Tassazione fringe benefit: 3 emendamenti per rinviare l’aumento

Tassazione fringe benefit: 3 emendamenti per rinviare l’aumento

Gli emendamenti al decreto Milleproroghe rappresentano l'ultima possibilità di attenuare l'impatto della nuova tassazione sui fringe benefit delle auto aziendali

27 Gennaio 2025 - 12:45

Gli emendamenti al decreto Milleproroghe, in questi giorni in discussione al Senato per la conversione in legge, rappresentano probabilmente l’ultima possibilità di attenuare l’impatto della nuova tassazione sui fringe benefit delle auto aziendali, che dal 1° gennaio 2025 ha aumentato il costo chilometrico dei modelli termici (benzina, diesel e gpl, oltre che full e mild hybrid) concessi a uso promiscuo, con la sola esclusione delle vetture con emissioni superiori a 160 g/km di CO2. Più precisamente sono 3 le proposte bipartisan per posticipare di 6 mesi o di 1 anno l’aumento e anche per evitare la beffa di coinvolgere chi ha ordinato l’auto nel 2024, quando ancora non si conosceva la nuova tassazione.

FRINGE BENEFIT AUTO AZIENDALI: LE NUOVE ALIQUOTE 2025

Come è noto, le auto aziendali (ma anche motocicli, ciclomotori e autocaravan) concesse in uso promiscuo ai dipendenti, ossia quelle utilizzabili sia per esigenze di lavoro che per esigenze private, costituiscono una forma di remunerazione ‘in natura’ complementare alla retribuzione principale ‘in denaro’, e sono pertanto soggette alla tassazione prevista per il fringe benefit, che è appunto una retribuzione aggiuntiva in beni o servizi. A decorrere dal 1° gennaio 2025 la tassazione, che prima era legata alle emissioni di CO2, si basa solo ed esclusivamente sulla tipologia di alimentazione. Questa modifica ha reso più vantaggiosa l’immatricolazione di auto aziendali elettriche e plug-in hybrid e meno conveniente quella di vetture termiche e ibride fino a 160 g/km di CO2, comportando un automatico incremento delle ritenute nelle buste paga dei dipendenti che si vedono assegnare un’auto termica nel 2025.

I RISCHI DELLA NUOVA TASSAZIONE

Si corre inoltre il rischio che la nuova tassazione sui fringe benefit delle auto aziendali, adottata dal Governo per raggiungere alcuni obiettivi ambientali del PNRR, possa avere conseguenze negative sul mercato dell’auto in Italia e sulle casse dello Stato in termini di minori entrate e di imposte indirette, a partire dall’Iva e a livello di tributi locali con l’Imposta provinciale di trascrizione (IPT), oltre che su dipendenti e imprese.

C’è poi la questione delle auto aziendali ordinate nel 2024 ma non ancora consegnate. Un po’ ingiustamente, infatti, i nuovi coefficienti fiscali si applicano anche sui veicoli ordinati l’anno scorso, quando ancora non si conosceva la nuova tassazione, ma che saranno immatricolati e assegnati nel 2025. Penalizzando quindi chi attende, magari da mesi, la consegna di una vettura ordinata da tempo (sempre con riferimento ad auto a benzina, diesel, Gpl e ibride non plug-in).

Auto aziendale

TASSAZIONE AUTO AZIENDALI: GLI EMENDAMENTI PER POSTICIPARE L’AUMENTO

Queste considerazioni sottolineano la volontà di correggere la nuova normativa approfittando degli emendamenti al decreto Milleproroghe, che non di rado viene usato per sanare qualche stortura della Legge di Bilancio, anche sulla spinta delle associazioni di categoria. E infatti, come detto all’inizio, sono 3 le proposte per posticipare le nuove aliquote sulle auto aziendali e/o per ‘salvare’ le auto ordinate nel 2024:

  • l’emendamento 3.63 a firma di Ternullo (FI), Paroli (FI) e Silvestro (FI) chiede di rinviare la nuova tassazione sui fringe benefit di auto e altri veicoli aziendali in uso promiscuo ai contratti stipulati a decorrere dal 1° luglio 2025;
  • l’emendamento 3.64 di Manca (PD), Lorenzin (PD), Misiani (PD) e Nicita (PD) chiede, per i veicoli concessi in uso promiscuo con contratti stipulati entro il 30 giugno 2025, l’applicazione della disciplina vigente fino al 31 dicembre 2024;
  • l’emendamento 3.65 di Garavaglia (Lega), Tosato (Lega) e Spelgatti (Lega) è ancora più generoso degli altri perché chiede di spostare l’entrata in vigore delle nuove aliquote sui fringe benefit dal 1° gennaio 2025 al 1° gennaio 2026.

Solo uno di questi emendamenti sarà eventualmente approvato (quelli presentati dai parlamentari della maggioranza hanno ovviamente più possibilità), oppure nessuno dei tre se il Governo li riterrà irricevibili. Non ci resta che attendere qualche settimana e avremo il responso.

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