Parcheggio auto nel condominio: si può fotografare anche se in divieto di sosta?

Parcheggio auto nel condominio: si può fotografare anche se in divieto di sosta?

Fotografare un veicolo in divieto di sosta all’interno del parcheggio auto nel condominio può sollevare questioni legali e di privacy

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15 Novembre 2023 - 10:00

È reato fotografare un’auto in divieto di sosta all’interno di un parcheggio condominiale? Si può catturare l’immagine del parcheggio auto nel condominio con il veicolo fuori posizione? Quali sono le implicazioni legali e gli aspetti legati alla privacy? Nel contesto dei parcheggi condominiali possono infatti sorgere l’esigenza e la tentazione di fotografare un veicolo parcheggiato in violazione delle norme sulla sosta. Ma occorre considerare alcuni dettagli, inclusi quelli legati alla privacy, per comprendere se tale azione sia legale o meno. Come vedremo in questo articolo, anche sulla base di una recente sentenza della Corte di Cassazione, la legittimità di tale azione dipende dalla finalità con cui viene effettuata la fotografia. Ad esempio, se si intende utilizzare l’immagine come prova per denunciare una violazione alle autorità competenti, l’immagine potrebbe essere considerata legittima. Ma entriamo nei dettagli.

PARCHEGGIO AUTO NEL CONDOMINIO E LUNGO LE STRADE: SI PUÒ FARE LA FOTO?

Prima di esaminare la questione della legalità di fotografare il parcheggio auto nel condominio, è bene sapere che catturare le immagini di persone lungo le strade e in luoghi pubblici è generalmente vietato. A meno che avvenga in occasione di eventi di interesse collettivo o svoltisi in pubblico. In questi casi, l’oggetto della fotografia dovrebbe essere la folla nel suo insieme e non il singolo individuo. È possibile registrare video di manifestazioni, concerti o comizi, anche se ci sono persone nell’inquadratura. Ma non ci si può concentrare esclusivamente sul volto di queste ultime rendendole il principale soggetto del video. Secondo una sentenza della Cassazione, chi fotografa una persona per strada che non desidera essere immortalata può essere accusato di molestie in luogo pubblico. La situazione è diversa per gli oggetti che si trovano in luoghi pubblici e che possono essere fotografati, a meno che da essi non emergano dati personali di una persona, che naturalmente sono coperti dalla privacy. Ad esempio, è consentito fotografare la facciata di una residenza privata e anche pubblicarne l’immagine. Ma non è permesso fotografare un’auto con la targa visibile.

LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SUL PARCHEGGIO AUTO NEL CONDOMINIO

Secondo la sentenza 18744 del 2023 della Corte di Cassazione, non costituisce reato di molestie scattare foto del parcheggio auto nel condominio. Anche nel contesto di un’area vietata alla sosta. Nel caso esaminato dai giudici, l’automobilista è stato imputato per “biasimevole motivo, recando molestia e disturbo ai condomini”, ma successivamente assolto a causa della “particolare tenuità del fatto”. L’uomo ha proposto un ricorso per presunta erronea applicazione dell’articolo 660 del Codice penale, sostenendo la mancanza del motivo biasimevole richiesto dalla norma. Per la Prima Sezione Penale, che ha accolto la sua tesi, “l’atto per essere molesto deve non solo risultare sgradito a chi lo riceve, ma deve anche essere ispirato da un motivo biasimevole, cioè riprovevole. In alternativa, l’atto per essere molesto deve assumere il carattere della petulanza, che consiste in un modo di agire pressante e indiscreto, che interferisce sgradevolmente nella sfera privata degli altri“. In pratica, la Corte di Cassazione ha stabilito che fotografare l’auto di un condomino parcheggiata in un’area vietata alla sosta per documentarne il comportamento all’amministratore non costituisce un reato di molestie. A condizione che tale azione non sia ispirata da un motivo biasimevole e non interferisca sgradevolmente nella sfera privata degli altri.

PARCHEGGIO AUTO NEL CONDOMINIO: IL CASO ESAMINATO DAI GIUDICI

Nel caso esaminato del parcheggio auto nel condominio. la Suprema Corte ha escluso l’abitualità della condotta, poiché la sentenza in questione riguardava un singolo episodio. Ha rilevato che il comportamento dell’imputato, consistente nello scattare foto all’auto parcheggiata in un’area vietata al fine di segnalare il comportamento scorretto all’amministratore del condominio, non presentava dunque i requisiti necessari per configurare il reato contestato.  La Corte ha fatto presente come il comportamento sia stato adottato anche da altri condomini “a causa delle problematiche esistenti all’interno del condominio riguardanti le aree di sosta e l’occupazione, da parte dei veicoli, di aree in cui la sosta era invece proibita“. Infine, le parole e gli epiteti rivolti ai condomini non presentavano i tipici elementi di una condotta molesta.

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