
L'orgoglio del Made in Italy per Giulia e Stelvio potrebbe far tornare la Panda in Polonia. La mossa di FCA per le auto di punta
“Cavalcare l'onda”: è quello che cerchiamo di fare tutti ma l'idea si estende anche alle organizzazioni aziendali. Le onde nell'automotive, per esempio, attualmente sono diverse: la guida autonoma, la trazione elettrica/ibrida e il gradimento dei SUV e dei Light Truck, questi ultimi soprattutto nel mercato americano. I pickup, per esempio, sono così popolari negli Usa da aver contagiato anche Fiat che recentemente ne ha proposto uno con il proprio marchio (leggi la prova su strada in anteprima del Fiat Fullback). Insieme ai pickup stanno andando fortissimo quasi ovunque anche i SUV e FCA è ben rappresentata anche in questo settore un po' ovunque: i suoi Marchi Jeep, RAM, Dodge, Fiat, Maserati e Alfa Romeo offrono soluzioni un po' per tutti. È proprio in nome della fama dei SUV che la produzione della piccola Panda, anche se continua ad essere un best seller, potrebbe uscire dall'Italia: il blasone del Made in Italy dovrebbe infatti rimanere appannaggio delle Alfa Romeo di prestigio.
SUV MANGIATUTTO La necessità di accontentare la fame di SUV e crossover ha probabilmente ucciso nella culla una possibile Giulia Station Wagon in favore della Stelvio e delle sue prossime sorelle (leggi che Sergio Marchionne conferma 2 nuovi crossover al posto delle Wagon). Sappiamo poi che nel nostro Paese la Jeep Renegade e la Fiat 500X vendono molto bene e anche l'Alfa Romeo Stelvio ha suscitato molto interesse: è quindi probabile che possa bissare il successo della Giulia.
È a questo punto che si innesta la questione di “chi produce cosa e dove”. Sostituite a chi gli impianti, a cosa i modelli e a dove i Paesi e avrete il quadro nel quale si muove la logica industriale alla base di una notizia anticipata da Autonews e confermata dallo stesso Marchionne a Ginevra (leggi lo speciale di SicurAUTO.it per il Salone di Ginevra 2017): la gettonatissima Panda potrebbe essere prodotta in Polonia, lasciando così il Patrio Suolo. Il motivo sarebbe il liberare capacità produttiva per poter insignire i più esclusivi modelli Alfa Romeo della medaglia Made in Italy. Il lancio ANSA riporta infatti una dichiarazione dell'AD che dice: “La nuova Panda, che nascerà intorno al 2019-2020, sarà fatta altrove, non in Italia. Lo stabilimento di Pomigliano, con tutto il rispetto, ha la capacità di fare di meglio”. Indicativo è anche il passo nel quale dice che “Alfa Romeo ha un grande futuro e siamo contenti di quanto abbiamo fatto tecnicamente con la piattaforma con Giulia e Stelvio. Mi aspetto grandi cose dal marchio e finalmente le Stelvio arriveranno in America, nel secondo trimestre di quest'anno. E' stato un grande sforzo rilanciare Alfa, i primi risultati arriveranno nel 2019; adesso bisogno dargli spazio e completare la gamma”.
I “PANDISTI” E GLI STABILIMENTI La storia produttiva della Panda è piuttosto variegata: la sua terza generazione era costruita in Polonia, a Tychy, ma dal 2011 è ritornata nello stabilimento di Pomigliano, profondamente ristrutturato fino a farne un impianto-modello (leggi della visita al nuovo stabilimento di Pomigliano d'Arco). La Panda, ormai quasi un brand come Vespa, è stato il modello più venduto della Fiat nel 2016 in Europa e la minicar più venduta della regione, con consegne aumentate fino a 191.696 esemplari, secondo i dati di JATO Dynamics. Spostare la Panda in Polonia sarebbe l'ennesima mossa di FCA nella direzione della delocalizzazione produttiva delle auto di massa: ricordiamo che la Tipo è costruita da una joint venture in Turchia, mentre la 500 è fatta in Polonia e la 500L in Serbia.
Ricordando che anche i futuri motori della Panda (e delle altre piccole) verranno costruiti in Polonia, nell'apprezzato ma sottoutilizzato impianto di Bielsko-Biala (leggi del nuovo 1000 Firefly prodotto in Polonia con un investimento di 250 milioni), la logica di questa decisione appare più chiara. La maggior parte degli acquirenti della Panda, e delle citycar in generale, non è molto attento a dove l'automobile è costruita ma il discorso cambia salendo di livello: chi spende di più (il listino Giulia parte da circa 36 mila euro e la Stelvio è posizionata ancor più in alto; entrambe sono assemblate a Cassino) è più esigente. Quindi le auto con i margini maggiori potranno fregiarsi della targhetta “made in Italy” mentre quelle “low margin” come la Panda beneficeranno della produzione a basso costo in Polonia.