Gli airbag Takata colpiscono ancora, si allunga la lista di vittime e arriva un nuovo richiamo per 400.000 Ford Ranger
Davvero non riesce a spegnersi la vicenda dei famigerati airbag Takata, da mesi si susseguono notizie di malfunzionamenti di quelli che dovrebbero essere dispositivi di sicurezza, i quali dovrebbero salvare la vita, non toglierla. Un ennesimo incidente mortale getta ulteriori ombre sul costruttore nipponico e costringe un'altra Casa automobilistica a indire un richiamo ufficiale; tocca questa volta a Ford correre ai ripari per mettere in sicurezza quasi 400.000 veicoli. Scopriamo quali modelli dovranno tornare di corsa in officina!
NUOVO RICHIAMO PER IL PICK UP FORD RANGER – La Casa dell'Ovale Blu dovrà infatti richiamare esattamente 391.394 pick up Ranger, costruiti tra il 2004 e il 2006 e venduti principalmente tra Nordamerica (361.692) Canada (29.334) – al momento quindi sembra lontana l'ipotesi di un coinvolgimento dell'area EMEA, di cui fa parte l'Europa. Il componente oggetto del richiamo è il dispositivo di espansione dell'airbag laterale lato guidatore che in caso di urto può funzionare in modo anomalo. La causa dei malfunzionamenti è stata identificata nell'instabilità del composto chimico impiegato da Takata all'interno del dispositivo. Sfruttando l'esplosione di una piccola quantità di nitrato d'ammonio si genera il gas necessario a gonfiare l'airbag, questo però in linea teorica. All'atto pratico la miscela esplosiva si deteriora in tempi molto rapidi () e genera un'esplosione veloce e tanto violenta da far esplodere anche il contenitore metallico che la racchiude, causando una gragnola di schegge nell'abitacolo. Questo è il secondo richiamo che interessa la Ford Ranger, già lo scorso anno questo diffuso modello di pick up fu richiamato in officina per la sostituzione dell'airbag frontale lato passeggero (leggi come verificare se gli airbag delle auto sono sicuri).
LA LUNGA SCIA DI SANGUE DEGLI AIRBAG TAKATA – Salgono a 10 le vittime causate dal malfunzionamento degli airbag prodotti dalla nipponica Takata; quest'ultimo richiamo è infatti conseguente alla segnalazione da parte delle autorità governative di un incidente avvenuto in Nord Carolina e che è costato la vita al conducente di un pick up Ford Ranger. Joel Knight, questo il nome della vittima, ha investito una mucca ed è poi finito contro una staccionata. In seguito all'urto, definito dai coroner di lieve entità e assolutamente non mortale, la struttura dell'airbag laterale è letteralmente esplosa, tramutandosi in una granata, e una grossa scheggia di metallo si è conficcata nel collo del malcapitato, causandone così il decesso.
QUANDO LEGGEREMO LA PAROLA FINE? – Lo scandalo degli airbag Takata ha già assunto proporzioni colossali e ha interessato finora 14 Case costruttrici di auto e mezzi pesanti, interessando qualcosa come 24 milioni di veicoli. Questi numeri ai limite del credibile sembrano essere destinati a crescere ulteriormente; la National Highway Trafic Safety Administration (NHTSA, l'ente preposto alla sicurezza sulle strade USA) ha infatti annunciato che presto altri costruttori avvieranno nuove campagne di richiamo. Il caso Knight e una nuova serie di test in laboratorio potrebbero indirizzare verso le officine ulteriori 5 milioni di automobili. La posizione di Takata è decisamente scomoda e nelle scorse ore è stata diffusa la notizia di una “rifondazione” dell'azienda, la quale inizierà probabilmente con il licenziamento dell'attuale presidente Shigehisa Takada (leggi la rifondazione e il futuro di Takata).