Dieselgate Mercedes: gli USA scagionano i motori BlueTEC

Dieselgate Mercedes: gli USA scagionano i motori BlueTEC

Si chiude il dieselgate Mercedes, quanto meno negli USA: cadono le accuse sui motori BlueTEC ma restano 20.000 reclami in Germania

29 Aprile 2024 - 12:15

Gli Stati Uniti hanno chiuso una vicenda potenzialmente esplosiva, che si trascinava da otto anni, scagionando la Mercedes-Benz dall’accusa di aver manipolato le emissioni dei motori diesel BlueTEC, presentati dalla casa tedesca come “i più puliti al mondo”. Dunque niente Dieselgate Mercedes sulla falsariga di quello Volkswagen, anche se sul BlueTEC della stella a tre punte pendono ancora 20.000 reclami in Germania.

DIESELGATE MERCEDES: CADONO LE ACCUSE NEGLI USA

È stata la stessa Mercedes-Benz ad annunciare che il Dipartimento di Giustizia statunitense (DOJ) ha archiviato l’indagine penale sui motori diesel BlueTEC, discolpandola dall’accusa di aver installato dei dispositivi per la manipolazione delle emissioni. Di conseguenza sono cadute pure le accuse di pubblicità ingannevole. Per Mercedes è un grosso sospiro di sollievo perché l’esito non era affatto scontato e il rischio di finire come la VW, che ha dovuto pagare una multa di 2,8 miliardi di dollari senza contare l’incalcolabile danno d’immagine, a un certo punto sembrava molto concreto.

MERCEDES HA COLLABORATO CON LE AUTORITÀ

Pare che a fare la differenza sia stato l’approccio molto più collaborativo di Mercedes-Benz, che quando sono partite le accuse ha aperto immediatamente un’inchiesta interna, affidandosi anche a una società terza, e fornito tutto il materiale e le informazioni richieste: “Abbiamo studiato attentamente 1,7 milioni di documenti, condotto più di 70 colloqui con dipendenti attuali ed ex dipendenti e consegnato al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ulteriori 300.000 documenti“, ha confermato Renata Jungo Brüngger, direttore legale della casa tedesca, in un’intervista al quotidiano Handelsblatt.

Dieselgate Mercedes

PERCHÉ MERCEDES HA EVITATO IL PROCESSO NEGLI USA?

Brüngger ha spiegato che il DOJ ha solo comunicato l’interruzione dell’istruttoria penale senza motivare la decisione. Tuttavia è plausibile che abbiano pesato, oltre alla piena collaborazione alle indagini di Mercedes-Benz, anche le misure correttive adottate: negli ultimi anni, ad esempio, l’azienda ha sviluppato diversi aggiornamenti software per le vetture diesel oggetto di presunta ‘manipolazione’, ha riorganizzato completamente il sistema di conformità tecnica di veicoli e motori, e si è mostrata umile e autocritica nei confronti dell’indagine, cercando nel contempo di conservare il rapporto di fiducia con i clienti.

DIESELGATE MERCEDES: IN GERMANIA NON È ANCORA FINITA

Anche per questo, e soprattutto nell’ottica di evitare un processo Dieselgate come quello della Volkswagen che avrebbe avuto effetti dirompenti sul marchio, nel 2019 Mercedes-Benz ha silenziosamente accettato di pagare una multa di 870 milioni di euro affibbiatale dalla procura di Stoccarda, nel 2020 ha trovato un accordo extragiudiziale negli USA per una class action dall’equivalente di 1,9 miliardi di euro e un anno dopo ne ha concluso un altro in Canada del valore di 175 milioni di euro. Come detto all’inizio, restano tutt’ora in piedi 20.000 reclami da parte di clienti tedeschi, ma allo stesso tempo Mercedes continua a difendere fermamente la sua tecnologia BlueTEC.

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