Italia contro il ban 2035, prepara una mossa per salvare le auto ICE

Italia contro il ban 2035, prepara una mossa per salvare le auto ICE

La regione Piemonte recluta alleati per negoziare il divieto auto ICE dal 2035, mentre la Lega lancia la raccolta firme in Lombardia e Lazio

24 Febbraio 2023 - 10:58

La sponda politica dell’Italia si schiera ufficialmente contro il ban alle auto nuove ICE dal 2035. Dalle dichiarazioni pubbliche della premier Meloni e del ministro dei Trasporti Salvini, si è passati a un piano vero e proprio per fermare lo stop. La mossa ha lo scopo di ottenere quantomeno lo slittamento del provvedimento e ridimensionarne gli effetti. Ecco in che modo l’Italia politica si mobilità per tutelare il settore industriale italiano dal divieto di vendere auto nuove benzina e diesel dal 2035.

L’ALLEANZA CON ALTRE 11 REGIONI MINACCIATE DAL BAN 2035

L’impulso di fermare il ban 2035 dell’Europa non poteva che partire dal Piemonte, storicamente la regione che identifica l’industria automobilistica italiana. Come riporta Torinotoday, la regione Piemonte pianifica un’alleanza con le atre 11 regioni che industrialmente hanno poli legati al mondo automotive. L’obiettivo è arrivare entro il 2026 a presentare con dei dati una proposta di ammorbidimento del ban, già approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo. “Non ci aspettiamo cambiamenti epocali su quello che è stato stabilito ma dobbiamo lavorare perché questo 2035 è oggettivamente per il sud dell’Europa una scadenza troppo ravvicinata rispetto alla filiera che abbiamo. Rischia di mettere in crisi tutti”, ha dichiarato Andrea Tronzano, assessore regionale del Piemonte.

DALLA REGIONE PIEMONTE: RISCHIO ALTO CON IL BAN DAL 2035

Le previsioni prospettate da Tronzano non sono affatto rosee: “Il rischio è di farci male da soli”, “abbiamo la componentistica che fa motori termici da un centinaio di anni perché l’automotive nasce in Europa e cancellare il motore termico significa distruggere decenni di ricerca e miliardi di investimenti”. E poi si parla dell’impatto di un ban a livello internazionale. “USA farà solo il 50% di motore elettrico, il sud america continuerà a produrre il motore termico, la Cina è fuori da ogni tipo di cornice”. Una situazione che, al di là dei numeri, come abbiamo già ipotizzato porterà i Costruttori a investire sempre meno in nuove omologazioni e a delocalizzare la produzione nei mercati dove si potranno vendere asset tecnologici che l’Europa reputa inadeguati sul piano ambientale.

BIOCARBURANTI PER SALVARE LE AUTO ICE DAL BAN 2035

La regione Piemonte avrebbe realizzato uno studio attraverso l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali da sottoporre all’attenzione delle altre 11 regioni alleate che hanno un settore industriale minacciato dal ban 2035. Dopodiché, il documento sottoscritto dal sodalizio regionale sarà portato all’attenzione del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso che dovrà andare in Europa a negoziare una limatura del ban. Lo scopo è quello di perseguire la neutralità tecnologica, anche attraverso il riconoscimento della validità dei biocarburanti, come il diesel 100% prodotto da materie prime rinnovabili. Intanto il partito della Lega si mobiliterà il prossimo weekend 24-26 febbraio 2023 con dei gazebo in Lombardia e Lazio e una raccolta firme per fermare il ban al 2035 delle auto nuove con motore a scoppio.

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