Auto elettriche e a idrogeno: arriva il decreto. Le novità del 2017
Il decreto attuativo è arrivato: novità per le auto elettriche e a idrogeno già a partire dal 2017. Le prospettive dei prossimi anni
È nato prima la l'uovo-infrastruttura o la gallina-auto ad alimentazione alternativa? La questione è controversa e la risposta non può che essere: possono nascere insieme ma c'è bisogno di quadri normativi chiari e definiti. In questo modo quello che inizialmente era un carburante raro, il GPL, è diventato per esempio fruibile da tutti (leggi nel #SicurEDU come si è espansa la rete dei distributori GPL in Italia e Europa): avverrà la stessa cosa per l'idrogeno e l'elettricità? È presto per dirlo ma intanto è arrivato il Decreto Legislativo 257/16 che fissa le norme attuative del recepimento di una direttiva europea: vediamo come cambieranno le norme per l'idrogeno e l'elettricità per l'autotrazione.
A QUOTA 700 (BAR) Il ponderoso PDF (è lungo 192 pagine) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e riguarda la “Disciplina di attuazione della direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio”. Il Decreto Legislativo 257/16 stabilisce quindi le regole per la realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi: è il decreto che concretizza la bozza sui carburanti alternativi che manderanno in pensione la benzina. La prima notizia è che dal 31 marzo potranno circolare anche in Italia le auto a idrogeno, prima impossibilitate a farlo perché il Decreto del Ministero dell'Interno n. 213/2006 fissava in 350 bar il tetto massimo della pressione di rifornimento per l'idrogeno: entro quella data dovrà essere innalzato il limite massimo fino a 700 bar, una pressione che rende molto più pratico l'uso di questo leggerissimo gas. Nel Decreto c'è infatti una tabella che confronta la densità energetica dei vari carburanti e da essa si evince che a questa pressione 6 kg di idrogeno si possono stivare in un volume di 170 litri. Sembra molto ma si tratta di un cubo da 55 cm di lato e l'energia contenuta è sufficiente per fare 600 km.
L'ITALIA ANDRÀ IN RETE Parlando ancora di rifornimento, nell'ampia sezione dedicata alle spiegazioni si parla dell'opportunità di produrre l'idrogeno da elettrolisi nel punto di distribuzione (leggi della produzione dell'idrogeno in loco che potrebbe risolvere i problemi di trasporto), magari sfruttando il surplus di produzione delle fonti rinnovabili che, com'è noto, non sono pianificabili esattamente come quelle tradizionali. Nel decreto c'è anche l'imposizione all'Italia di dotarsi di una rete adeguata di stazioni di rifornimento entro il 31 dicembre 2025 mentre entro il 31 marzo si definiranno i regolamenti tecnici e antincendio, da applicarsi ai punti di rifornimento introdotti o rinnovati a partire dal 18 novembre 2017. Le auto a idrogeno insieme a quelle elettriche, ibride e a gas sono escluse, salvo speciali condizioni, dai blocchi del traffico. Nel documento si evidenziano comunque i notevoli investimenti iniziali alla costruzione di una stazione di servizio e la lentezza del loro recupero, dato il prevedibile sottoutilizzo per diversi anni a causa della scarsità del parco: il sostegno statale e/o comunitario nella fase di avvio sarà perciò inevitabile. Nel documento c'è un grafico che visualizza i Costi totali di possesso per i vari tipi di alimentazione: se quelli delle ibride e delle elettriche si avvicinano a quelli delle benzina e diesel già intorno al 2020, le auto a Fuel Cell dovrebbero diventare competitive intorno al 2040.
ELETTRICO PER TUTTI? L'importanza di un quadro legislativo chiaro è stata sottolineata da Andrea Carlucci, Amministratore Delegato di Toyota Motor Italia: “L'adozione di una prospettiva politica chiara e lungimirante è fondamentale per non perdere le opportunità insite nello sviluppo e nell'applicazione della risorsa idrogeno”. Per quel riguarda l'elettrico il Decreto elenca varie prescrizioni, ad esempio quella che i nuovi edifici (e anche quelli soggetti a ristrutturazioni di certi tipi) ad utilizzo non residenziale di superficie utile maggiore di 500 mq e quelli residenziali con più di 10 appartamenti abbiano la predisposizione per le colonnine di ricarica (si definiscono così le idee esposte nell'articolo sulle nuove case con la colonnina di ricarica). Si parla anche di un piano per creare un'adeguata rete pubblica di colonnine di ricarica entro il 2020 (il tempo stringe), modulata in base a esigenze come l'alta presenza di inquinanti e di traffico congestionato; esso predisporrà tariffe elettriche speciali e incentiverà le stazioni di servizio esistenti che vogliano dotarsi di punti di ricarica. Vengono anche classificate le strutture di ricarica: lenta, fino a 4,7 kW, accelerata, fino a 22 kW, veloce, fino a 50 Kw, e ultra-veloce, oltre i 50 kW; si definiscono inoltre i punti di ricarica in base alla loro accessibilità pubblica o meno. Interessante è il fatto che siano previsti punti di ricarica nei porti, anche fluviali, e che si caldeggi l'uso di colonnine intelligenti in grado di regolarizzare la rete elettrica interagendo con le smart grid (leggi dell'idea di Toyota di usare le auto a idrogeno per stabilizzare la rete elettrica).