
Questione auto aziendali: il decreto Bollette salva i fringe benefit 2024 con una clausola di salvaguardia che tutela i vecchi contratti
Sta per concludersi positivamente la vicenda dei fringe benefit delle auto aziendali, la cui nuova tassazione, in vigore dal 1° gennaio 2025, rischiava di penalizzare anche i vecchi contratti. Dopo aver bocciato gli emendamenti al decreto Milleproroghe che avrebbero aggiustato la situazione già il mese scorso, il Governo avrebbe infatti dato l’ok a un altro emendamento, stavolta al decreto Bollette, che introduce una clausola di salvaguardia per dipendenti e imprese che hanno ottenuto o anche solo prenotato un veicolo aziendale entro il 31 dicembre 2024, a prescindere che sia stato consegnato o meno.
FRINGE BENEFIT AUTO AZIENDALI: LE NUOVE ALIQUOTE 2025
Ricapitoliamo cosa è accaduto fin dall’inizio: le auto aziendali (ma anche motocicli, ciclomotori e autocaravan) concesse in uso promiscuo ai dipendenti, ossia quelle utilizzabili sia per esigenze di lavoro che per esigenze private, costituiscono una forma di remunerazione ‘in natura’ complementare alla retribuzione principale ‘in denaro’, e sono pertanto soggette alla tassazione prevista per il fringe benefit, che è appunto una retribuzione aggiuntiva in beni o servizi.
A decorrere dal 1° gennaio 2025 la tassazione delle auto aziendali in fringe benefit, che prima era legata alle emissioni di CO2, è cambiata e adesso si basa solo ed esclusivamente sulla tipologia di alimentazione, privilegiando quelle più ecologiche. Questa modifica ha reso più vantaggiosa l’immatricolazione di auto aziendali elettriche e plug-in hybrid e meno conveniente (anzi decisamente penalizzante) quella di vetture termiche e ibride fino a 160 g/km di CO2, che però rappresentano la stragrande maggioranza del parco veicoli aziendali, comportando un automatico incremento delle ritenute nelle buste paga dei dipendenti che si vedranno assegnare un’auto termica nel 2025.
Le associazioni di categoria, tutte contrarie alla nuova normativa, hanno stimato un aumento annuo medio del valore imponibile del fringe benefit di 1.600 euro (+67%) per circa 1 milione di contribuenti. I più penalizzati sono soprattutto i dipendenti della classe media, che di norma sono i principali utilizzatori delle vetture diesel o benzina.
NUOVE REGOLE AUTO AZIENDALI: RISCHIO CONSEGUENZE ANCHE SUI CONTRATTI FINO AL 2024
Ma non è tutto. Una volta introdotta la nuova tassazione valida dal 1° gennaio 2025, sono emersi un paio di problemi che rischia(va)no di estendere le aliquote più penalizzanti per le auto termiche anche ai contratti stipulati fino al 2024.
Il primo riguardava le auto aziendali ordinate nel 2024 ma non ancora consegnate. Un po’ ingiustamente, infatti, la nuova legge prevede(va) di applicare i nuovi coefficienti fiscali anche sui veicoli ordinati l’anno scorso, quando c’era la vecchia tassazione, ma immatricolati e assegnati nel corso del 2025 a causa dei lunghi tempi di consegna.
Il secondo problema, perfino più serio, è stato sollevato da alcuni esperti in materia e riguardava la possibilità che la precedente regolamentazione, sostituita da quella vigente dal 1° gennaio di quest’anno, non fosse più applicabile alle auto aziendali assegnate e immatricolate fino all’anno scorso. Questo perché si è intervenuti sul TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi) senza prevedere una specifica clausola di salvaguardia del pregresso. In concreto, le vetture consegnate fino al 31 dicembre 2024 non avrebbero potuto più beneficiare nel 2025 della determinazione forfettaria del valore del fringe benefit basata sulle tabelle ACI, riportando le lancette del tempo all’ormai preistorico sistema del rimborso chilometrico superato nel 1997. Ciò avrebbe comportato, in molti casi, un significativo aumento degli imponibili fiscali e, di conseguenza, della tassazione per questi soggetti, nonostante si trattasse degli stessi veicoli già concessi in uso dall’azienda.
IL DECRETO BOLLETTE SALVERÀ I VECCHI FRINGE BENEFIT DELLE AUTO AZIENDALI
Per risolvere queste problematiche che avrebbero penalizzato chi si è visto assegnare o ha ordinato un’auto aziendale quando la tassazione era diversa (e più conveniente per le auto termiche), Governo e Parlamento introdurranno la clausola di salvaguardia per i vecchi contratti sotto forma di un emendamento al decreto Bollette a firma Marco Osnato (FdI), presidente della commissione Finanze della Camera.
Il correttivo prevede espressamente che per i veicoli concessi in uso promiscuo dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2024, nonché per i veicoli ordinati dai datori di lavoro entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal 1° gennaio 2025 al 30 giugno 2025, resti ferma l’applicazione delle regole fiscali in vigore fino al 31 dicembre 2024 e dunque senza le nuove maggiorazioni dei costi chilometri previsti per i veicoli a benzina, gasolio e ibridi.
Tuttavia, come ha fatto notare Il Sole 24 Ore, anche questa soluzione, seppur sufficientemente efficace, presenta qualche falla (ancora rimediabile). Infatti, la data di consegna indicata nel 30 giugno 2025 potrebbe dare luogo a disparità di trattamento tra chi ha prenotato comunque la vettura entro fine 2024 come chiede il correttivo, ma si vedrà suo malgrado consegnare la vettura dopo la scadenza di fine giugno. Un limite che di fatto andrebbe rimosso in quanto il presupposto giuridico per far scattare l’applicazione del regime fiscale meno oneroso sui fringe benefit è legato alla data dell’ordine della vettura che deve essere stato effettuato dai datori di lavoro prima dell’entrata in vigore delle nuove regole.
La cancellazione del termine del 30 giugno, ricorda inoltre il quotidiano economico, non andrebbe a pesare sulle coperture già garantite e bollinate dalla Ragioneria dello Stato in occasione del decreto Milleproroghe, stimate sulla base degli ordini effettuate dalle società e pari a 8,3 milioni di euro per l’anno 2025,9,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027 e 1,2 milioni di euro per l’anno 2028.