C’è un rischio concreto che viene spesso sottovalutato ed è quello di rimanere vittime dell’ipnosi autostradale alla guida. Scopriamo di cosa si tratta
Avete mai guidato su un’autostrada rettilinea semideserta per chilometri e chilometri e magari in solitudine? Ecco, in caso di risposta affermativa, il rischio di subire l’ipnosi autostradale alla guida è stato concreto. Si tratta di una sorta di trance che colpisce quegli automobilisti che restano immobili al volante per lungo tempo e senza reazioni. I pericoli per la sicurezza, come è facile immaginare, sono elevatissimi. Quello dell’ipnosi autostradale alla guida non è di certo una novità, come lascerebbe supporre il nome. In origine si parlava infatti di febbre da linea bianca: una denominazione introdotta nel 1921 poi trasformata in febbre da strada. Solo nel 1963 con la diffusione su larga scala di strade a lunga percorrenza, è stato coniato il termine di ipnosi autostradale. Perché è proprio lungo questi tragitti che i rischi sono maggiori. In ogni caso sottolineiamo che, nomi a parte, lo stato di ipnosi può verificarsi in ogni momento, anche sulle strade extraurbane e perfino in quelle cittadine. Di conseguenza l’attenzione deve essere massima, magari seguendo alcuni consigli utili per contrastarla.
CHE COS’È L’IPNOSI AUTOSTRADALE ALLA GUIDA
L’ipnosi autostradale alla guida entra in gioco senza che il conducente se ne renda conto. In pratica l’automobilista guida il veicolo in maniera automatica, quasi come se non si rendesse conto di cosa sta effettivamente facendo. Ed è anche in grado di arrivare a destinazione senza batter ciglio e senza ricordare un solo dettaglio del tempo trascorso al volante. Per intenderci, si tratta dello stesso fenomeno che può cogliere chi cammina in maniera assorta per lunghi tratti di strade isolate o magari sulla battigia o su un sentiero di montagna. Ogni gesto viene compiuto in modo automatico e quasi distratto, senza che il cervello recepisca stimoli esterni. Ma un conto è essere in trance mentre si passeggia e un altro è mentre si guida un’auto. Un errore comune degli automobilisti è confondere l’ipnosi autostradale alla guida con la stanchezza al volante. Sono due stati mentali e fisici molto differenti. Basti pensare che la stanchezza può comportare il rischio del colpo di sonno, ancora più pericoloso per la sicurezza.
IPNOSI AUTOSTRADALE ALLA GUIDA, COME SI CONTRASTA
Il consiglio di base per contrastare l’ipnosi autostradale alla guida è naturalmente quello di rimanere svegli e consapevoli. Più semplice a dirsi che a farsi, considerando che lo stato di trance mentale entra in gioco contro la volontà del guidatore. Ecco allora che alcuni suggerimenti pratici possono aiutare, come bere un caffè prima di guidare. Anche e soprattutto in previsione di un lungo viaggio in autostrada. Allo stesso tempo è utile sgranocchiare uno spuntino, purché non si tratti di cibi “pesanti” che possono invece provocare sonnolenza. Qualcuno suggerisce di ascoltare musica che non corrisponda esattamente ai propri gusti. In qualche modo l’automobilista è spinto a stare sveglio e a non adagiarsi dal punto di vista mentale. Allo stesso tempo non mantenere troppo alta la temperatura nell’abitacolo: un po’ di freddo agevola a rimanere svegli e presenti. Anche una corretta postura aiuta a massimizzare il flusso di sangue nel corpo. Tradotto in termini concreti, evitare di assumere una posizione comoda e rilassata ma rimanere vigili e reattivi. E se si ha consapevolezza del rischio, anche sulla base di precedenti esperienze o semplicemente pensando ai tanti chilometri da percorrere, meglio pianificare il viaggio in autostrada includendo numerose pause.
TECNOLOGIA IN SOCCORSO DELL’AUTOMOBILISTA IN TRANCE O STANCO
Tra i motivi che conducono il guidatore all’ipnosi autostradale alla guida c’è la continua fissazione delle linee bianche della carreggiata. Succede anche di notte, quando la luce artificiale è in grado di generale un effetto ancora più ipnotizzante. Tra gli strumenti sviluppati per ridurre i rischi ci sono i sistemi di posizionamento globale, utilizzati soprattutto dalle aziende di autotrasporti. In pratica il Gps analizza il comportamento alla guida dei camionisti ovvero andatura, chilometri percorsi, tempo impiegato, pause effettuate e azioni anomale al volante. Alcuni anni fa Ford ha realizzato SafeCap ovvero il berretto che rileva colpi di sonno grazie a un sistema di sensori, il giroscopio su tutti. Si rivela utile anche nel caso ipnosi autostradale ovvero di completo immobilismo alla guida del conducente. Da indossare come un comunissimo cappello da baseball, quando rileva l’assenza mentale del guidatore ovvero non percepisce movimenti della testa, attiva luci, suoni e vibrazioni con cui tenta di svegliarlo.