veicolo abbia pagato il bollo auto, la ricevuta del versamento deve essere esposta. E non deve essere conservata all’interno del veicolo o esibita in caso di controlli delle forze dell’ordine.
BOLLO AUTO, TEMPI DI PRESCRIZIONE ANTICIPATI
Il tempo di conservazione della ricevuta di pagamento del bollo auto rappresenta una parziale eccezione nel panorama fiscale italiano. Solamente la tassa di possesso del veicolo e, più in generale, le ricevute di pagamento vanno tenute da parte per 3 anni, prima che scatti la prescrizione. Nella maggior parte dei casi, i tempi sono infatti di 5 anni. Pensiamo ad esempio alla dichiarazione dei redditi, alle bollette e alle multe, anche quelle per infrazione di una norma del Codice della strada.
COSA SUCCEDE SE NON SI DIMOSTRA IL PAGAMENTO BOLLO AUTO
Non riuscire a dimostrare il pagamento del bollo auto equivale a non averlo pagato. A quel punto il proprietario del veicolo ha due possibilità. O versare di nuovo l’importo previsto, maggiorato con sanzioni e interessi, oppure presentare ricorso alla Commissione tributaria provinciale. In caso di inerzia, l’Agenzia delle entrate avvia le procedure di riscossione del credito che includono anche il fermo amministrativo del mezzo con impossibilità di circolare e rottamare il veicolo. Dopodiché mette in moto l’iter per la radiazione e il pignoramento del conto corrente del contribuente.