
L’emendamento approvato nel decreto Bollette salva dalla nuova tassazione delle auto aziendali solo chi avrà la vettura concessa entro il 30 giugno
L’emendamento approvato nel decreto Bollette (manca solo la ratifica al Senato) ha salvato dalla nuova e più penalizzante tassazione chi ha ordinato la vettura nel 2024 e se la vedrà consegnare nel 2025, ma questo accadrà solo se l’auto aziendale verrà concessa in uso promiscuo al dipendente entro il 30 giugno. Significa che la toppa messa dal Governo per evitare l’effetto retroattivo delle nuove aliquote potrebbe creare un’ingiusta disparità di trattamento su cui, peraltro, imprese e dipendenti non hanno margini di intervento.
AUTO AZIENDALI IN FRINGE BENEFIT: COME È CAMBIATA LA NORMATIVA
Come è noto le auto aziendali (ma anche motocicli, ciclomotori e autocaravan) concesse in uso promiscuo ai dipendenti, ossia quelle utilizzabili sia per esigenze di lavoro che per esigenze private, costituiscono una forma di remunerazione ‘in natura’ complementare alla retribuzione principale ‘in denaro’, e sono pertanto soggette alla tassazione prevista per il fringe benefit, che è appunto una retribuzione aggiuntiva in beni o servizi. Fino all’anno scorso la tassazione si basava esclusivamente sulle emissioni di CO2 (ciclo WLTP) e prevedeva quattro fasce di emissioni, con altrettante percentuali da applicare al costo in €/km indicato nelle tabelle ACI. Ma da gennaio 2025 le cose sono cambiate.
In pratica, lo schema della tassazione non è più basato sulle emissioni di CO2 ma solo ed esclusivamente sulla tipologia di alimentazione, con evidenti vantaggi per BEV e PHEV e svantaggi per le altre (soprattutto termiche e ibride fino a 160 g/km di CO2). La tassazione, infatti, per i contratti stipulati dal 1° gennaio 2025 è la seguente:
- Auto elettriche: 10%
- Auto plug-in hybrid: 20%
- Tutte le altre alimentazioni: 50%.
Significa che le auto elettriche e plug-in hybrid sono passati dalla vecchia tassazione del 25% a una, rispettivamente, del 10% e del 20%. Mentre le vetture con emissioni di CO2 da 61 g/km a 160 g/km, cioè la stragrande maggioranza (secondo stime circa l’85% delle auto aziendali in Italia), sono passati dal 30% al 50%, aumentando notevolmente la tassazione Irpef e contributiva in busta paga al lavoratore e per l’azienda.
NUOVE REGOLE AUTO AZIENDALI: RISCHIO CONSEGUENZE ANCHE SUI CONTRATTI FINO AL 2024
Ma non è tutto. Una volta introdotta la nuova tassazione valida dal 1° gennaio 2025, si è scoperto che avrebbe riguardato anche i veicoli ordinati l’anno scorso, quando c’era la vecchia tassazione, ma immatricolati e assegnati nel corso del 2025 a causa dei lunghi tempi di consegna.
Proprio per risolvere questa problematica che rischiava di penalizzare chi si è visto assegnare o ha ordinato un’auto aziendale quando la tassazione era diversa (e più conveniente per le auto termiche), il Governo ha introdotto una clausola di salvaguardia per i vecchi contratti mediante un emendamento al decreto Bollette il quale prevede che per i veicoli concessi in uso promiscuo dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2024, nonché per i veicoli ordinati dai datori di lavoro entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal 1° gennaio 2025 al 30 giugno 2025, resti ferma l’applicazione delle regole fiscali in vigore fino al 31 dicembre 2024 e dunque senza le nuove maggiorazioni dei costi chilometri previsti per i veicoli a benzina, gasolio e ibridi.
LA SOLUZIONE DEL GOVERNO È SOLO PER LE AUTO CONCESSE FINO AL 30 GIUGNO 2025
Tuttavia, come ha sottolineato l’esperto Stefano Sirocchi sul Sole 24 Ore di oggi, il pur apprezzabile intervento del Governo per salvare i contratti pre-2025, crea possibili disparità di trattamento. Infatti, se l’auto sarà consegnata oltre il 30 giugno 2025, termine inserito per contenere i costi in relazione alle risorse disponibili (8,3 milioni di euro), pur essendo stata ordinata nel 2024, si applicherà comunque il nuovo regime fiscale più svantaggioso per termiche e ibride. E questo nonostante dipendente e azienda abbiano effettuato l’ordine con tariffe e fisco vigenti l’anno scorso, senza contare che sui tempi di consegna dei veicoli possono fare poco o nulla (se non mandare ogni tanto un sollecito), considerando che dipendono da più fattori esogeni come la produzione del veicolo, possibili difetti della macchina o banalmente nei ritardi dei trasporti.