I consumatori sono sempre più rassegnati ad accettare i ritardi di consegna auto nuova. Ma quanto è legale tutto ciò? Altroconsumo ci aiuta a fare chiarezza
I ritardi consegna auto Tesla non sono l’eccezione a un fenomeno legato alla carenza di componenti e materie prime che sta coinvolgendo molti Costruttori. Ma il fatto che le lamentele sui continui slittamenti degli iscritti al gruppo Facebook Tesla Club Italy siano sempre più numerose, ci ha spinto ad approfondire meglio la faccenda con l’aiuto di Antonietta Agostinelli, Project Officer Legal presso Altroconsumo. Quanto c’è di legale nella data indicativa di consegna Tesla (come di altri Brand), che slitta continuamente anche di diversi mesi? Gli acquirenti di un’auto nuova, incantati dalla possibilità di seguire la consegna tramite App sono abbastanza tutelati? Abbiamo analizzato allo scopo il contratto Tesla in Italia per poter prenotare una delle auto elettriche di Elon Musk. Ecco cosa ci ha spiegato l’esperto.
AUTO NUOVA E TEMPI DI CONSEGNA: TRA LEGGE E REALTÀ
Molti acquirenti di auto nuove, soprattutto elettriche, sempre più spesso si trovano a un bivio:
– scegliere un’auto in pronta consegna senza poterla personalizzare;
– ordinare un’auto nuova con data di consegna indefinita.
Se è vero che l’art. 1385 del Codice Civile prevede un termine oltre il quale il contratto di acquisto si risolve e l’acquirente ha diritto a un rimborso del doppio della caparra versata, i consumatori spesso non riescono a sapere una data certa di consegna auto quando firmano il contratto. Cresce anche il rischio per gli acquirenti meno avvezzi alla lettura del burocratese, di accettare incautamente condizioni contrattuali svantaggiose di cui si accorgono ormai quando sono stanchi di aspettare una consegna che non avviene. E nel frattempo magari hanno già venduto l’auto usata precedente, convinti dell’imminente arrivo di quella nuova. Oppure dovranno mettere in conto una maggiore svalutazione dell’auto da dare in permuta, scaduti i termini della proposta commerciale del venditore. E’ grossomodo ciò che si legge in alcuni dei post più emblematici del gruppo Tesla Club Italy, tra clienti stanchi di aspettare slittamenti di oltre 1 anno e chi auspica un intervento dell’AGCM:
– Gianni Cuozzo scrive: “Model Y Performance ordinata a Febbraio 2022. Consegna iniziale, Maggio 2022, poi Luglio 2022, poi Agosto 2022, poi tra Novembre 2022 – Gennaio 2023, poi tra Febbraio – Aprile 2023. Nel frattempo la mia GLA 45S AMG perderà il valore di permuta”;
– Mazzarolo Eugenio invece racconta il 3 ottobre 2022 “Sembra uno scherzo ma non lo è. Ordinata Model S nel 2021 non ancora pervenuta. Mi chiamano e suggeriscono di acquistare Model Y, ordinata. Notificano la consegna il 30/9 ore 11 per poi scoprire che è stata venduta ad un altro cliente… e neppure ti avvisano!”;
– Roberto Chiandussi, risponde al post precedente: “Successo anche con la mia Model X. La mia non arrivava, me ne hanno proposto una che avevano a Padova. Accetto e dopo 2 giorni mi dicono che era già assegnata ad un altro cliente, in cambio era disponibile una nera 7 posti. Accetto ed arriva. Una settimana dopo la Model X bianca torna disponibile sul sito. Inutile lamentarsi, al front desk non hanno nessun potere”;
– Luca Di Stasio replica a ruota: “Ma chi ha la forza di fare un’azione legale di massa per far fare dei controlli alla Guardia di finanza e all’AGCM?”
Tutto ciò si può considerare nella normale diligenza di un professionista, o i clienti si trovano ad accettare un accordo tutt’altro che equo? Abbiamo chiesto aiuto ad Antonietta Agostinelli per fare chiarezza sui diritti dei clienti Tesla e non, alle prese con contratti di acquisto poco chiari e ritardi di consegna biblici.
Iniziamo dal chiarire un aspetto molto importante: un contratto di acquisto è legale se non è chiaramente riportata la data di consegna dell’auto?
“Quando si acquista un’auto nuova e si sottoscrive un contratto, ci sono in genere delle condizioni relative alla consegna che deve avvenire entro una data o un periodo temporale dalla firma del contratto. Se non si fa riferimento ad alcuna data di consegna, il contratto è comunque valido perché le parti possono stabilire la data precisa per la consegna in un secondo momento. Se invece, i tempi di consegna sono rimessi alla mera volontà del venditore oppure sono continuamente derogati senza un valido motivo, allora ci troviamo di fronte ad un comportamento scorretto, sanzionato dal Codice del Consumo come pratica ingannevole, e potrebbe anche comportare sanzioni se denunciato all’Antitrust. Il consumatore, nel suo interesse, prima di firmare il contratto dovrebbe far inserire una data di consegna perlomeno indicativa. Se la consegna non avviene entro la data prevista dal contratto, il consumatore può mettere in mora il venditore, facendo presente con una comunicazione formale, che la data è stata superata senza che la consegna sia avvenuta, quindi fissa un nuovo termine per la consegna, solitamente non inferiore a 15 giorni, oltre il quale il contratto si considera risolto per legge. Tuttavia, la messa in mora alla prima scadenza non è sempre praticabile per i contratti che prevedono un periodo di tolleranza per il ritardo (ne parliamo meglio più sotto, ndr)”.
Se si acquista un’auto senza data di consegna cosa può fare l’acquirente per tutelarsi?
“L’acquirente può contattare il venditore e farsi confermare per iscritto una data di consegna, ad esempio tramite pec. Altrimenti risulta più difficile poi far valere il diritto a ricevere la consegna entro un termine preciso se non c’è una data certa, perché un contratto senza data di consegna obbliga il consumatore a mettere in mora il venditore, cioè ad inviare una comunicazione formale con la quale si intima al venditore un termine ragionevole ma inderogabile di consegna. C’è da dire che quando manca una data di consegna, e l’acquirente è un consumatore, per il Codice del Consumo si presume che il termine della consegna di un bene sia 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto. Questo termine, tuttavia è difficilmente applicabile nel caso delle automobili che richiedono un tempo di produzione più lungo”.
Cosa deve essere scritto chiaramente in un contratto affinché l’acquirente sia tutelato sulla consegna puntuale e sul recesso?
“Oltre alla data di consegna, è importante prestare attenzione che nel contratto sia prevista una ‘caparra‘ prestata dal cliente, che in caso di ritardo della consegna dev’essere restituita con il doppio del valore versato. Altrimenti in altri contratti può essere previsto il versamento di un anticipo dal cliente (qui la differenza tra caparra e anticipo ndr), che sarà restituito solo per il valore versato. Molti contratti prevedono un tempo ulteriore di attesa, anche questo variabile, che decorre dalla data di consegna stimata. Questo ‘periodo di tolleranza‘ prolunga difatti il tempo di attesa che l’acquirente accetta sottoscrivendo il contratto, tuttavia, una volta trascorso questo ulteriore termine, il cliente dovrebbe avere diritto, oltre che a riscuotere il doppio della caparra, anche al recesso dal contratto”.
La carenza di materie prime e componenti può essere considerata “causa di forza maggiore” per cui sono giustificabili ripetuti slittamenti delle consegne auto?
“La ‘forza maggiore’, può giustificare il ritardo, ma bisogna definire meglio cosa s’intende per ‘causa di forza maggiore’. Le faccio un esempio: all’inizio della pandemia da Covid ci sono state tante mancate consegne perché improvvisamente veniva a mancare la mano d’opera e le materie prime. Ecco, quella si poteva considerare una causa di forza maggiore. Per cui, il venditore aveva la possibilità di annullare il contratto e restituire soltanto l’importo pagato, senza risarcire del danno l’acquirente. In quel caso la mancata consegna era dovuta a cause imprevedibili e non dipendenti in nessun modo dall’organizzazione del venditore. Se invece il venditore, quando promette l’auto in vendita, è a conoscenza della carenza di mano d’opera, materie prime e componenti, non può invocare la forza maggiore per giustificare i ritardi, che a quel punto non si possono considerare più imprevedibili, e deve far fronte a questi fattori. Può vendere l’auto, ma dichiarare in modo trasparente che la consegna avverrà in un arco temporale veritiero”.
Il contratto Tesla (v. 20220725 it_IT scaricabile online) si può considerare equo? Quali sono le clausole che gli acquirenti dovrebbero leggere e valutare con maggiore attenzione? Analizziamo insieme al legale di Altroconsumo alcune clausole.
– Processo d’Ordine Modello 3, Y, S, X, Cybertruck e Cancellazione, pag. 1 del Contratto Tesla. “(…) il Cliente accetta qualsivoglia Canone d’Ordine corrisposto possa essere da noi trattenuto a titolo di risarcimento del danno, (…) ci riserviamo il diritto di richiedere la liquidazione dei danni eccedenti il Canone d’Ordine tenendo conto della diminuzione del valore del veicolo”.
Agostinelli. “Manca il reciproco diritto del cliente ad essere risarcito ed ad ottenere il doppio della caparra nel caso di annullamento del contratto causato da Tesla”.
– Cambiamenti, pag. 1 del Contratto Tesla. “(…) qualsiasi richiesta di variazione della Configurazione del Veicolo, del luogo o del tempo di consegna previsto a seguito della Data dell’Ordine (…), lo stesso potrà essere tenuto a qualsiasi aumento di prezzo per qualsiasi modifica effettuata dalla Data dell’Ordine originaria. (…) Vi informeremo di questo cambiamento prima della consegna del Veicolo e potrete annullare l’ordine entro 14 giorni da tale notifica”.
Agostinelli. “Il costo delle variazioni richieste dal cliente deve essere contrattato con il cliente, sicuramente è vessatorio chiedere di accettare a priori qualsiasi prezzo. Invece, nel caso di variazione del prezzo dipendente da Tesla e di conseguente annullamento dell’ordine, il cliente dovrebbe avere il diritto al risarcimento del danno o almeno alla restituzione del doppio della caparra e non solo al recesso“.
– Consegna, pag. 2 del Contratto Tesla. “La data di consegna stimata del Veicolo è solo indicativa. (…) ci riserviamo il diritto di modificare qualsiasi data, anche a seguito di eventuali ritardi nel transito, ed informeremo il Cliente di tale modifica. Il Cliente si impegna a procedere alla presa in consegna del Veicolo entro una settimana dalla Data di Disponibilità.(…)il termine è perentorio(…)”.
– Risoluzione, pag. 2 del Contratto Tesla. “(…) questo Accordo è vincolante e non può essere risolto.(…) Potremmo risolvere il presente Contratto se il Cliente non ha preso in consegna il Veicolo entro il Termine di Consegna (…) se il Cliente ci contatta per posticipare la data di consegna prevista (…) se non lo ritira entro 14 giorni dalla nostra richiesta (…) possiamo cancellare l’ordine se riteniamo che ci sia stato un errore nel prezzo, una interruzione di prodotto, un’opzione o caratteristica aggiunta dopo aver effettuato l’ordine o, se riteniamo che il Cliente stia agendo in mala fede (…). In caso di risoluzione, il Cliente comprende che non ha più diritto alla consegna del Veicolo o un Veicolo alternativo, e che possiamo trattenere come risarcimento dei danni qualsiasi Canone d’Ordine pagato dal Cliente, ove compatibile con la legge applicabile”.
Agostinelli. “Queste clausole riassumono bene tutti gli elementi di squilibrio contrattuale che abbiamo visto sopra: i termini sono perentori solo per il cliente, mentre Tesla resta libera di modificare i tempi di consegna e addirittura di cancellare l’ordine senza essere tenuta a restituire il doppio della caparra e/o al risarcimento del danno”.