Stime ACI-Istat sugli incidenti stradali 2024: nei primi 6 mesi i numeri risultano purtroppo in aumento, specie quelle dei decessi
Le stime preliminari del rapporto ACI-Istat sugli incidenti stradali 2024, relative al primo semestre, evidenziano purtroppo un aumento, seppur leggero, del numero dei sinistri e, conseguentemente, di morti e feriti, rispetto al 2023. Risulta invece favorevole il confronto con il 2019, ultimo anno prima della pandemia, ma nonostante questo resta sempre lontano l’obiettivo europeo del dimezzamento delle vittime della strada entro il 2030 rispetto alle cifre di inizio decennio, specie considerando l’incremento dell’anno scorso: nei primi 6 mesi del 2024, infatti, la variazione percentuale dei decessi è risultata pari solamente al -6,8% rispetto al valore di riferimento del 2019.
INCIDENTI STRADALI 2024: IN AUMENTO SOPRATTUTTO I MORTI
In base al rapporto ACI-Istat, nei primi 6 mesi del 2024 gli incidenti stradali con lesioni a persone sono stati 80.057: +0,9% sul 2023 e -4,3% sul 2019, ultimo anno pre-Covid ma soprattutto benchmark di riferimento per l’obiettivo -50% di morti nel 2030 (vedi tabella a centro pagina). I decessi nel 2024 sono stati 1.429 (+4,0% % sul 2023 e -6,8% sul 2019) e i feriti 107.643 (+0,5% sul 2023 e -8,0% sul 2019). In media, nel primo semestre del 2024, ogni giorno si sono verificati 440 incidenti, con 7,9 morti e 591 feriti.
Nel confronto con il medesimo periodo del 2023, le vittime sono diminuite sulle autostrade (-13,9%) ma aumentate su strade extraurbane (+1,0%) e strade urbane (+7,9%). Rispetto ai primi sei mesi del 2019, nel primo semestre 2024 le vittime sono scese in misura significativa ancora sulle autostrade (-31,9%) e in maniera più contenuta sulle strade extraurbane (-4,2%), mentre sulle strade urbane sono salite del +1,1%.
Per quanto riguarda le percorrenze autostradali, il dato cumulato dei primi quattro mesi del 2024 ha registrato una crescita del +3,1% di veicoli/km percorsi sulla rete, rispetto allo stesso periodo temporale dello scorso anno. Questo risultato è sostanzialmente riconducibile all’incremento delle percorrenze dei veicoli pesanti, la cui crescita rispetto al 2023 è stata del +4,0%, mentre i volumi per i veicoli leggeri hanno fatto segnare solo un aumento del +2,7%.
MERCATO AUTO 2024 IN LEGGERA RIPRESA (FINO A GIUGNO)
ACI-Istat hanno fornito anche i riscontri parziali relativi al mercato dell’auto, che nei primi 6 mesi del 2024, rispetto all’anno precedente, ha visto aumentare le immatricolazioni di autovetture del +5,1% e quelle di motocicli del +5,8%. Ma in confronto al 2019 le auto nuove sono ancora in flessione, -16,5%, a fronte di un forte incremento dei motocicli del +47,5%. Nelle città risulta altalenante l’uso dei servizi di sharing, con i monopattini che rivestono la quota più elevata di noleggi.
INCIDENTI STRADALI 2024: IL RAPPORTO ACI-ISTAT HA DELLE FALLE?
I dati del rapporto ACI-Istat rappresentano probabilmente la fonte più autorevole per determinare l’andamento dell’incidentalità stradale in Italia, e di conseguenza per capire come e dove intervenire per migliorare la sicurezza. Tuttavia, secondo uno studio dell’Ing. Stefano Guarnieri dell’Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus, che si occupa di prevenzione per la sicurezza stradale, i numeri del rapporto sarebbero incompleti e imprecisi. Questo nasce dal fatto che per stilare il loro rapporto sugli incidenti, ACI e Istat fanno riferimento al sotto-insieme di scontri rilevati da Polizia Stradale, Polizia locale e Carabinieri, mentre se si prendono i dati delle assicurazioni rilasciati dall’ANIA gli scontri con danni fisici e/o materiali sono nettamente più numerosi. Ciò porterebbe, per l’Ing. Guarnieri, a una sottostima non solo del numero degli incidenti, dei morti e dei feriti, ma anche dei costi sociali: ad esempio, mentre in base ai dati ufficiali la stima dei costi sociali degli incidenti stradali 2022 risultava pari a quasi 18 miliardi di euro (0,9% del Pil nazionale), la cifra reale sarebbe tra i 28,5 e i 33,5 miliardi di euro (da 1,5% a 1,8% del PIL). Chi vuole approfondire la questione può leggere la versione integrale dello studio dell’Ing. Stefano Guarnieri.