Dekra: i giovani si sopravvalutano alla guida almeno fino a 25 anni

Dekra: i giovani si sopravvalutano alla guida almeno fino a 25 anni

Perché i giovani tendono a non rispettare le regole alla guida? Lo spiega un’indagine Dekra sulla mobilità dei giovani e la sicurezza stradale

28 Dicembre 2022 - 12:12

Il rapporto sulla sicurezza stradale Dekra ha scattato una fotografia aggiornata alla mobilità dei giovani. Secondo gli esperti in psicologia del traffico, c’è una spiegazione scientifica alla predisposizione dei neopatentati di assumersi più rischi di quanti sarebbero capaci di comprendere. Alla base di questo atteggiamento, molto più accentuato nei conducenti maschi e fino all’età di 25 anni, non c’è solo una mancanza di esperienza, ma anche di eccessiva fiducia in sé stessi. Secondo Dekra sono tra le fonti più pericolose di errori per i conducenti inesperti.

GIOVANI POCO FORMATI SUI PRECURSORI DEI RISCHI ALLA GUIDA

Il rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2022 ha analizzato tra gli altri aspetti più rilevanti, la mobilità dei giovani. Il report giunge a una conclusione meglio chiarita nei successivi paragrafi: l’indagine dimostra frequenti errori di valutazione della propria esperienza nei giovani; esperienza che si matura solo con la pratica costante. “È tanto più importante non solo concentrarsi sulla guida del veicolo e sulla conoscenza delle regole durante la formazione della scuolaguida, ma anche insegnare abilità di livello superiore come l’autocontrollo, l’accettazione delle regole del traffico e l’importanza del riconoscimento dei pericoli il prima possibile”, afferma Thomas Wagner, psicologo del traffico e capo del dipartimento dei centri di valutazione per l’attitudine alla guida presso Dekra. Alcune situazioni che andrebbero insegnate sono ad esempio:

– un veicolo che sopraggiunge davanti e vuole svoltare in una strada laterale, attraversando l’incrocio;

– un veicolo che nasconde un pedone per le sue dimensioni.

GIOVANI AL VOLANTE: QUESTIONE DI CHIMICA OLTRE CHE DI INESPERIENZA

Secondo Dekra il fatto che un conducente rispetti o meno una regola del traffico dipende non solo dalla sua abilità, ma anche dalla sua volontà di comportarsi nel modo corretto al volante. Questa volontà può dipendere nei neopatentati dalla propensione ad accettare dei rischi che però non sempre si comprendono appieno. Un’attitudine – spiega Dekra – dovuta a una maggiore produzione di testosterone negli uomini rispetto alle donne. “Durante la pubertà si verifica uno ‘tsunami’ neuro-endocrinologico, mentre il processo di maturazione del cervello è ancora in corso. L’equilibrio tra ‘giocare con il fuoco’, nel senso di assumersi dei rischi, e la razionalità attraverso le connessioni neuronali del lobo frontale del cervello non è stato ancora stabilito”. Secondo il Dott. Thomas Wagner “ciò influenza il modo in cui i rischi vengono affrontati nel traffico stradale e la disponibilità ad accettarli o addirittura a cercarli consapevolmente per alimentare la convinzione sulle loro abilità di guida”.

FINO A 25 ANNI I GIOVANI TENDONO A SOPRAVVALUTARSI DI PIU’ ALLA GUIDA

Un sondaggio condotto da Forsa per conto di Dekra, tra neopatentati di età compresa tra 18 e 24 anni ha evidenziato che il 54% dei giovani intervistati in Germania ha affermato di guidare molto o almeno un po’ meglio della media di tutti i conducenti. La stessa risposta è stata invece fornita da solo il 37% delle donne. Secondo lo psicologo britannico David Crundall, citato nel Dekra Road Safety Report 2022, il fatto che i conducenti inesperti siano spesso coinvolti in incidenti ha a che fare con fattori di rischio come l’impulsività, la distrazione e lo stato alterato da alcol e droghe, come così come con deficit nella percezione del pericolo. Quindi con la capacità di riconoscere tempestivamente le situazioni pericolose alla guida e reagire in modo appropriato per evitare un incidente. “Questo fenomeno di eccessiva sicurezza è dovuto anche all’età anagrafica”, afferma Wagner in riferimento a un’analisi pubblicata nel 2021 da Martin Pinquart e Hans-Werner Wahl. Sulla base di 293 studi in tutto il mondo con circa 1,5 milioni di partecipanti allo studio dalla giovinezza alla vecchiaia, i due psicologi hanno stabilito che fino all’età di 25 anni si verifica una sopravvalutazione sistematica legata a valori come esperienza di vita, maturità e competenza.

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