
Un lieve tamponamento trasforma una Tesla Model Y in un'auto da rottamare: il lato non sostenibile della tecnologia Gigacasting
Un tamponamento apparentemente banale da parte di una moto si è trasformato nella “condanna” alla rottamazione per una Tesla Model Y aziendale negli Stati Uniti. L’incidente mette in luce una criticità ancora poco discussa della tecnologia Gigacasting adottata da Tesla: telai facili da produrre ma con l’impossibilità pratica di riparare i danni strutturali, con pesanti implicazioni per la sostenibilità e il ciclo di vita dei veicoli elettrici. Questa tecnologia, infatti, ha attirato l’interesse anche di altri Costruttori, che l’hanno già adottata o lo faranno.
TESLA MODEL Y TAMPONATA DA UNA MOTO
Il caso riportato da Vaielettrico, è raccontato dal dipendente di un’azienda grafica americana che utilizza la Model Y per recarsi dai clienti. Durante una normale giornata di lavoro, mentre l’auto era ferma in coda, è stata tamponata di striscio nello spigolo posteriore sinistro da un motociclista. L’incidente, fortunatamente non grave per il motociclista che ha riportato solo una microfrattura, sembrava inizialmente aver causato danni minimi al veicolo.
Nonostante tutto, la procedura standard dell’azienda ha previsto la consegna immediata dell’auto a una carrozzeria convenzionata, per una perizia assicurativa. Ed è qui che la situazione ha preso una piega sorprendente: l’assicurazione, dopo la stima dei danni superiori a 25.000 $, ha dichiarato la Model Y “totaled” — termine che negli Stati Uniti indica un veicolo economicamente non riparabile e destinato alla demolizione. La causa? Una frattura su una venatura del Gigacasting posteriore, il grande blocco in lega di alluminio che costituisce buona parte della struttura dell’auto.
IL PARADOSSO DEL PROCESSO DI PRODUZIONE GIGACASTING
Tesla è stata la prima azienda a rivoluzionare la produzione automobilistica adottando il Gigacasting, una tecnologia basata sull’uso di gigantesche presse da migliaia di tonnellate che stampano in un unico pezzo parti fondamentali del telaio in lega di alluminio. Questo sistema consente di abbattere i tempi di produzione da ore con i processi industriali tradizionali a circa 5 minuti e di ridurre drasticamente i costi industriali.
Tuttavia, l’efficienza in fabbrica si traduce in una estrema difficoltà di riparazione. In caso di danno strutturale al Gigacasting, come accaduto in questo episodio, non è possibile sostituire pannelli e scatolati saldati, incollati o rivettati con riparazioni localizzate. E’ necessario sostituire l’intero blocco, operazione che implica un massiccio intervento di smontaggio, separazione e unione delle porzioni principali della scocca. Un’operazione così complessa e costosa definita impraticabile per la compagnia assicurativa. L’unica alternativa economicamente sensata, per l’assicurazione, è stata dichiarare il veicolo una perdita totale e liquidare il valore all’azienda.
LA SOSTENIBILITÀ CON IL GIGACASTING È UN’ILLUSIONE?
Il caso solleva interrogativi importanti sulla reale sostenibilità del modello produttivo Gigacasting. Se da un lato il Gigacasting riduce gli sprechi e i costi in fase di produzione, dall’altro rende più incerto l’intero ciclo di vita del veicolo se un danno relativamente modesto può comportare la demolizione di un’auto ancora perfettamente funzionante. Un principio di responsabilità del produttore che, nel caso delle attuali Tesla Model Y e Model 3 prodotte con Gigacasting, sembra sfumato. Il problema non sarebbe neanche isolato a Tesla, visto che anche Xiaomi utilizza la pressa Super Colossal e Nissan e Toyota hanno già annunciato di voler seguire la stessa strada.