Perché il prezzo del petrolio negativo mette in crisi gli azionisti: quali sono i fattori che hanno un impatto pesante sul costo di estrazione e acquisto del petrolio
Il prezzo del petrolio negativo ha acceso nuovamente l’allarme in questi giorni: ma cosa significa davvero quando la quotazione del greggio scende? Acquistare petrolio a un prezzo negativo ha un significato che nelle transazioni della compravendita cui siamo abituati è difficilmente concepibile. Facciamo chiarezza con l’aiuto di un esperto in economia cosa comporta davvero un prezzo del petrolio negativo e da cosa deriva.
PREZZO PETROLIO NEGATIVO E LA SPECULAZIONE SUGLI STOCK
Concettualmente, l’idea di comprare qualcosa a un prezzo negativo non è poi tanto diversa dal pagare per non averla. È ciò che succede quando, per una serie di fattori che andremo a ripercorrere, il prezzo del petrolio diventa negativo. La spiegazione la dà il prof. Giovanni Cuniberti, Docente presso la Scuola di Economia e Management dell’Università di Torino. Con il crollo del prezzo del petrolio negativo a circa -40 dollari al barile, ci si è trovati di fronte alla dimostrazione di quanto gli operatori fisici sono disposti a pagare pur di non ricevere in stoccaggio 1000 barili di greggio per ogni contratto. Il prof. Cuniberti spiega infatti che ad oggi il 76% dello spazio a disposizione per lo stoccaggio del petrolio è già occupato e ora capiremo subito perché è così importante. Lo spazio è un importante fattore con cui si gestiscono le variazioni che vedremo a breve. Ecco cosa significano Contango e Backwardation rispetto al prezzo del petrolio.
PREZZO PETROLIO NEGATIVO: COME CAMBIA SUL MERCATO
Il prezzo del petrolio negativo è evidentemente legato alle scorte di magazzino, attualmente al limite delle capacità secondo l’esperto. Una plausibile conseguenza dell’emergenza Coronavirus, nonostante l’intervento dell’Opac (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio). Cuniberti spiega che Contango e Backwardation sono due strutture di mercato legate a domanda e offerta del petrolio (sui mercati internazionali generalmente il WTI e il Brent). “Il mercato è in Contango quando vi è più offerta che domanda nel mercato”, spiega Cuniberti in una sua pubblicazione. “Al contrario, è in Backwardation, quando vi è più domanda che offerta. Ecco perché vendere oggi è più redditizio”. “In questi mesi, sul mercato, conveniva comprare subito e riempire il magazzino a prezzi più bassi rispetto a quelli relativi alle scadenze successive”, spiega Cuniberti. Con questo meccanismo si è arrivati a riempire i magazzini di petrolio fermo. Con il crollo della domanda si è deciso quindi di imporre un taglio all’estrazione di petrolio.
PREZZO PETROLIO NEGATIVO, IL TIRA E MOLLA RUSSIA-USA
A marzo 2020 l’Opec decide per un taglio alla produzione che la Russia respinge. La Russia, spiega Cuniberti, ha l’occasione di rivalersi sugli USA, che a fine 2019 hanno mandato a monte il progetto Nord Stream 2 (gasdotto Europa-Russia), minacciando pesanti sanzioni. La Russia va controtendenza e decide di aumentare l’estrazione di petrolio. Di riflesso gli USA, che hanno costi di estrazione tra i più alti (fino a 45 dollari al barile) si adeguano, ma incassano il colpo, mentre la Russia riesce a gestire li crollo del prezzo del petrolio. L’Arabia Saudita, essendo uno dei pezzi grossi dell’Opec, ha mostrato la sua influenza aumentando ulteriormente l’offerta. Ma questo tira e molla ha un limite: “La Russia può far leva sulla vendita di gas solo se il differenziale col prezzo del petrolio è alto”, conclude Cuniberti. “Se si dovessero prolungare i tempi, questa situazione potrebbe danneggiare anche loro”.