Dazi auto elettriche cinesi UE: aumenti fino al 38%, è ufficiale

Dazi auto elettriche cinesi UE: aumenti fino al 38%, è ufficiale

L'UE ha deciso un aumento dei dazi sulle auto elettriche cinesi: le tariffe saliranno fino al 38,1% a partire da luglio 2024

12 Giugno 2024 - 12:30

È ufficiale: l’UE ha rotto gli indugi sui dazi alle auto elettriche cinesi annunciando da luglio 2024 un aumento delle tariffe doganali sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina che saliranno da un minimo del 17,4% fino a un massimo del 38,1% a seconda dei marchi coinvolti. La Commissione europea ha deciso infatti di applicare ‘dazi individuali‘ in base al livello di collaborazione offerto dalle case cinesi durante l’indagine anti-dumping e alla quantità di sussidi ricevuti dallo Stato. Quella maggiormente stangata risulta la SAIC Motor, che tra gli altri produce anche le MG, mentre BYD è stata meno colpita. Da notare che si tratta di misure ‘compensative’ che pertanto si aggiungono alla tariffa ordinaria del 10% già applicata sull’import di auto elettriche di qualsiasi provenienza.

COME FUNZIONANO I DAZI UE ALLE AUTO ELETTRICHE CINESI

Va specificato che i nuovi dazi UE sulle auto elettriche cinesi sono temporanei, per quanto retroattivi: come detto, entreranno in vigore all’inizio di luglio (precisamente dal 4 luglio) e riguarderanno anche i tre mesi precedenti, per una durata complessiva di cinque anni. Tuttavia per diventare definitivi sarà necessaria la ratifica degli Stati membri dell’Unione Europea entro il prossimo mese di novembre. Ratifica che non è affatto scontata, visto che alcuni Stati, anche molto influenti come la Germania (e altri che hanno interessi in Cina, per esempio Svezia e Ungheria), si sono sempre dichiarati contrari all’aumento dei dazi. A favore sono invece Francia, Spagna e anche Italia, come da recenti dichiarazioni del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Viceversa molte case automobilistiche occidentali non vedono di buon occhio i dazi, su tutte Stellantis ma pure BMW, Mercedes, Volkswagen, Ferrari e Tesla.

I dazi individuali che la Commissione europea intende applicare ai produttori cinesi di auto elettriche, in aggiunta al 10% già esistente, sono:

  • BYD: 17,4%;
  • Geely: 20%;
  • SAIC: 38,1%.

Ricordiamo che Geely possiede marchi come Volvo (e quindi Polestar), Lynk, Proton, Lotus e il 50% di Smart. Mentre SAIC è proprietaria di MG.

Gli altri produttori cinesi di auto elettriche che hanno collaborato all’inchiesta dell’UE, ma non sono stati inclusi nelle ispezioni e nelle richieste di informazioni da parte dei funzionari europei, saranno invece soggetti a un dazio medio supplementare del 21%. Tra questi ci sono Xpeng, Nio, Leapmotors, Great Wall, Chery, Aiways, Voyah e Seres, oltre a diverse joint-venture tra case cinesi ed europee. Invece i produttori che non hanno collaborato all’inchiesta subiranno un dazio aggiuntivo del 38,1%.

Per quanto riguarda Tesla, che produce (anche) in Cina, dietro richiesta motivata potrà pagare un’aliquota doganale ‘calcolata individualmente‘, ma solo dopo la sentenza definitiva dell’inchiesta anti-dumping.

I dazi supplementari saranno introdotti dal 4 luglio 2024 a meno che, fino a quella data, UE e autorità cinesi non trovino una soluzione efficace sulla questione dei sussidi statali. In ogni caso saranno incassati dall’UE solo quando diventeranno eventualmente definitivi, cioè da novembre.

DAZI AUTO ELETTRICHE CINESI: L’INDAGINE ANTI DUMPING DELL’UE

L’aumento dei dazi doganali all’import di auto prodotte in Cina è la diretta conseguenza dell’indagine anti-dumping avviata mesi fa dall’Unione Europea per accertare l’accusa di concorrenza sleale nei confronti delle autorità di Pechino, che sovvenzionerebbero in varie forme i costruttori locali di automobili consentendogli di proporre prezzi bassi a danno dei competitor occidentali. Come abbiamo visto, l’indagine sembra aver sufficientemente accertato la veridicità delle accuse nei confronti dei cinesi, spingendo la Commissione UE a rompere gli indugi.

Dazi auto elettriche cinesi

DAZI AUTO CINESI: FORTI CRITICHE DA PECHINO

Come già anticipato, attualmente i veicoli prodotti in Cina già pagano una tassa d’ingresso in Europa del 10%, che con l’aumento imposto dalla Commissione UE salirà fino al 48,1% (10% + 38,1%) a seconda dei marchi coinvolti, andando a impattare sul prezzo finale dei modelli in vendita. Come era facile attendersi, Pechino ha ribadito le critiche al provvedimento parlando di una misura dannosa per gli interessi della stessa Europa e contraria ai principi dell’economia di mercato e alle regole del commercio internazionale. Per il ministero del Commercio, le conclusioni della UE sono prive di fondamento fattuale e giuridico e ignorano il fatto oggettivo che i vantaggi della Cina nei veicoli elettrici derivano dalla concorrenza aperta. La Cina ha dunque esortato l’UE a correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate, riservandosi di adottare in modo risoluto tutte le misure necessarie a tutela delle aziende cinesi.

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