Novità sullo stop alla vendita di auto benzina e diesel dal 2035: l'Italia avrebbe chiesto una fase di transizione più lunga con rinvio al 2040
L’Italia si schiera ufficialmente a favore del rinvio al 2040 dello stop alla vendita di auto a benzina, diesel ed endotermiche in generale. Lo si apprende da una bozza riservata circolata nelle ultime ore, proprio alla vigilia dell’incontro del COREPER (Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione Europea) che sarà alla base delle decisioni dell’atteso Consiglio dei ministri UE dell’Ambiente del prossimo 28 giugno. Il documento contiene infatti la proposta congiunta di Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia per rinviare al 2040 il phase out delle auto alimentate da carburanti fossili, mentre alla data attualmente prevista del 2035 la riduzione di CO2 dovrebbe limitarsi al 90%.
ITALIA PROPONE RINVIO STOP A BENZINA E DIESEL AL 2040? PRIME AVVISAGLIE AL TAVOLO AUTOMOTIVE
Proprio ieri al tavolo Automotive promosso dal MISE per fare il punto sul percorso da seguire in vista dell’appuntamento di Bruxelles del 28 giugno sull’ambiente, che ha visto la partecipazione dei ministri della Transizione ecologica, dell’Economia e finanze, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili e del Lavoro, oltre che dei sindacati e delle maggiori aziende del settore, il titolare dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti aveva ribadito la necessità, condivisa con altri Paesi europei, di un passaggio più graduale verso il ‘green’ perché “la transizione ecologica deve mettere al centro la responsabilità sociale ed economica insieme alla sacrosanta battaglia ambientale”.
STOP AUTO BENZINA E DIESEL DAL 2040: I CONTENUTI DELLA PROPOSTA
E dalle parole sembra che si sia effettivamente passati ai fatti leggendo i contenuti della bozza nella quale l’Italia sostiene la proposta di Bulgaria, Romania, Portogallo e Slovacchia di rinviare al 2040 lo stop ai motori endotermici.
Il documento ammette che se la decarbonizzazione del settore dei trasporti su strada è sicuramente di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE ed è un elemento essenziale del pacchetto Fit for 55, allo stesso tempo bisogna stabilire periodi di transizione adeguati e su misura che non creino costi inutili e sproporzionati sia per l’industria automobilistica che per i consumatori. “Il traguardo della mobilità a zero emissioni”, si legge nella proposta, “implica il superamento di inevitabili barriere, tra cui l’incremento delle infrastrutture di ricarica, il pieno sviluppo di una produzione europea di batterie, il miglioramento delle tecnologie esistenti e l’adozione di nuove e l’adeguamento complessivo del settore automotive, che comprende non solo le grandi case ma anche diverse PMI”.
VENDITA AUTO ENDOTERMICHE VIETATA DAL 2040 (E NON DAL 2035). COME CAMBIEREBBE IL CALENDARIO
Tra le modifiche contenute nella proposta c’è anche la richiesta di proroga almeno fino al 2036 del sistema di target personalizzato (deroga) per i piccoli produttori, il cui impatto ambientale risulta in effetti molto limitato poiché tali produttori rappresentano rispettivamente lo 0,2% delle immatricolazioni di auto nuove dell’UE (con un chilometraggio molto basso, circa 5.000 km all’anno, un terzo di quello per le altre auto) e lo 0,3% delle immatricolazioni di furgoni nuovi.
Alla luce di ciò Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia chiedono i seguenti cambiamenti al crono-programma del processo di decarbonizzazione dei trasporti:
Autoveicoli per il trasporto di persone
– entro il 2035: riduzione delle emissioni di CO2 del 90%;
– entro il 2040: riduzione delle emissioni di CO2 del 100%.
Veicoli commerciali leggeri
– entro il 2030: riduzione delle emissioni di CO2 del 45%;
– entro il 2035: riduzione delle emissioni di CO2 dell’80%;
– ed entro il 2040, riduzione delle emissioni di CO2 del 100%.
ITALIA VOTA IL RINVIO AL 2040? LE REAZIONI
Non si sono ovviamente fatte attendere le reazioni alla possibilità che l’Italia abbia deciso di smarcarsi dalla data limite del 2035, proponendo il rinvio al 2040. Molto dura, per esempio, la posizione di T&E (Transport & Environment), l’organizzazione no-profit che da oltre 30 anni promuove la sostenibilità del settore trasporti a livello europeo, secondo cui, se fosse confermata, quella dell’Italia sarebbe una “scandalosa iniziativa unilaterale” che contrasta con la posizione ufficiale espressa lo scorso dicembre dal CITE (Comitato Interministeriale alla Transizione Ecologica) e dai partiti di maggioranza italiani al Parlamento europeo. “Il governo Draghi è impegnato sul fronte delle questioni climatiche o no?”, si chiede T&E. “Sarebbe uno scandalo per un governo nato all’insegna degli impegni in favore della transizione ecologica allearsi con Bulgaria e Romania sulle questioni climatiche”.