
Primo intervento del neo ministro Pichetto Fratin: "in Europa porteremo la neutralità tecnologica, in continuità con il governo Draghi". Ma dice sì al nucleare
Prima uscita ufficiale per il neo ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (ex Transizione Ecologica), il forzista Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto in collegamento telefonico alla due giorni milanese di dibattiti promossi da #FORUMAutoMotive, il contenitore di idee sui temi della mobilità che in passato ha avuto tra i suoi relatori anche SicurAUTO.it. Pichetto Fratin ha dichiarato che il neonato governo Meloni porterà in Europa un approccio all’automotive improntato alla neutralità tecnologica, individuando nella “diversificazione delle fonti” e nella “sperimentazione sul nucleare di ultima generazione” la ricetta per il futuro.
MINISTRO PICHETTO FRATIN AL FORUMAUTOMOTIVE: “SÌ ALLA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA, MA IL NUCLEARE NON SIA UN TABÙ”
In particolare il ministro ha approfondito la sfida che attende la mobilità nazionale ed europea e i temi connessi alla crisi energetica: “Già oggi incontrerò i colleghi europei per discutere della crisi dell’energia che sta avendo pesanti conseguenze anche sul settore dell’automotive”, ha spiegato Pichetto Fratin, “Dobbiamo trovare un punto di convergenza tra i diversi punti di vista. La posizione del nuovo governo è di continuità rispetto all’esecutivo Draghi sulla neutralità tecnologica (tra l’altro il suo predecessore Cingolani è rimasto con il ruolo di consulente del ministero, ndr), conciliando le esigenze economiche e produttive del nostro Paese con l’obiettivo di passaggio all’elettrico o ad altri carburanti non inquinanti e non climalteranti”.
“A livello europeo”, ha poi concluso il ministro, “il tema del ‘Fit for 55’ va affrontato con cautela, realismo e serietà. Guardando al futuro bisognerà puntare nella diversificazione tra le diverse fonti di energia per sostituire il gas da fonte russa e assumendo un atteggiamento favorevole anche nei confronti della sperimentazione del nucleare di ultima generazione”.
FILIERA DELL’AUTO: “CONIUGARE TRANSIZIONE ENERGETICA ED ESIGENZE DI AZIENDE E CONSUMATORI”
A parte l’intervento del neo ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il #FORUMAutoMotive ha ospitato numerosi altri relatori, in gran parte rappresentanti della filiera dell’auto in Italia, che hanno chiamato in causa il nuovo governo chiedendo l’attuazione di un piano strategico capace di coniugare transizione energetica ed esigenze di consumatori e industria nazionale. Ecco le dichiarazioni più interessanti.
Innanzitutto il promotore di #FORUMAutoMotive, Pierluigi Bonora, che ha evidenziato come la transizione energetica abbia bisogno di tempo: “si parla troppo spesso di cosa accadrà nel futuro, senza però guardare al mercato reale e alle urgenze immediate. Bisogna superare l’approccio ideologico e strumentale al tema. La svolta elettrica è stata decisa senza consultare il mercato e i consumatori e oggi da più parti sembrano emergere dei ripensamenti“. Dello stesso avviso Plinio Vanini, presidente di Autotorino: “Per fare i cambiamenti serve attendere i tempi necessari, grande capacità di trasformazione, ma anche un mercato del lavoro più flessibile”.
#FORUMAUTOMOTIVE: PARERI OPPOSTI SULLA SVOLTA ELETTRICA
Andrea Arzà, presidente Federchimica-Assogasliquidi, focalizzandosi sulla crisi del gas ha rimarcato che “i troppi no che negli anni il nostro Paese ha espresso verso la realizzazione di impianti hanno prodotto una situazione critica come quella attuale, con responsabilità anche a livello europeo. Affidarsi già da oggi per il futuro a una sola tecnologia, quella elettrica, è una scelta ideologica e tutt’altro che a zero emissioni”. Mentre Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto ha evidenziato l’inutilità di promuovere incentivi da 6.000 euro “per spingere all’acquisto di auto che restano economicamente irraggiungibili per le fasce di popolazione più deboli. Chiediamo al governo che questa transizione si faccia tenendo conto della realtà e dell’industria nazionale”.
Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, ha però risposto alle critiche nei confronti della svolta elettrica: “Si devono superare gli schieramenti e trasformare i problemi in opportunità. Ad esempio un’opportunità può arrivare dall’usato mettendo sul mercato le auto elettriche delle flotte dopo 36 mesi, a costi decisamente più raggiungibili”. Claudio Spinaci, presidente UNEM, ha da parte sua precisato che “le motorizzazioni endotermiche più recenti hanno già raggiunto gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento”.
TRANSIZIONE ECOLOGICA? I TEMPI SI POSSONO ANCORA DISCUTERE
Per Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione, “si possono ancora mettere in discussione i tempi della transizione”, e sugli obiettivi dei prossimi anni si è espresso anche Michele Crisci, presidente di Unrae: “L’auto elettrica non sarà l’unica scelta nel futuro, ma una delle scelte. Il 2035 è sufficientemente distante per poter raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, senza escludere nessuno e procedendo a una riconversione industriale della componentistica che deve accelerare. Dal governo Meloni mi aspetto una pianificazione rivolta al futuro per le fonti energetiche”. Sotto quest’aspetto è ottimista Marco Stella, vicepresidente di ANFIA: “La presenza nel governo di persone più vicine e coinvolte sui temi dell’impresa e del settore automotive creano premesse positive per proseguire un dialogo che consenta di gestire al meglio gli anni a venire”.
Da citare infine le riflessioni di Roberto Scarabel, presidente di AsConAuto (“Il tema centrale per il governo sarà svecchiare il parco circolante, più inquinante ma anche più pericoloso e meno sicuro”) e di Alberto Viano, presidente di Aniasa: “Oggi il governo deve avere un approccio positivo e di lungo periodo, mantenendo politiche costanti ed evitando politiche di annunci che frenano gli acquisti. Cambiare in continuazione le regole del quadro di riferimento blocca gli investimenti”.