Le vendite di auto Ibride Plug-in sono un trucco concesso per rispettare i limiti dI CO₂ e le auto elettriche ne faranno le spese: l’analisi di T&E
Il Fit for 55 per realizzare il Green Deal rischia di rivelarsi una bolla di sapone che entro il 2030 porterà ad emissioni (in 8 anni) superiori a quelle dell’intero parco circolante annuale in Spagna. Lo afferma Transport&Environment, sostenendo che le Case auto continuano a sfruttare sotterfugi concessi dalle norme per “fingere” di rispettare i limiti di emissioni di CO₂. Secondo le stime nei prossimi anni sarà anche peggio e le vendite di auto elettriche rischiano di perdere lo slancio accompagnato dagli ecoincentivi.
FIT FOR 55: IN COSA CONSISTE IL PIANO DELL’UE
Il rapporto di Transport&Environment sottolinea un punto cruciale che fa da ponte all’annunciato rischio che il boom atteso delle auto elettriche in realtà non ci sarà come l’UE vorrebbe. È sotto gli occhi di tutti che la transizione elettrica ha avuto origine negli ultimi anni per una serie di fattori. In particolare il caso dieselgate, le misure restrittive alla circolazione di auto più anziane e i limiti di CO₂ imposti alle Case auto. Una sintesi di tutto quello che rappresenta il piano Fit for 55, con cui la Commissione europea ha proposto un giro di vite ulteriore. In pratica, con le attuali norme, le Case auto, devono già ridurre del 15% le emissioni medie da auto e furgoni entro il 2025, rispetto al 2021. Mentre la cesoia alle emissioni medie di CO₂ dei veicoli venduti sarà del -37,5% per le auto e -31% per i furgoni entro il 2030.
IL DIVIETO DI VENDERE AUTO A COMBUSTIONE NON PIACE
Il piano Fit for 55 della Commissione europea ha alzato il target 2030 -55% di emissioni di CO₂ e zero emissioni nel 2035. Quello che a conti fatti consiste in un divieto di vendere auto nuove con motore a combustione. Tra le attuali norme e il Fit for 55 si inserisce un meccanismo poco efficace, secondo T&E, che lascia ampio margine ai Costruttori auto. “Se i legislatori non interverranno, la forte espansione dei veicoli elettrici, alimentata in passato dalle norme sul taglio delle emissioni, è destinata a vacillare” ha dichiarato Carlo Tritto, Policy Officer di T&E Italia. Per poter raggiungere i traguardi di neutralità climatica, l’analisi di T&E, sostiene che i Paesi membri dovrebbero tagliare le emissioni automotive dell’80% entro il 2030. La Cop26 a Glasgow ha già mostrato chi sarebbe favorevole e chi contrario a una politica ferrea sulle vendite di veicoli nuovi a combustione.
LE PREVISIONI SULLE VENDITE DI AUTO ELETTRICHE IN CALO
Le previsioni di T&E affermano che i cittadini europei potrebbero acquistare 18 milioni di auto elettriche in meno rispetto ai piani di produzione delle Case auto tra il 2022 e il 2030. “L’effetto comporterebbe emissioni extra di CO₂ per 55 milioni di tonnellate più della quota annuale di gas serra rilasciati da tutte le auto circolanti in Spagna”. Il dossier della federazione europea per il trasporto ecologico ricorda che regole attualmente in vigore considerano l’effetto “riducente” delle vendite di auto Plug-in che le Case auto sfruttano per rientrare nei limiti. “Queste lacune legislative, sfruttate in modo particolare da Daimler e BMW, hanno determinato solo quest’anno minori vendite di auto completamente elettriche nella misura di 840.000 unità”.
VENDITE DI AUTO IBRIDE PLUG-IN ED EMISSIONI MEDIE DI CO₂ IN AUMENTO
E’ verificato però anche nei test sui consumi delle auto ibride ricaricabili, che quando la batteria è scarica l’efficienza delle Plug-in è molto lontana anche dall’equivalente modello con motore a combustione. I costruttori difatti sfruttano delle flessibilità per raggiungere più facilmente gli obiettivi prefissati, con la vendita di veicoli più pesanti. “Grazie a questa strategia, inoltre, tutti i produttori sono stati in grado di rispettare gli obiettivi sulla CO₂ per il 2021. Tre di loro – JLR, Volvo e Daimler – sono riusciti a centrare il traguardo pur registrando un incremento delle emissioni per le auto a benzina e diesel rispetto a cinque anni fa”.