In che modo elettrificazione, connettività e ADAS stanno plasmando il rischio assicurativo? Lo abbiamo chiesto all’Ordine Nazionale degli Attuari
La transizione della mobilità incentrata sui veicoli elettrificati, connessi e con ADAS sta ridisegnando il panorama del settore automobilistico in modo inaspettato. Nuovi rischi assicurativi e finanziari sono stati rivelati dalle Assicurazioni in UK che hanno applicato rincari ai clienti di BEV. Così come giganti dell’autonoleggio come Hertz e Sixt, hanno cancellato migliaia di ordini di auto elettriche, rinviando i piani di trasformare del parco auto a zero emissioni. Quanto l’elettrificazione sta impattando sul settore assicurativo anche in Italia? Abbiamo interpellato l’Ordine Nazionale degli Attuari, che attraverso la Commissione Danni, ha risposto alle nostre domande in questo approfondimento, che fa parte del 4° Aftermarket Report di SICURAUTO.it “Connettività, Elettrificazione, SERMI e Sostenibilità: quali soluzioni concrete per l’Aftermarket del futuro?”.
CHI SONO GLI ATTUARI E DI COSA SI OCCUPANO
Poiché la figura professionale degli Attuari è molto specifica, non tutti conoscono esattamente qual è la loro funzione. Prima di passare all’intervista qui sotto chiariamo meglio cosa fanno gli Attuari. Gli attuari assicurativi sono professionisti specializzati nell’analisi e gestione dei rischi finanziari e assicurativi. Utilizzano metodi matematici, statistici e finanziari, per valutare la probabilità del verificarsi di eventi futuri e il loro impatto economico. Il loro lavoro è essenziale per determinare i profili di rischio, i premi assicurativi, riservare fondi per le future richieste di risarcimento e garantire la solidità finanziaria delle compagnie assicurative.
La funzione degli attuari, quindi, è centrale nello sviluppo di prodotti assicurativi e nell’elaborazione di strategie per la sostenibilità a lungo termine del settore assicurativo. Data loro conoscenza del settore assicurativo dei veicoli li abbiamo coinvolti per chiedere quale impatto sta avendo l’elettrificazione e quali saranno i cambiamenti che possiamo attenderci nei prossimi anni. Ecco le risposte dell’Ordine Nazionale degli Attuali alle nostre domande.
Come e quanto l’elettrificazione, la connettività e la presenza di ADAS stanno influenzando il panorama assicurativo del settore auto?
“Non ci sono al momento evidenze (quantomeno non supportate da statistiche sufficientemente ampie) di impatti sul mercato assicurativo. Elettrificazione, connettività e ADAS sono fattori sostanzialmente indipendenti fra loro, che vengono spesso accomunati solo perché si stanno sviluppando contemporaneamente. La professione in questa fase di evoluzione dei dispositivi sta raccogliendo le informazioni aggiornate, per essere pronti a creare specifici modelli una volta raggiunta una numerosità statistica adeguata”.
Quali sono i principali cambiamenti nei profili di rischio (incidenti, incendio e furto, etc.) che state osservando dall’introduzione dei veicoli elettrici? In che modo state adattando i vostri modelli attuariali?
“Non ci sono sostanziali cambiamenti nei profili di rischio. La scelta di un veicolo elettrico rispetto a uno a combustione interna non dipende dall’uso che se ne farà (che sarà sostanzialmente lo stesso), ma piuttosto da fattori soggettivi quali la facilità e il costo delle ricariche (si pensi a chi è energeticamente autosufficiente grazie a pannelli solari o altro), la sensibilità ai problemi ambientali e, non ultimo, la disponibilità economica.
Non ci si attendono quindi effetti diretti sul rischio di Responsabilità Civile, se non quelli legati al maggior costo di riparazione eventualmente dovuto alla presenza delle batterie. Il rischio Incendio, pur di magnitudo superiore a quello dei veicoli a combustione interna, resta bassissimo e non implica sostanziali modifiche nei profili di rischio sotto l’aspetto assicurativo. Per quanto detto sopra al momento non si rileva la necessità di adottare modelli attuariali particolari per la tariffazione del rischio dei veicoli elettrici”.
Quali sono i principali rischi emergenti che identificate nella transizione verso veicoli elettrici, connessi (rischio cybersecurity) e con diversi sistemi ADAS (potenziale minore rischio crash)?
“Si tratta di fattori indipendenti tra loro; fra questi, ci si può attendere un reale contributo alla riduzione del numero degli incidenti solo dai sistemi ADAS. Dal punto di vista assicurativo, bisognerà però verificare in che misura la diminuzione dei costi che ne deriverà sarà compensata dai maggiori costi di riparazione a regola d’arte dei veicoli dotati di sistemi ADAS”.
Pensate che questa transizione possa o sta influenzando la natura e l’entità delle richieste di risarcimento in Italia legate alla mobilità?
“Solo in quanto legate ai maggiori costi di riparazione”.
Come pensate che l’interconnessione dei veicoli con i dispositivi esterni (v2x o v2v) potrà influenzare la frequenza e la gravità degli incidenti stradali?
“Sicuramente, in linea teorica, questo tipo di interconnessione potrà avere effetti più che significativi, e sarà tendenzialmente in grado di azzerare completamente gli incidenti. Si tratta però di un futuro per niente prossimo, tenuto anche conto che l’efficacia di questi sistemi è fortemente legata al numero di veicoli che ne sono dotati”.
In che modo influenzeranno il settore assicurativo le normative europee già adottate (vedi ADAS obbligatori) e quelle future (vedi potenziale stop alle ICE nel 2035)?
“Ferme restando le risposte alle domande precedenti, il settore assicurativo dovrà adattarsi alle modifiche che più in generale avranno impatti sulla mobilità, che sono tutti da immaginare e verificare.
Per esempio, in assenza di incentivi e di un drastico calo dei prezzi dei veicoli elettrici, quanti opteranno ancora per un’auto privata? Ci sarà quindi maggior ricorso al noleggio e/o al car sharing? Per quanti anni ancora (dopo il 2035) sarà tollerato l’utilizzo dei veicoli a combustione interna? Nel futuro probabilmente il parco auto circolante potrà essere completamente diverso dall’attuale”.
Riguardo alle Assicurazioni per officine e concessionarie che custodiscono e riparano veicoli elettrici, c’è una forma di rischio diversa legata al rischio incendio? In che misura viene in tal caso valutata?
“Al momento non ci sono evidenze in tal senso, né sarebbero giustificate”.