Quanto guadagna un distributore di carburante? “Solo 3 cent al litro”

Quanto guadagna un distributore di carburante? “Solo 3 cent al litro”

Sai quanto guadagna un distributore di carburante e quanto influisce sul rincaro dei prezzi? Meno di quanto possa immaginare

14 Maggio 2024 - 12:45

Tutte le volte che aumentano i prezzi alla pompa, e negli ultimi mesi è capitato spesso, la gente pensa che sia colpa dei gestori, ma la realtà è un po’ diversa. Il rincaro dei prezzi segue infatti altre logiche sulle quali il gestore della stazione di rifornimento ha poca o pochissima voce in capitolo. Ma quindi quanto guadagna un distributore di carburante? Meno di quanto si possa pensare, e infatti il mestiere sta diventando sempre meno interessante e ricercato, soprattutto in ottica futura.

COME SI FORMA IL PREZZO DEL CARBURANTE AL DISTRIBUTORE

Per farsi un’idea su quanto guadagna un distributore di carburante, è utile analizzare le singole voci di costo che vanno a formare il prezzo alla pompa: cosa paghiamo esattamente quando riforniamo l’auto alla stazione di servizio e che percentuale finisce nelle tasche del benzinaio?

Facciamo un esempio considerando l’attuale prezzo medio di 1,905 euro per un litro di benzina. Questa cifra è costituita per il 58% dalla componente fiscale (Iva e accise sui carburanti) e per il restante 42% dal prezzo industriale. Il prezzo industriale comprende tutti i costi associati alla materia prima, nonché i costi di struttura (logistici, commerciali e amministrativi) e, infine, il margine lordo del gestore. Solo quest’ultimo tassello, che pesa per poco meno del 12% sull’intero ammontare pagato alla pompa dagli automobilisti per la benzina (e per circa l’8% sul gasolio), include i ricavi dei gestori ma serve anche a coprire tutti i costi di distribuzione primaria e secondaria, nonché altri oneri come tasse e canoni. Il gestore della pompa può intervenire per modificare il prezzo solo su questa piccola percentuale del 12% (che su 1,905 euro/litro equivale a 0,23 euro/litro). Mentre sulla materia prima, pari al 30% del costo complessivo per la benzina e al 41% per il diesel, agiscono le quotazioni internazionali e l’effetto cambio euro/dollaro.

QUANTO GUADAGNA DAVVERO UN DISTRIBUTORE DI CARBURANTE

Alla fine della fiera, tolte tutte le spese, i distributori di carburante guadagnano all’incirca 3 centesimi al litro in modalità self-service e 5 in modalità servito. Sono esattamente le cifre dichiarate dai principali sindacati di categoria Figisc Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica nell’incontro che hanno avuto pochi giorni fa con il sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, per fare il punto della situazione e ribadire la richiesta al Governo di un confronto sul più volte annunciato decreto di riordino del settore. Oltre alla questione dei rincari, sono stati discussi tre temi fondamentali: i contratti d’appalto tra compagnie petrolifere e gestori, l’esposizione del cartello con il prezzo medio e la riorganizzazione della rete distributiva.

Quanto guadagna un distributore di carburante

GESTORI DI CARBURANTE TRATTANO COL GOVERNO SU VARI TEMI

Per quanto riguarda il primo punto, i sindacati ritengono che il contratto d’appalto non garantisca e non tuteli il gestore, ma sia preferibile ricorrere a contratti già disciplinati dalle norme di settore quali il contratto di comodato gratuito dell’impianto e fornitura in esclusiva oppure di commissione, perché solo così è possibile assicurare ai lavoratori una durata certa del servizio e le economie necessarie.

Invece sulla questione dell’esposizione del prezzo medio, introdotto l’estate scorsa dal Governo e poi bocciato dal TAR, i rappresentanti dei benzinai hanno ribadito che il cartello non ha fatto abbassare i costi, e quindi non è servito a niente, mostrando soddisfazione per la sentenza che di fatto ha cancellato l’obbligo di esporlo. In ogni caso tutti coloro che vanno a rifornirsi sono ugualmente tutelati potendosi collegare online all’osservatorio prezzi del Mimit dove è possibile consultare il prezzo medio della propria zona oppure della propria tratta di competenza in autostrada.

Quanto alla riorganizzazione della rete distributiva, il sottosegretario Bitonci ha ricordato che in Italia i distributori di carburanti sono quasi il doppio della media europea e il progetto di riforma allo studio del Governo vuole razionalizzare la rete attraverso un sistema di incentivi per aiutare chi deve procedere a bonifiche e alla chiusura di impianti non più a norma. Bitonci ha pure esortato a guardare al futuro, considerando che le nuove tecnologie (elettrico, idrogeno, ecc.) richiedono un ripensamento pressoché totale delle stazioni di rifornimento come sono oggi, e che la loro sopravvivenza passa anche dall’ampliamento dei servizi offerti alla clientela.

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