La guida in stato di ebbrezza è un serio pericolo per la sicurezza stradale e può comportare gravi conseguenze legali anche per il passeggero
La guida in stato di ebbrezza è un rischio per la sicurezza stradale ma può avere conseguenze anche in termini di responsabilità dei passeggeri. Proprio su questo aspetto vogliamo adesso concentrare la nostra attenzione. Quando scatta la corresponsabilità del passeggero in caso di guida in stato di ebbrezza da parte del conducente? Qual è l’eventuale impatto sul risarcimento derivante da un incidente stradale. Già, perché in caso di sinistro con il conducente positivo all’alcol test, anche il passeggero potrebbe incorrere in gravi rischi, inclusi lesioni e danni materiali. La giurisprudenza si è espressa su questa tematica, rispondendo agli interrogativi riguardo alla corresponsabilità del passeggero.
QUANDO SCATTA L’ACCUSA DI GUIDA IN STATO DI EBBREZZA
La guida in stato di ebbrezza è disciplinata dalle fasce di tasso alcolemico che determinano le conseguenti sanzioni. La prima fascia comprende un tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 grammi per litro di sangue e prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa da 532 a 2.127 euro, oltre alla sospensione della patente da 3 a 6 mesi. La seconda fascia, relativa a un tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, comporta sia una sanzione penale sia amministrativa. L’ammenda va da 800 a 3.200 euro, accompagnata dall’arresto fino a 6 mesi e dalla sospensione della patente da 6 mesi a 7 anni. Nel caso di guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro, l’automobilista è soggetto a un’ammenda da 1.500 a 6.000 euro, all’arresto da 6 mesi a 1 anno, alla sospensione della patente da 1 a 2 anni e al sequestro preventivo e confisca del veicolo. I neopatentati, ovvero coloro che hanno conseguito la patente da meno di tre anni, sono oggetto di tolleranza zero. Anche un tasso alcolemico inferiore a 0,5 grammi per litro può comportare sanzioni, che vanno da 155 a 524 euro, ma che raddoppiano in caso di incidente stradale causato dal conducente.
GUIDA IN STATO DI EBBREZZA: QUANDO IL PASSEGGERIO È RESPONSABILE
La responsabilità del passeggero nel caso di guida in stato di ebbrezza del conducente riguarda il risarcimento del danno in caso di lesioni derivanti da un incidente stradale. L’articolo 1227 del Codice civile prevede la riduzione del risarcimento in caso di concorso di colpa da parte del danneggiato. Si tratta del cosiddetto concorso di colpa. Ma secondo la Cassazione non si configura il concorso di colpa per chi accetta un passaggio da una persona ubriaca. Affinché si possa applicare l’articolo 1227, per la Suprema Corte il passeggero dovrebbe partecipare attivamente all’evento dannoso. Ad esempio incoraggiando in modo attivo il conducente a guidare in modo temerario o eccessivo. La semplice consapevolezza del passeggero riguardo allo stato di ebbrezza del conducente non è un elemento sufficiente per fare scattare la sua responsabilità. In buona sostanza, la Cassazione esclude che un passeggero possa essere considerato responsabile solo per essere a conoscenza dello stato di ebbrezza del conducente.
LA RESPONSABILITÀ DEL PASSEGGERO PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA PER LA CASSAZIONE
Nella stessa sentenza sulla guida in stato di ebbrezza, la Cassazione fa riferimento al caso specifico di un passeggero che è stato considerato corresponsabile nel contesto di una gara automobilistica illegale. Il passeggero aveva partecipato attivamente e consapevolmente a un comportamento pericoloso. Da qui l’assegnazione della corresponsabilità nell’ambito dei fatti contestati.
COME OPPORSI ALLA MULTA PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA
La possibilità di proporre ricorso contro la sanzione per guida in stato di ebbrezza segue un iter ben preciso. L’opposizione deve essere presentata entro 30 giorni al giudice di pace competente, ossia quello del territorio in cui si è verificato l’evento. A tal proposito, la Cassazione sottolinea che la valutazione dell’ubriachezza di una persona spetta al personale sanitario e non alle forze dell’ordine. Di conseguenza, il semplice rilevamento dei sintomi da parte delle forze dell’ordine può essere valido solo per stabilire uno stato di ebbrezza, ma non può essere considerato come prova di una vera ubriachezza. Questa distinzione ha una rilevante importanza pratica poiché l’infrazione senza vera ubriachezza comporta sanzioni meno gravi dal punto di vista penale. Il guidatore può richiedere anche l’annullamento della sospensione della patente, decisa dal prefetto, fino alla sentenza definitiva del giudice penale. Ma difendersi e dimostrarsi credibili può essere difficile nel caso in cui il conducente abbia pronunciato frasi sconnesse al momento del controllo delle forze dell’ordine. A meno che la mancanza di lucidità sia stata causata da una patologia momentanea, naturalmente da documentare.