
Libretto e Certificato di proprietà fino al 2018: il documento unico ACI-Motorizzazione viene rinviato e anche il risparmio per gli utenti
Telenovela brasiliana? No, questioni della burocrazia italiana! Si parla da anni della duplicazione fra il PRA-Pubblico Registro Automobilistico gestito dall'ACI (leggi dell'accorpamento col trucco fra ACI e Motorizzazione) e l'Archivio Nazionale Veicoli, tenuto dalla MCTC-Motorizzazione Civile e Trasporti in Concessione. Lo sdoppiamento provoca lungaggini burocratiche e il raddoppio delle spese per l'automobilista, che vede il tutto come un'inutile gabella più che una tassa necessaria per la gestione della documentazione. Sembrava che la soluzione fosse vicina ma così non è: una serie di rilievi ha fatto slittare la soluzione e gli automobilisti continueranno a pagare.
UNIFICHIAMO, ANZI NO! L'annosa questione deve registrare l'ennesimo nulla di fatto: la fusione fra il libretto di circolazione e il certificato di proprietà slitterà al giugno del 2018 e quindi gli esborsi per gli utenti rimarranno invariati. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera i risparmi si vedranno ancor più tardi, ossia dopo l'emissione di un decreto dedicato.
Il Documento unico di circolazione arriverà quindi non più a gennaio ma a metà anno (a settembre del 2015 già si parlava di abolizione del PRA) e probabilmente, danno oltre la beffa, non porterà risparmi per gli automobilisti. La doccia gelata è contenuta nel decreto attuativo della riforma della Pubblica Amministrazione, ratificato ieri dal consiglio dei ministri. La recentissima versione licenziata dal Ministero delle Infrastrutture faceva intravedere un risparmio di 39 euro per ogni immatricolazione o passaggio di proprietà: questo perché veniva dimezzato il numero delle marche da bollo, ridotte a due, e diminuiva pure il versamento allo sportello.
MINISTERI CONTRO Ad essere ritirata è stata proprio questa sezione del decreto e quindi la conseguente riduzione dei costi (leggi dei dubbi sulla riduzione dei costi anche con l'archivio unico) viene legata a un decreto successivo che sa tanto di tattica dilatoria. Alla base di questo dietrofront ci sarebbero le pressioni esercitate dal Ministero dell'Economia: il dimezzamento delle marche da bollo avrebbe diminuito gli introiti per le casse statali di circa 100 milioni di euro l'anno. Una cifra non solo rilevante in assoluto ma più che mai importante, secondo gli specialisti del Ministero, in questi tempi di manovra correttiva chiesta lassù a Bruxelles. Questo slittamento ha anche generato tensioni fra il Ministero delle Infrastrutture e quello dell'Economia, con il primo che è rimasto con il cerino in mano dopo aver promesso passi concreti.
TUTTO È CAMBIATO, NULLA CAMBIA Si devono inoltre registrare preoccupazioni da parte dei sindacati, che indicano in più di 500 gli occupati messi a rischio con la riforma. Anche se la fusione PRA-MCTC non si farà, proprio per evitare spostamenti e quindi tensioni, i sindacati sostengono che il Decreto potrebbe comportare dannose conseguenze per l'occupazione: “la proposta di riforma contiene disposizioni che portano ad una soppressione di fatto del PRA con conseguente perdita degli oltre 500 posti di lavoro di ACI Informatica e problemi occupazionali per altre centinaia di lavoratori e lavoratrici dell'indotto e delle altre società controllate dall'Aci”. La RSU ACI Informatica ha organizzato un presidio davanti al Ministero della Pubblica Amministrazione (la riforma interessa anche il decreto Madia sulla PA) ma i funzionari ministeriali hanno rassicurato i rappresentanti sindacali affermando che dalla riforma “non devono derivare problemi occupazionali”.
Nella saga c'era stata anche la grana delle commissioni sul pagamento via Bancomat, con l'Antitrust che ha multato l'ACI per 3 milioni e il Tar che ha sospeso la sanzione (leggi del TAR del Lazio che sospende la mega multa all'ACI) ma in precedenza aveva a sua volta bloccato la circolare dell'ACI sul certificato di proprietà digitale. A questo punto la pazienza degli automobilisti viene sottoposta ad un'altra dura prova, dopo che il loro comprendonio aveva dato già forfait!
Redazione
20:18, 25 Febbraio 2017Sig.r Mauro,
se non specifica a quali “cavolate” allude il suo commento, per quanto veritiero possa essere, risulta soltanto fine a se stesso.
Redazione SicurAUTO.it