Barattare le emissioni sporche è più redditizio che vendere auto? Tesla scambia ogni anno le sue auto elettriche con quelle di altri Costruttori: è il business dei crediti sulle emissioni
I limiti di emissioni di CO2 dal 2020 sono lo spauracchio di tutti i Costruttori a digiuno di auto ibride. Così stringenti da destabilizzare pericolosamente il mercato, secondo le previsioni degli ultimi mesi. L’accordo tra Tesla ed FCA invece mostra come alla fine dei giochi un modo per evitare le maxi multe per aver sforato i limiti di emissioni di CO2 si trova sempre. A guadagnarci ora non saranno solo i Costruttori con legami di parentela ma anche Gruppi che non hanno alcuna partnership. Insomma, le auto elettriche saranno il vero business che permetterà la compravendita di crediti beffando la Commissione Europea con una regola valida nell’UE.
QUANTO VALGONO I CREDITI SULLA CO2
La notizia riportata dal Financial Times nei giorni scorsi parla di un “pool” aperto, il primo autentico accordo di compravendita di crediti tra Costruttori estranei. Certo, c’è anche l’accordo più velato tra Mazda e Toyota (detiene una quota della prima), ma non fa scalpore come quello tra Tesla e FCA. Non è ancora chiaro quanto FCA pagherà a Tesla per miscelare il valore di emissioni medie del Gruppo Fiat-Chrysler con quello a zero emissioni di Tesla. Le indiscrezioni avanzano ipotesi di centinaia di milioni di dollari. E c’è da crederci anche perché da queste cessioni Tesla avrebbe già tratto succulenti profitti negli ultimi due anni, come riporta il FT. Nel 2018 la vendita di crediti sulle emissioni di CO2 ha portato un gruzzoletto di oltre 103 milioni di dollari. Nel 2017 sarebbe stato incassato addirittura più del doppio da Tesla: quasi 280 milioni di dollari.
LA MEDIA TRA COSTRUTTORI PARENTI
Prima di questo accordo le regole EU permettevano ai Costruttori appartenenti a uno stesso Gruppo di rientrare nei limiti di emissioni con un medione fatto tra i tutti i Brand. Così, ad esempio, Volkswagen – al di là del dieselgate – è riuscita a tenere una media pulita dell’intero Gruppo fatto di 12 marche diverse. Lo stesso per BMW che ha mescolato le emissioni di Rolls Royce, BMW e Mini, tenendo a listino auto da zero a oltre 350 g/km di CO2. E con la possibilità di accordi più ampi tra i Costruttori si crea un cuscinetto che risolve i timori dei Costruttori. Tesla dalla sua ha molto da guadagnarci, considerando anche la sua situazione finanziaria. Ma ci guadagnano anche tutti i Costruttori che hanno programmato il lancio di modelli ibridi dal 2020, come appunto FCA.
LA LEGGE E L’INGANNO
Secondo i dati riportati dal FT, Fiat Chrysler avrebbe rischiato una multa da 2 miliardi di euro nel 2021 a causa di una media di emissioni di 6,7 grammi di CO2/km oltre il limite. Per capirci, l’anno scorso le emissioni medie delle auto FCA, sempre secondo FT, sono state di 123 g/km con il rischio elevato di sforare i futuri limiti, secondo gli analisti. Mentre dal 2020 sarà in vigore il limite a 95 g/km di CO2, anno in cui la maggior parte dei Costruttori senza una storia con le auto elettriche correranno grossi rischi per l’incertezza delle vendite. Questa proiezione allora potrebbe ribaltare totalmente la situazione finanziaria di molti Costruttori più green. Mentre altri continueranno a trarre profitti dando al mercato quello che chiede, con il benestare di chi fa le leggi e l’inganno contemporaneamente. Poi saranno i Costruttori auto a scegliere da che parte stare.