
Cosa serve per trasportare in Italia in autonomia un'auto acquistata all'estero senza affidarsi a ditte specializzate
Se acquistare un’auto all’estero può rivelarsi una scelta conveniente bisogna mettere in conto il trasporto del veicolo in Italia e la sua regolarizzazione. Sono infatti passaggi che comportano una serie di passaggi burocratici e logistici. In linea generale esistono tre possibilità: noleggiare un carrello omologato al trasporto, apporre una targa provvisoria, oppure la targa definitiva italiana. Negli ultimi due casi si può guidare l’auto su strada sulle ma serve anche l’assicurazione.
TRASPORTARE L’AUTO IN ITALIA CON LA TARGA PROVVISORIA
Si tratta di una targa a validità limitata nel tempo che va accompagnata da un’assicurazione provvisoria a copertura di eventuali danni che possano verificarsi nel corso del trasporto dell’auto in Italia. In questo modo il veicolo appena acquistato risulta denunciato e assicurato per un periodo transitorio ovvero fino alla sua definitiva immatricolazione in Italia. Per trasferire a destinazione l’auto comprata all’estero c’è anche una seconda procedura, meno complessa ma non sempre meno costosa. Si tratta del trasporto con un rimorchio.
TRASPORTARE L’AUTO IN ITALIA CON UN RIMORCHIO
Anche il rimorchio può essere utilizzato per trasportare in Italia l’auto appena acquistata all’estero senza il bisogno di espletare altre formalità. Bisogna però verificare sul libretto di circolazione che la motrice utilizzata per lo scopo e la patente di guida siano compatibili con la tipologia e la massa del complesso auto, carrello e auto trasportata. Ricordiamo che la patente B consente la guida di una motrice di categoria B che traina un carrello di massa complessiva fino a 750 kg, in modo che il complesso auto, motrice e carrello per il trasporto carico non superino le 3,5 t.
DOCUMENTI PER L’IMPORTAZIONE E LA REGOLAZIZZAZIONE DELL’AUTO IN ITALIA
Dopo aver portato il veicolo in Italia bisogna avviare il processo di immatricolazione per ottenere le targhe italiane e circolare. La documentazione richiesta varia in base alla provenienza del veicolo e alla sua classificazione come nuovo o usato. Se l’auto è stata acquistata in un paese dell’Unione europea, il primo passo è registrarla presso lo Sportello telematico dell’automobilista che permette di velocizzare le procedure burocratiche. Sono richiesti il certificato di conformità europeo che attesta che il veicolo rispetta le normative comunitarie, la carta di circolazione estera, il contratto di vendita o la fattura d’acquisto e la prova del pagamento dell’IVA se dovuta.
Nel caso di un’auto importata da un paese extra-UE serve anche il certificato di origine e la dichiarazione doganale rilasciata dall’Agenzia delle dogane. Il veicolo deve passare attraverso la dogana, dove sono calcolati i dazi doganali e l’IVA da versare prima di procedere con l’immatricolazione. Una volta completate le pratiche doganali, il veicolo può essere iscritto al Pra e ottenere la carta di circolazione italiana.
TRASPORTARE L’AUTO IN ITALIA CON LA TARGA ITALIANA
La terza possibilità per trasportare in autonomia un’auto acquistata oltreconfine è immatricolarla in Italia prima del trasporto. Purché si possegga il contratto di acquisto e tutti i documenti previsti per legge. Una volta ottenuta l’immatricolazione in Italia è possibile recarsi nel Paese di acquisto con la targa definitiva già in tasca e ritornare alla guida della nuova auto, che dev’essere assicurata in Italia. Per non sobbarcarsi questa procedure burocratiche, è sempre possibile affidarsi a una ditta che effettua il trasporto di auto dall’estero. Ma a costi più sostenuti.
ASSICURAZIONE E OMOLOGAZIONE, GLI ULTIMI PASSAGGI PER LA MESSA SU STRADA
Come anticipato, prima di poter circolare sulle strade italiane, il veicolo deve essere assicurato con una polizza Rc. L’assicurazione va attivata subito dopo l’immatricolazione e può essere stipulata con qualsiasi compagnia autorizzata in Italia. Alcune auto importate possono necessitare di modifiche tecniche per rispettare le normative italiane, soprattutto se provengono da paesi extra-UE. La Motorizzazione civile può quindi richiedere un collaudo per verificare la conformità del veicolo ai requisiti di sicurezza e alle emissioni inquinanti stabilite dalla normativa europea.