Vittoria per le auto storiche: il TAR annulla, con effetto immediato, il divieto di circolazione a Roma nella Ztl Fascia Verde
Le auto storiche possono circolare liberamente nella Ztl Fascia Verde di Roma: il TAR del Lazio ha infatti accolto, con sentenza immediatamente esecutiva, il ricorso presentato dall’ASI unitamente ai registri storici Alfa Romeo, Fiat, Lancia e supportato dalla Federazione Motociclistica Italiana e dal club romano ‘La Tartaruga’, annullando tutti gli atti della Regione Lazio e di Roma Capitale che limitavano la circolazione dei veicoli storici nell’area all’interno del Grande Raccordo Anulare.
AUTO STORICHE: PERCHÉ IL DIVIETO A ROMA
I decreti e le delibere emessi tempo fa da Regione e Giunta Regionale del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma avevano vietato la circolazione negli orari di attivazione della Ztl Fascia Verde dei veicoli storici, auto e moto (ricordiamo che cosa si intende per veicoli storici), perché ricadenti senza nessuna distinzione nel parco circolante più datato e inquinante (per le auto il divieto d’accesso nella Ztl riguarda benzina fino a Euro 2 e diesel fino a Euro 3, per le moto benzina e diesel fino a Euro 1). L’unica deroga per i veicoli storici era concessa solo in occasione di eventi autorizzati dagli organi competenti, come autoraduni o motoraduni.
TAR DEL LAZIO AMMETTE LA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI STORICI A ROMA: LE MOTIVAZIONI
Nella pronuncia del TAR del Lazio, che ha offerto risposta anche agli altri ricorsi presentati contro gli stessi provvedimenti, viene invece stabilita la necessità (peraltro già rilevata dal Consiglio di Stato sin dal parere n. 799/2021) di bilanciare la tutela dell’ambiente con la tutela, di pari dignità costituzionale, del patrimonio storico e culturale in cui il motorismo storico a pieno titolo si iscrive. Inoltre, il Tribunale Amministrativo Regionale ha ribadito l’indubbia specificità che già la legge riconosce ai veicoli storici all’interno della più ampia categoria degli autoveicoli, unitamente alla natura e al ruolo insostituibile degli enti certificatori e alla esclusività del Certificato di Rilevanza Storica da essi rilasciato quale unico meccanismo ammesso dall’ordinamento nazionale per l’accertamento della storicità dei veicoli.
AUTO STORICHE A ROMA SONO SOLO LO 0,25% DEL PARCO CIRCOLANTE
In effetti la ‘crociata’ delle istituzioni laziali e romane contro le auto e le moto storiche in nome della salvaguardia ambientale appariva quanto meno sproporzionata, considerati i numeri. In base ai dati della Motorizzazione Civile, infatti, sul territorio della Città Metropolitana di Roma i veicoli d’uso quotidiano circolanti sono 4.040.078 e quelli con Certificato di Rilevanza Storica registrato sono 9.945: una quota pari allo 0,25% del totale, che percorre annualmente lo 0,014% dei km percorsi dai veicoli d’uso quotidiano (fonte: censimento FIVA e dati compagnie assicurative). È solo per questo che le associazioni hanno fatto ricorso: proprio perché i veicoli storici certificati, essendo numericamente esigui, sono da considerarsi ininfluenti in termini di impatto ambientale e la loro possibilità di circolare in maniera controllata rientra tra le azioni di tutela e salvaguardia.
ASI SODDISFATTA: LA SENTENZA TUTELA IL MOTORISMO STORICO
Per l’ASI (Automotoclub Storico Italiano) quest’ultima sentenza del TAR del Lazio sancisce, come già accaduto in altre regioni e grandi città italiane, un nuovo importante passo avanti nella direzione volta a tutelare il motorismo storico e a mantenere viva questa enorme risorsa culturale ed economica del Paese. “Non vi è evidenza”, aveva ribadito il Consiglio di Stato, “che le restrizioni alla circolazione dei veicoli storici impattino concretamente sull’obiettivo della riduzione delle componenti inquinanti, sicché le stesse non possono essere equiparate alle misure limitative della circolazione degli altri veicoli”. Posizione, questa, fondata su ampie e puntuali analisi e argomentazioni esposte dall’ASI stesso, a partire dall’esiguo numero di veicoli storici certificati circolanti e dal loro limitato utilizzo, fino ad arrivare all’esigenza di tutelare il loro valore storico-culturale.