Alfa Romeo MiTo 1.6 JTDm-2: prova su strada

Alfa Romeo MiTo 1.6 JTDm-2: prova su strada

Il nostro Esperto ha messo alla frusta la piccola di casa Alfa in versione Diesel con il motore da 120 cavalli

30 Gennaio 2014 - 11:01

Con il Model Year 2014 l’Alfa MiTo ha subito un leggero restyling che riguarda maggiormente gli interni. Sono stati rivisti i rivestimenti del cruscotto, dei pannelli porte e dei sedili. Inoltre è stato introdotto l’atteso schermo multifunzionale touchscreen per il nuovo navigatore Tom Tom, ed il sistema audio e bluetooth. All’esterno è stata aggiunta una cornice cromata alla mascherina e introdotte cornici fari in grigio titanium. Dopo i nostri test drive delle versioni 1.4 turbo GPL e Twin Air 105 CV, abbiamo provato la MiTo 1.6 JTDm-2 120 CV (88kW) e 320 Nm di coppia massima, nel ricco allestimento Distinctive, offerta ad un prezzo chiavi in mano di 21.828 Euro che comprende di serie cerchi in lega, fendinebbia, sensori di parcheggio, bluetooth, controllo di velocità, start&stop. L’esemplare della nostra prova è inoltre dotato di molti optional a pagamento tra cui tetto apribile (514 Euro), vernice metallizzata (555 Euro), interni pregiati in pelle Frau (998 Euro), radionav Uconnect con TomTom(504 Euro), antifurto volumetrico (343 Euro), pedaliera sportiva (161 Euro), specchietti elettrici riscaldati e ripiegabili (232 Euro), ecc. per un totale di ben 26.921 Euro.

ESTERNI – Come abbiamo detto, solo lievi varianti estetiche  per la MiTo model year 2014: cornice mascherina cromata e cornici dei fari in grigio titanium. Il frontale è rimasto sostanzialmente immutato, invece, dopo 6 anni dal lancio potrebbe essere migliorato, in particolare nel disegno dei fari, come già osservato nella nostra precedente prova. Basterebbero pochi ritocchi per ottenere un frontale più grintoso e gradevole. Riuscito l’andamento muscoloso della fiancata alta e della coda, discutibile invece il disegno ormai datato e “plasticoso” dei cerchi in lega da 17”. Basterebbe replicare il disegno più attuale dei cerchi da 16 pollici. Di effetto racing invece le pinze dei freni verniciate in rosso. La qualità della verniciatura è buona con spessori misurati di 90-115 micron. Anche i giochi tra i vari pannelli sono costanti e privi di scalini. Caratteristici i vetri degli sportelli privi di cornici.

INTERNI – Il rivestimento nero in materiale morbido della parte superiore della plancia è stato migliorato nell’aspetto. Lo stesso tipo di rivestimento viene ripreso nella parte centrale dei pannelli porte. Peccato le antiestetiche viti a vista sul bordo del rivestimento sportelli.  Il quadro strumenti, invariato nella grafica sportiva, comprende contagiri e tachimetro di tipo analogico con le varie spie all’interno dei rispettivi quadranti. Al centro troviamo in alto i 2 strumenti circolari del livello carburante e temperatura liquido raffreddamento e più in basso il piccolo display multifunzionale dalla grafica affollata e un po’ superata. Al centro della plancia il nuovo schermo multifunzionale touchscreen da 5” per il navigatore, il sistema audio e il bluetooth. In basso, abbastanza incassati (poco visibili quelli posizionati più in alto), sono alloggiati i comandi della climatizzazione, automatica bi-zona nella vettura in prova, con piccolo display dedicato. La levetta del comando DNA, situato sul tunnel centrale, consente di selezionare 3 diverse configurazioni di guida agendo su motore, ESP e sterzo: Dynamic, per un comportamento più reattivo e sportivo, Natural, guida più confortevole, All Weather, modalità adatta per fondi stradali a scarsa aderenza (pioggia o neve). Il volante è regolabile sia in altezza che assialmente ma, come già rilevato in occasione del test drive della versione 1.4 Turbo GPL, risulta ravvicinato rispetto alla distanza ideale, per i guidatori di statura medio-bassa che non possono arretrare il sedile più di tanto. Esteticamente poco felice la mascherina cromata sul pomello della leva cambio. Molto belli i sedili neri in pelle Frau, di foggia sportiva; sono ben conformati, sebbene il cuscino lato guida non offra un appoggio ottimale per le gambe dei guidatori di corporatura magra, nonostante le regolazioni in altezza e del supporto lombare. L’accesso al sedile posteriore non è molto agevole e i passeggeri di alta statura trovano poco spazio per le gambe e in alto. Da segnalare la totale assenza di maniglie di appiglio sul tetto per i passeggeri. Scomodo l’azionamento del freno a mano sovrastato dal bracciolo centrale (sollevabile). Ancor più scomodo estrarre la cintura di sicurezza anteriore, molto arretrata rispetto alla posizione media del sedile. La capacità del vano bagagli è di 270 litri che diventano 1020 abbattendo il sedile posteriori. La lunghezza della vettura è di 4,06 m, la larghezza 1,72 m, l’altezza di 1,44 m, il peso a vuoto 1205 Kg con serbatoio carburante riempito al 90%.

SU STRADA – Buona la visibilità di marcia ad eccezione di quella posteriore in manovra, ma i sensori di parcheggio aiutano molto. Al di sotto del regime di coppia massima (320 Nm a 1750 g/min), l’erogazione è discreta mentre a regimi più elevati la coppia e la potenza escono fuori di prepotenza fornendo un allungo eccellente specie in modalità Dynamic. Con la levetta del DNA in posizione Natural la coppia massima scende a 280 Nm a 1500 giri e in accelerazione e ripresa il calo di brillantezza è notevole. La manovrabilità del cambio, un 6 rapporti manuale, è migliorata nettamente rispetto al 5 marce da noi provato lo scorso anno sulla MiTo 1.4 turbo bi-fuel. Ora gli innesti sono più precisi e definiti e ne guadagna il piacere di guida, pur con una escursione della leva un po’ abbondante. Adeguata la rapportatura che ben si abbina al tipo di erogazione del 1.6 JTD. Buone notizie sul fronte consumi di gasolio. I valori medi nell’uso urbano intenso si sono attestati sui 6,8 l/100 Km (14,7 Km/litro) mentre nei percorsi extraurbani, rispettando i limiti di velocità, abbiamo ottenuto in media 5,8 l/100 Km (17,2 Km/litro). Tali consumi sono stati rilevati con climatizzatore escluso e sistema Start&Stop inserito che peraltro risponde velocemente al riavvio a patto di non anticipare troppo l’innesto della prima. A titolo di confronto, i valori di consumo dichiarati sono 5,5 l/100 Km nel ciclo urbano e 4,0 l/100 Km nell’ extraurbano. Emissioni CO2 114 g/km. Il servosterzo elettrico con il DNA in posizione Natural è l’ideale per le manovre e per la città ma è fin troppo leggero oltre i 50 km/h. La consistenza e il feeling migliorano in modalità Dynamic senza raggiungere livelli di eccellenza. Bene i freni (4 dischi), potenti e modulabili. Il pedale frizione richiede uno sforzo medio, il comando è ben modulabile e le partenze in salita sono agevolate dal dispositivo Hill Holder ben tarato. Ottima la maneggevolezza e la tenuta di strada in ogni condizione. In modalità Dynamic le reazioni al volante in fase di decisa accelerazione, possono risultare brusche. Le sospensioni, abbastanza rigide, assorbono discretamente le asperità stradali con qualche limite per le buche a spigolo vivo, specie al retrotreno. Il confort acustico interno è più che buono in rapporto alla categoria del veicolo, sebbene si avverta il rumore di rotolamento degli pneumatici Dunlop 215/45 -17). Del tutto assenti gli scricchiolii di componentistica interna ed esterna.

IN OFFICINA – Il motore 1598 cc. turbodiesel common rail iniezione diretta  è un bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro. Eroga una potenza di 120 CV (88 kW) a 3750 giri/minuto ed una coppia massima di 320 Nm a 1750 giri/minuto. Il turbocompressore è un Garrett a geometria variabile. Le sospensioni anteriori sono del tipo Mc Pherson con barra stabilizzatrice, quelle posteriori a ruote interconnesse con ponte torcente. Il controllo livelli all’interno del vano motore si effettua agevolmente. I fusibili sono raggruppati in 3 alloggiamenti chiusi situati rispettivamente nel vano motore, sotto la plancia porta-strumenti e nel bagagliaio. La sostituzione delle lampadine ad incandescenza dei fari anteriori è abbastanza semplice, mentre per le luci a Led di posizione, stop dei gruppi ottici posteriori e per i retronebbia, la Casa consiglia di rivolgersi alle officine autorizzate Alfa Romeo. Durata della garanzia: 2 anni sul veicolo, 3 anni sulla verniciatura, 8 anni sull’anticorrosione. Una nota di merito per la completezza del manuale di uso e manutenzione in dotazione alla vettura.

INFOTAINMENT – Il sistema della Mito comprende un raffinato impianto autoradio- lettore CD Hi-Fi Bose con 4 altoparlanti mid-woofer da 165 mm, 4 tweeter da 38 mm, 1 amplificatore a 8 canali, 1 bass box. La qualità del suono risulta di ottimo livello e i comandi sono di facile e intuitivo azionamento. Nel tunnel centrale sono presenti la porta USB e la presa Aux. Eccellente il funzionamento dell’impianto Bluetooth vivavoce abbinato al sistema Uconnect. Molto rapida la connessione del telefono Samsung GT-C3310 da noi testato ed eccellente la ricezione. In merito al navigatore abbiamo apprezzato il notevole salto di qualità. Ora è presente un ottimo Tom Tom con schermo touch screen da 5 pollici dal facile e veloce utilizzo e soprattutto con mappe aggiornate. Sulla MiTo 1.4T-GPL il precedente navigatore con schermo non touchscreen era stato oggetto di alcune nostre critiche e auspicavamo i miglioramenti del caso.

SICUREZZA – La dotazione di sicurezza attiva/passiva della MiTo è di notevole livello. Dispone di 7 airbag di cui 2 frontali a doppio stadio, un airbag ginocchia per il guidatore, 2 laterali a protezione del torace e 2 a tendina estesi anche ai passeggeri posteriori. Gli airbag frontali e laterali del passeggero sono disattivabili. Presenti pretensionatori anteriori e limitatori di carico anteriori. Nel crash test Euro NCAP la MiTo ha ottenuto 5 stelle (vecchio protocollo). Protezione adulti 36 punti, bambini 29 punti, pedoni 18 punti  Da segnalare il sistema SBR ( Seat Belt Reminder) che tramite un piccolo display ubicato sopra lo specchietto retrovisore interno, avverte i passeggeri anteriori e posteriori, con segnalazione visiva e acustica, del mancato allacciamento della propria cintura. Disponibili i ganci Isofix. I poggiatesta sono dotati del dispositivo Anti-Whiplash che limitano i traumi fisici in caso di “colpo di frusta”. Per quanto riguarda la sicurezza attiva e i sistemi di assistenza alla guida, sono presenti ABS con EBD, ESC ed il pacchetto VDC (Vehicle Dynamics Control) che comprende: Hill Holder, ASR, Brake Assist, MSR, CBC, E-Q2, DST. Del sistema “Alfa DNA” per il controllo dinamico della vettura, abbiamo già detto. L’MSR interviene in caso di passaggio di marcia brusco in scalata, evitando un eccessivo freno motore. Il sistema CBC ottimizza la ripartizione della frenata nel caso di frenata in curva con intervento dell’ABS. Il sistema DST (Dynamic Steering Torque) effettua correzioni sullo sterzo limitando il sovrasterzo su fondi a bassa aderenza.

CONCLUSIONI – Il nostro giudizio complessivo sulla Alfa Mito 1.6 JTDm-2 è senz’altro positivo per ciò che riguarda il comportamento stradale, la guidabilità in sicurezza, i consumi di carburante e le prestazioni. Il cambio e il sistema di navigazione sono stati migliorati in modo apprezzabile. Si tratta di un prodotto ben curato e completo soprattutto con l’aggiunta dei numerosi optional a pagamento che però fanno lievitare sensibilmente il prezzo finale (a tale proposito leggi qui il nostro listino). Migliorabile, per certi aspetti, l’ergonomia all’interno.  

(SicurAUTO.it ringrazia l’officina Toppi Claudio di Roma per la cortese collaborazione)

1 Commento

Alessio
13:53, 12 Marzo 2017

Ok, mio commento si indirizzava sul fatto del asso omega posteriore della Mito che non mi gusta propio. TRoppo rigido sulle dosse e talmente rigido che alcuni clienti reclamano schianti delle molle . E chissa nel futuro anche crepe nei domi posteriori. MI chiedo perche non hanno usato la sospensione indipendente della punto MK1. Intendo stesso sistema
. Grazie

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