Arrivano i rincari per le autostrade: aumento dei pedaggi fino al +2,3% dall'1/1/24 ma per alcuni gestori le percentuali sono diverse
Dal 1° gennaio 2024 i pedaggi delle autostrade italiane subiranno un aumento fino al +2,3%. Lo prevede una norma del decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei Ministri nella tarda serata del 28 dicembre. Tuttavia lo stesso decreto stabilisce che l’adeguamento tariffario potrà subire variazioni, in difetto o in eccesso, con l’aggiornamento dei piani economico-finanziari (PEF) dei concessionari autostradali, il cui termine è stato prorogato a fine 2024. Un successivo decreto interministeriale di MIT e MEF ha poi determinato l’aumento per quei concessionari che hanno già aggiornato i PEF.
PEDAGGI AUTOSTRADE: L’AUMENTO NEL DECRETO MILLEPROROGHE
Riepilogando: il decreto Milleproroghe ha differito al 30 marzo 2024 “il termine per la presentazione, da parte delle società concessionarie per le quali è intervenuta la scadenza del periodo regolatorio quinquennale, delle proposte di aggiornamento dei piani economico-finanziari (PEF) predisposti in conformità alle delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti e alle disposizioni emanate dal concedente”. E ha prorogato al 31 dicembre 2024 “il termine per il perfezionamento dell’aggiornamento dei piani economico-finanziari dei concessionari autostradali”. Nelle more degli aggiornamenti convenzionali, le tariffe autostradali sono state per adesso incrementate fino al +2,3%, corrispondente all’indice d’inflazione (NADEF) per l’anno 2024. Ma, come già anticipato, un successivo decreto interministeriale MIT-MEF ha fissato gli adeguamenti tariffari (spesso inferiori alla misura del +2,3% stabilita col Milleproroghe) per i concessionari autostradali che hanno già definito il piano economico-finanziario.
AUMENTO AUTOSTRADE: TORNANO I RINCARI DOPO LO STOP DEL 2018
In genere l’aumento dei pedaggi autostradali all’inizio dell’anno rispetta una sorta di ‘automatismo’ legato all’inflazione e agli investimenti fatti dalle società concessionarie. Tuttavia dopo il crollo del ponte Morandi nel 2018, che ha scoperchiato il vaso di Pandora sulle gestione quanto meno approssimativa di molte autostrade, gli incrementi tariffari sono stati di fatto congelati per quattro anni. Nel 2023 sono però ripresi gli aumenti, anche se non per tutti: il Ministero delle Infrastrutture e del Trasporti e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno riconosciuto ad ASPI un aumento complessivo nell’anno del +3,34% (+2% dal 1° gennaio e +1,34% dal 1° luglio) e ad ASTM del gruppo Gavio un adeguamento del +9,16% sulla A21, del +4,30% sulla A4 e sulla A33 e del +4,34% sulla Tangenziale Est Esterna di Milano o A58.
AUMENTO AUTOSTRADA: TUTTI I RINCARI DEL 2024
Nel 2024, invece, un po’ tutti i gestori autostradali si aspettavano un ritocco delle tariffe e infatti il decreto interministeriale MIT-MEF di fine 2023 ha definito l’entità degli aumenti per ciascun concessionario, prendendo come riferimento il +2,3% stabilito con il Milleproroghe in base all’indice d’inflazione e variando la percentuale a seconda dell’attuazione degli investimenti e di altri parametri, per quei gestori che hanno già aggiornato il piano economico-finanziario (chi non l’ha fatto, come abbiamo visto, può contare su una proroga fino al 31/12/2024). Ecco gli aumenti del 2024 per ogni autostrada:
- Alto Adriatico (periodo regolatorio vigente): 0%
- Asti-Cuneo (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Ativa (concessione scaduta): 0%
- Autobrennero (concessione scaduta): 0%
- Autostrade per l’Italia (periodo regolatorio vigente): +1,51%
- Autostrade Siciliane (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Autovia Padana (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Brebemi (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Brescia-Padova (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Cav (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Fiori-Tronco A6 (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Fiori-Tronco A10 (concessione scaduta): 0%
- Pedemontana Lombarda (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Rav (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Salerno-Pompei-Napoli A3 (periodo regolatorio vigente): +1,86%
- Salt Ligure Toscano (concessione scaduta): 0%
- Salt-Tronco Autocisa A15 (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Sat (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Satap-Tronco A4 (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Satap-Tronco A21 (concessione scaduta): 0%
- Sav (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Serravalle Milano (aggiornamento Piano economico finanziario in corso): +2,3%
- Sitaf (aggiornamento Piano economico finanziario in corso) +2,3%
- Strada dei Parchi (subentro concessionaria): 0%
- Tangenziale di Napoli (periodo regolatorio vigente): +0,76%
- Teem (periodo regolatorio vigente): +2,3%.
Va sottolineato, come ha ricordato al Sole 24 Ore Diego Cattoni, presidente di Aiscat, l’associazione delle concessionarie, che in Italia i pedaggi autostradali sono mediamente inferiori a quelli di Francia e Spagna, tanto per citare due nazioni a noi vicine per affinità geografiche e culturali: in Francia sono più alte del 35% per il traffico leggero e del 93% per quello pesante, mentre in Spagna rispettivamente del 12,7% e del 7,2%.