Rifinanziare gli incentivi auto elettriche con i fondi per le altre alimentazioni, che sono poco richiesti, perché no? I vantaggi da considerare
Come è noto gli incentivi per le auto elettriche sono finiti in un amen, venendo polverizzati nel giro di poche ore. Merito non tanto di un’improvvisa quanto sorprendente passione sbocciata tra gli italiani e le vetture a batteria, ma della ricca dotazione dei contributi che permetteva di accedere a sconti fino a 13.750 euro. Secondo i dati forniti dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, le auto elettriche prenotate con gli incentivi di giugno sono state più di 25.000 e il 60% delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche. Il 40% delle richieste ha previsto la rottamazione. Insomma, l’Ecobonus per le BEV è stato un successo ma è durato troppo poco, incidendo solo marginalmente sul mercato. Forse però si potrebbe rifinanziare usando le risorse destinate alle altre tipologie di veicoli, che sono praticamente ferme da settimane. È vero che una tecnologia non può vivere di soli incentivi, ma nell’ottica di supportare la transizione ecologica bisognerebbe forse pensarci.
INCENTIVI AUTO ELETTRICHE FINITI MA RESTANO DISPONIBILI PIÙ DI 200 MILIONI
Quest’anno per l’acquisto di auto elettriche il Mimit ha stanziato complessivamente 240 milioni di euro, di cui una quarantina di milioni è stata usata da gennaio a maggio con il vecchio schema degli incentivi, mentre i restanti 201,1 milioni sono stati messi a disposizione dal 3 giugno per il nuovo Ecobonus 2024, andando esauriti in appena 9 ore. I contributi per le altre alimentazioni stanno avendo invece meno fortuna. Considerando solamente le autovetture, al 10 settembre 2024, a oltre tre mesi dall’avvio delle prenotazioni, risultano ancora disponibili sulla piattaforma dell’Ecobonus 85 milioni di euro destinati alle plug-in hybrid, 79,3 milioni riservati alle auto termiche fino a 135 g/km di CO2, 1 milione e 800 mila per il retrofit GPL, quasi 6 milioni per il retrofit metano e ben 16,8 milioni del contributo per taxi e NCC. Se allarghiamo il campo agli altri veicoli, troviamo ancora 22,2 milioni per motocicli e ciclomotori e altrettanti 22,2 milioni per i veicoli commerciali.
USARE LE RISORSE AVANZATE PER RIFINANZIARE LE BEV
Insomma, complessivamente sono 233,3 milioni di fondi stanziati dallo Stato (circa 189 milioni considerando solo le risorse per le autovetture) che sono ancora disponibili e che, con ogni probabilità, saranno usati pochissimo da qui alla fine dell’anno, quando terminerà la misura (per poi essere riproposta nel 2025, ne parleremo tra poco). Saranno usati pochissimo perché la maggior parte delle persone che era intenzionata ad acquistare un’auto sfruttando gli incentivi, lo ha sicuramente già fatto. Di conseguenza si potrebbe davvero valutare di trasferire i fondi avanzati (magari non tutti ma una buona percentuale) sulle auto elettriche, dando una nuova sterzata al mercato delle BEV in una momento di indubbia stagnazione.
MERCATO AUTO ELETTRICHE IN DIFFICOLTÀ: SERVONO NUOVI INCENTIVI?
Eh sì, perché i numeri parlano chiaro. Nei primi 8 mesi dell’anno, infatti, in Italia le immatricolazioni di auto full electric sono aumentate di appena il +2,40% rispetto allo stesso periodo del 2023, una percentuale bassissima per una tecnologia che, invece, dovrebbe essere in grande ascesa considerando gli investimenti e le aspettative. E la quota di mercato è perfino scesa passando dal 3,9% al 3,8%. Sui motivi che frenano il mercato dell’elettrico si è discusso tanto e il prezzo delle auto, mediamente più alto degli omologhi modelli termici, è sempre ai primi posti. Usare quindi gran parte dei fondi residui per abbassare i prezzi e immettere su strada altre 15 mila/20 mila auto elettriche avrebbe quindi la duplice finalità di rinvigorire il mercato e di svecchiare il parco circolante grazie alla contestuale rottamazione di veicoli vecchi e inquinanti.
LA STRATEGIA DEL MINISTERO SUGLI INCENTIVI AUTO
Che poi sono gli stessi obiettivi del ministro Adolfo Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, che al Tavolo Automotive del mese scorso ha presentato il nuovo piano di incentivi per il 2025 e per gli anni successivi, anticipando che sarà strutturato per consentire alle case automobilistiche una migliore pianificazione degli investimenti e per fornire alle famiglie maggiori certezze nella possibilità di acquistare un’auto nuova, non solo più efficiente e sicura. Perché dunque non mettere subito in pratica questi buoni propositi, come ha chiesto anche l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, rendendo disponibili già quest’anno quelle risorse che altrimenti rischiano di restare inutilizzate?