A26: viaggia a 255 km/h ma autovelox non è omologato, multa nulla

A26: viaggia a 255 km/h ma autovelox non è omologato, multa nulla

In Italia si può correre a 255 km/h in autostrada e non ricevere nessuna multa se l'autovelox che ha rilevato l'infrazione non risulta omologato

7 Novembre 2024 - 13:45

In Italia si può correre a 255 km/h e farla franca, anzi poco ci manca che si ricevano pure delle scuse. E questo grazie al ‘pasticciaccio’ causato dall’ormai ben nota sentenza della Corte di Cassazione che, di fatto, ha dichiarato fuorilegge gli autovelox privi di omologazione, cioè tutti, dando il via libera a un’infinita serie di ricorsi che si concludono sempre con l’annullamento della multa contestata. Anche in presenza di situazioni oggettivamente pericolosissime, come viaggiare alle velocità della Formula 1 in una normale autostrada italiana, nel caso specifico la A26 Genova Voltri – Gravellona Toce.

VIAGGIAVA A 255 KM/H SULLA A26: LA PREFETTURA DI NOVARA ANNULLA LA MAXI MULTA

Proprio così: lo scorso 4 novembre 2024 la Prefettura di Novara ha accolto il ricorso presentato da un’automobilista dal piede pesante che lo scorso maggio era stato sanzionato con una mega multa da 845 euro, più 1 anno di sospensione della patente, per aver superato di quasi il doppio il limite di velocità autostradale di 130 km/h sulla A26 nel territorio comunale di Recetto, presso Novara. Più precisamente, il telelaser TruCam piazzato dalla Polizia stradale aveva rilevato una folle velocità di 255 km/h raggiunta a bordo della potentissima Audi RS 6 Performance, un’auto da 150 mila euro.

Una volta colpito dalla severa sanzione, l’automobilista non si è però perso d’animo e tramite il suo avvocato ha presentato immediatamente ricorso alla locale Prefettura, contando sull’ormai prevalente giurisprudenza secondo cui l’apparecchio semplicemente ‘approvato’ non è da considerarsi anche ‘omologato’, e le misurazioni fatte con quest’ultimo non sono quindi regolari. E poiché il TruCam usato a maggio dalla Polstrada era solo approvato, il prefetto non ha potuto fare altro che annullare la multa e restituire la patente.

LA QUESTIONE DEGLI AUTOVELOX APPROVATI MA NON OMOLOGATI

Come è noto, la questione dell’omologazione degli autovelox in Italia è esplosa lo scorso mese di aprile, quando la Corte di Cassazione con la sentenza n. 10505 ha ribadito, confermando peraltro un chiaro orientamento giurisprudenziale, che le multe prese con i dispositivi che rilevano la velocità a distanza sono da considerarsi nulle se l’apparecchio risulta solo approvato e non anche omologato. Questo perché omologazione e approvazione sono due procedimenti complementari e non alternativi, come talvolta si riteneva (sbagliando), con natura e finalità diverse. L’omologazione ministeriale, infatti, autorizza la riproduzione in serie di un apparecchio testato in laboratorio, con attribuzione della competenza al Ministero delle Imprese e del Made in Italy; l’approvazione consiste invece in un procedimento che non richiede la comparazione dell’apparecchio con caratteristiche ritenute fondamentali o con particolari prescrizioni previste dal regolamento.

L’omologazione, quindi, consiste in una procedura che, pur essendo amministrativa al pari dell’approvazione, ha anche natura necessariamente tecnica e serve a garantire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico. Requisiti che sono alla base dell’indispensabile condizione per la legittimità dell’accertamento.

Comuni omologazione autovelox

AUTOVELOX NON OMOLOGATI: UN PROBLEMA PER LA SICUREZZA STRADALE

La sentenza della Cassazione è sicuramente corretta ma ha causato un problema non da poco: visto che in pratica nessun autovelox in Italia risulta omologato, qualsiasi sanzione comminata tramite questi dispositivi può essere facilmente annullata tramite ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace. Anche in presenza di episodi oggettivamente inaccettabili come nel caso dell’automobilista che sfrecciava a 255 km/h sulla A26. Si passati dunque dall’estrema severità di autovelox piazzati un po’ ovunque anche per ‘fare cassa’, a una situazione di completa anarchia in cui, come ha sottolineato provocatoriamente l’ASAPS (l’associazione della Polizia stradale), “i limiti di velocità in Italia sono stati di fatto aboliti e ognuno può correre quanto vuole e dove vuole“. Tra l’altro sono passati più di sei mesi dall’intervento della Cassazione e nulla è stato ancora fatto sul piano normativo per risolvere questo vulnus, nonostante le pressanti richieste.

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